SPECCHIO DELLE MIE BRAME CHI E’ IL PIU’ BALENGO DEL REAME?

In quel girone dantesco di ignoranza e mediocrità, che è al governo, c' è solo l'imbarazzo della scelta se si vuole dare dimostrazione di quanto l' Italia sia un paese arretrato. La sua arretratezza la si evince da quella che è l'immagine della donna, a cominciare dalla disgustosa sovraesposizione di corpi in qualsiasi tipo di pubblicità, dove essa viene rappresentata nelle varianti più grottesche e umilianti che si possano immaginare. Banalmente, basterebbe che qualcuno cominciasse a dire basta, personalmente sono stufa entrando in un negozio di telefonia, di vedere ragazze mezze nude con sguardi ammiccanti e sdraiate su soffici letti, in attesa di improbabili cavalieri arditi (direi piuttosto utilizzatori finali). O peggio, vedere veline ed eroine “da camera” in parlamento. Stufa di sentir dire che alcuni mestieri non sono “da donne”, è stato detto di una Direttrice di Istituto penitenziario.
Berlusconi è venuto a Torino, la mia città, e ha insultato la Presidente della Regione, evocando lo specchio con il quale, secondo l' ometto, Mercedes Bresso sarebbe in conflitto ogni mattina, ma lui, dico io, possiede uno specchio? Ne fa uso? Ne dubito assai, o se lo fa, vuol dire che oltre ad avere problemi di vista, forse ha pure qualche altro problemino. Vedi la “sindrome da personalità narcisistica”, perchè solo un paranoide (e anche molto maiale), ogni volta che parla di una donna di potere, e non (ma è evidente che quelle gli danno più fastidio) si proiettano nel suo cervello di maschio arcaico e cacciatore (o meglio pagatore), immagini di frivole mutandine, pizzi, merletti e magari anche un un po' di arsenico. Certo, la sua senile immaginazione, non gli suggerisce che qualsiasi donna dotata di dignità e buon senso proverebbe ribrezzo solo all' idea di essere oggetto anche solo di una minima attenzione da parte sua; solo quella categoria di uomini alla quale lui e i suoi vassalli, valvassori e cicisbei appartengono, possono pensare che la Presidente Bresso, o altre donne, non abbiano niente di meglio da fare nella loro vita, che passare il tempo a truccarsi per compiacere uomini decadenti fisicamente, moralmente e intellettualmente.
Definirei semplicemente patetico il tentativo di convincere i piemontesi a votare Cota e non la Bresso, perchè non sarebbe (sempre secondo lui) abbastanza avvenente. Per non parlare degli insulti a tutti i giornalisti presenti. C'è dell' inquietante in questo loro (Berlusconi e Cota) arrampicarsi “sugli specchi”, nel tentativo di mostrarsi i primi della classe, in una regione che percepiscono ostile alla loro politica razzista, sessista e populista. Si rifletta a tal proposito sulla fenomenale trovata di Cota di insegnare (in caso di sciagurata vittoria) la “lingua” piemontese nelle scuole!
Qualcuno per favore, spieghi al leghista e ai suoi prodi compagni di lotte barbariche, Borghezio, Gentilini, Calderoli, Zaia; tutti prototipi del peggior campanilismo ignorante, che la lingua piemontese non esiste. In Piemonte si parlano tanti dialetti, diversissimi uno dall' altro, e non riconducibili ad un solo idioma, e notevoli sono le differenze esistenti tra le varie province della regione. Perchè, per uno che ha la velleità di governare il Piemonte, è preoccupante il fatto che non sappia che i dialetti censiti in questa regione, sono più di quaranta.
Suggerirei a Berlusconi, Cota end company, di appuntarsi al petto la “lettera scarlatta A”, che un tempo i puritani appuntavano alle adultere, con la variante moderna specie-specifica
che l' evoluzione della specie maschilista ha comportato per loro: quella di Asini.
Altro che “I” (Internet, Impresa, Inglese) di Berlusconi, e le tre “P” di Cota: Piemontese, Padania, Pirla. Anzi, come diciamo noi piemontesi (Luciana Littizzetto insegna): Balengo.

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