L’on. Franco Narducci (Unaie) alla presentazione del Rapporto ONU “Lo stato delle popolazioni indigene nel mondo”

Oggi, mercoledì 24 marzo, a Palazzo Montecitorio, è stato presentato il Rapporto ONU sullo “Lo stato delle popolazioni indigene nel mondo”, popolazioni che rappresentano il 5% degli abitanti del Pianeta, circa 370 milioni, sparse in 70 Paesi: a loro è dedicato questo primo rapporto globale stilato dalle Nazioni Unite, testo che, dopo New York e Bruxelles, è stato presentato per la prima volta in Italia. Recentemente lo stesso Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama ha sottolineato l’importanza e l’attualità del tema delle minoranze per la sua amministrazione, promuovendo il primo raduno di rappresentanti delle 564 tribù di indiani d’America ufficialmente riconosciute negli Stati Uniti.

L’evento è stato organizzato da Irene Pivetti, Presidente di LTBF Onlus, in collaborazione con l’UNRIC Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite e il Festival delle Identità – Berceto 2010, e si è aperto con la relazione della presidente Pivetti che ha illustrato il legame tra la presentazione del Rapporto ed una serie di importanti iniziative previste nell’ambito del Festival delle Identità, un grande progetto internazionale promosso da LTBF Onlus con il patrocinio dell’ONU, che si svolge da marzo a novembre 2010 tra Berceto, Parma, Roma, New York e Malta. L’on. Franco Narducci, Vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera e Presidente dell’Unaie (Unione nazionale associazioni di immigrazione ed emigrazione), ha portato i saluti istituzionali della Commissione stessa.

Narducci ha esordito rivolgendo ad Irene Pivetti, Presidente della Fondazione LTBF (Learn to be free), e agli illustri relatori, un ringraziamento particolare “per avere voluto svolgere questa presentazione nella sede della Camera dei Deputati – cuore della rappresentanza democratica e dunque luogo a forte carica evocativa per i temi delle minoranze – e, in generale, per avere messo il suo prestigio personale, in qualità di ex presidente della Camera, e la sua professionalità al servizio di una causa così cruciale per i tempi in cui viviamo come quella dell’occupazione giovanile e dell’attenzione alla condizione dei gruppi sociali più fragili ed esposti alle conseguenze più severe del mancato sviluppo in aree particolarmente svantaggiate del nostro pianeta”.

Prima di entrare nel contesto specifico, il parlamentare eletto all’estero ha ricordato i “60 milioni di cittadini di origine italiana che a partire dalla loro identità originaria si sono dovuti confrontare con le differenze culturali e le diversità che hanno incontrato in un processo d’integrazione spesso doloroso e pieno di sacrifici”.

L’on. Narducci, nel suo intervento di saluto, ha ricordato che “è coerente con la missione della Fondazione il tema affrontato in questo rilevante Rapporto dell’Onu, che analizza a livello globale la condizione delle popolazioni indigene, che rappresentano il 5 per cento degli abitanti del pianeta ma anche il 15 per cento della popolazione che vive sotto la soglia di indigenza”.

“Ritengo significativo – ha proseguito il Presidente dell’Unaie – che la presentazione di questo documento di alto valore e significato si inquadri nell’ambito di iniziative assunte a livello internazionale sul tema delle identità, come patrimonio di valori personali, sociali, culturali, territoriali, etnici, religiosi, di genere. Si tratta di questioni che hanno assunto progressivamente una marcata e sempre più importante centralità, in particolare da quando la globalizzazione è entrata con prepotenza a far parte del nostro orizzonte terminologico e culturale”.

“I dati che riferisce il Rapporto – ha detto Narducci – devono indurre ad una riflessione accurata, se è vero che due terzi delle lingue parlate a livello mondiale (4.000 delle 7.000 lingue conosciute) si devono alle popolazioni indigene e al loro contributo alla diversità culturale, quale valore da coltivare e promuovere. I dati purtroppo confermano la prossimità della condizione delle popolazioni indigene con temi quali la povertà e la discriminazione, l’esclusione dai centri di potere decisionale e l’analfabetismo, le guerre e i disastri naturali.Un fenomeno più recente, che vede i popoli indigeni due volte vittime, è inoltre lo spossessamento della paternità delle proprie tradizioni e culture, trasformate in fenomeno di marketing senza il consenso o la loro partecipazione”.

Proseguendo il suo intervento l’on. Narducci si è soffermato sul “contributo che il Parlamento italiano può dare su questo terreno, ritengo – ha detto – che debba essere menzionato in questa sede lo sforzo profuso in particolare dal Comitato permanente sui diritti umani, istituito presso la Commissione esteri della Camera, anche nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, in cui la questione dei popoli nativi occupa un posto di rilievo. Ritengo infatti – ha aggiunto poi – che l’impostazione concettuale più coerente con la gravità di queste tematiche e più funzionale ad una strategia efficace consista in un loro raccordo con la sfera dei diritti umani, cui appartiene la stessa idea di democrazia secondo le più recenti tendenze del diritto internazionale umanitario”.

Continuando sulla scia della difesa dei diritti, l’on. Franco Narducci ha poi precisato che gli “preme ricordare che il nostro Paese, in linea con la sua tradizione giuridica e culturale, è chiamato ad assumere una funzione di vigilanza rispetto a forme di erosione della peculiare identità delle popolazioni autoctone di alcune particolari zone del mondo e della biodervisità del loro luogo di vita che potrebbero essere messe in pericolo con l’appropriazione brevettuale del genoma da parte di privati o aziende multinazionali del settore biotecnologico. Certamente – ha concluso Narducci – diverso sarebbe il caso se in accordo con la Convenzione sulla diversità biologica vi fosse un approccio etico allo sfruttamento di dette risorse basandosi sul principio del benefit sharing, garantendo un accesso appropriato alle risorse oltre ad un appropriato trasferimento tecnologico collegato ad una ragionevole condivisione dell’uso e dello sfruttamento delle innovazioni tecnologiche conseguenti”.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy