Il coro di gemona del FRiuli a Mendoza

Caro Direttore ,

so che Lei è sensibile a tutto ciò che l`emigrante italiano ha fatto nei luoghi dove si è stabilito nel dopoguerra , a questo punto , vorrei raccontarLe una esperienza recente che mi ha soddisfatto moltissimo. Ho ricevuto a Mendoza , come membro del direttivo del Centro Friulano Mendoza , il coro di Gemona del Friuli, che vennero accompagnati dal Assessore della città di Gemona Il dott. Cargneluti.
Non voglio farè una publicità su quello che fa il Centro Friulano Mendoza per i corregionali, ma si pretendo espressarLe quello che ho vissuto in questi due giorni di quasi convivenza con questa magnifica gente.
Sono venuti a cantare e a visitare Mendoza, gente di una età compresa tra i cinquanta e i settanta cinque anni che venivano per prima volta in Argentina. Ho capito che erano meravigliati di vedere queste nostre grandi estensioni di terra non approffittate , scoprivano cose che io non le avevo visto mai essendo parte di questa realtà, cose per me cotidiane , che uno non le vede o non vuole vederle.
In visita per la zona viticola frutticola mi hanno chiesto con grande prudenza e rispetto nei miei confronti ,perchè non si faceva la pota degli alberi fruttali , la produzione sarebbe stata tanto meglio e con frutti sicuramente più grandi e saporiti…, La mia risposta, che non risponde alla conoscenza su questa attività è stata : sarà perche come in Argentina cade un seme di qualsiasi frutto e cresce senza fare tanta fatica , nessuno si ferma a pensare nel migliorare su sistemi di produzione , quantità e qualità.
Guardavano tutto , curiosi , domandavano della elaborazione del vino che si produce a Mendoza ( provincia netamente vitivinicola ) alla gente responsabile di questa attività, credo abbiano messo in imbarazzo a più di uno con le domande , data la loro conoscenza e la esperienza nel mestiere…. mi hanno fatto ricordare che” il vino può farsi anche con l`uva” atitolo di scherzo obbiamente.
Ho conosciuto anche un capo cantiere di una importante firma friulana di attività specializzata in autostrade , che non ricordo il cognome , mi domandava di come si costruivano le strade da queste parti , gli edifici , quali materiali e attrezzature si usavano corentemente…. , siamo lontani , forse non tanto , ma lontani in fine dell`eccellenza, quello che io consideravo ben fatto , si poteva aver fatto meglio e con meno spese usando nuova tecnologìa italiana ..
Con Il direttore del coro, l`architetto Antonelli , molto riconosciuto in friuli , dotato di una sensibilità e correttezza straordinaria ho dialogato tanto e ci siamo messi a scambiare idee sul campo delle case ecologiche , mi sono reso conto che come costruttore che mi considero , non sono aggiornato sufficientemente nelle nuove tecniche , tecnologie e materiali …. sicuramente arriveranno anche in Argentina , mi auguro sia fra poco tempo.
Ho parlato con quasi tutti ed ho capito che questa gente, persone già con certa età , hanno voglia , vedono lavoro e non scappano, non mollano , non rinunciano, non claudicano. Come da queste parti , i corregionali arrivati in questa città negli anni 1950…
Mi ero trasportato mentalmente per un momento a quel periodo della emigrazione italiana in Argentina e me gli immaginavo, non facendo la visita turistica ed espressione corale , ma con il sedere tra le mani guardando le estensioni di terra, volendosi costruire la casa e cercando possibilità e opportunità per svolgere i propri mestieri per vivere e mandare le rimesse ai parenti in paese…
Mi vengono i brividi solo a pensare se tocasse oggi a me fare quel sacrificio, voglio credere , ho la necessità di convincermi che arriverei a farlo per il solo fatto di essere figlio di un emigrante.
Cari saluti
Claudio Bravin

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