ITALIANI ALL’ESTERO

Quando i problemi correlati all’immigrazione assumono, come da noi, dimensioni inaspettate, quelli della nostra emigrazione sfumano miseramente ed in Patria degli italiani all’estero ci s’interessa sempre meno. Dietro l’utopia dell’integrazione, i problemi dei Connazionali nel mondo sono ancora tanti. Troppi. I segnali in negativo non si contano più. Ma tutti, nessuno escluso, sono stati poco considerati e la politica ha avuto, nuovamente, il suo peso. Dopo l’abolizione del Dipartimento degli Italiani nel Mondo (DIM) per la riforma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le deleghe per l’Emigrazione sono tornate al Ministero degli Affari Esteri. Dopo un periodo d’apparente assestamento, gli effetti si sono fatti sentire. L’Esecutivo di centro/destra ha fatto la sua parte. Così la gestione delle problematiche dei nostri Emigrati è tornata sotto l’ala delle strutture consolari che, guarda caso, continuano ad essere ridimensionate e neppure supplite, in senso lato, dai faraonici organismi del Ministero degli Affari Esteri. Eppure Berlusconi aveva fatto ben altre promesse al momento del suo insediamento. Invece i tagli sono stati pesanti e continueranno. Il tutto giustificato da una sorta di sperimentazione di natura”globale” che dovrebbe, ma i dubbi restano parecchi, ridurre le spese delle rappresentanze diplomatiche nel mondo. Pur rilevando la vitalità della nostra Comunità oltre frontiera, si è preferito imboccare la strada del ridimensionamento con effetti pesanti su chi vive all’estero ed intende mantenere attivi i contatti con la Patria. Il progetto di “ristrutturazione”, ormai in atto, non ha tenuto conto delle esigenze logistiche e di base della gente comune. Ora i Connazionali per il mondo avranno maggiori difficoltà per la tutela dei loro pochi diritti da far valere nella penisola. L’operazione d’accorpamento consolare avrebbe dovuto, se non altro, essere discussa a livello Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) e note informative avrebbero dovuto essere trasmesse ai Comites. Invece tutto è avvenuto d’ufficio; nonostante le palesi lamentele degli italiani residenti nei Distretti consolari penalizzati. Gli stessi “Onorevoli” eletti nella Circoscrizione Estero e militanti nel PDL hanno preso posizione contro le serrate consolari; senza riscontro. Ma quello che ci amareggia, perché non ci sorprende più nulla, è il silenzio degli organi d’informazione nazionali su una serie d’operazioni che, probabilmente, erano state focalizzate già da tempo. Adesso i Connazionali all’estero avranno rapporti meno facili con chi li dovrà assistere. L’ auspicato dialogo per la semplificazione delle problematiche che interessano la nostra Comunità oltre frontiera non esiste più. E’ bastato poco per “tagliare”, non certamente per motivi meramente economici, parecchi servizi consolari indubbiamente utili per la più diversa utenza. Dopo tante assicurazioni, viene a decadere anche la nostra proposta per il varo di un Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani all’estero. Progetto che avevamo trasmesso, già dal 2000, alla Direzione Generale per l’Emigrazione a Roma. Con il ridimensionamento o la chiusura di numerose nostre sedi consolari, indispensabili per portare avanti il progetto operativo, gli italiani all’estero dovranno affrontare nuove difficoltà. Senza preamboli, per i quali non ci sentiamo tagliati, prendiamo atto che il PdL ha fatto una mossa errata ed ingiustificabile. Gli italiani nel mondo lo terranno presente al momento del voto che auspichiamo esteso anche alle Circoscrizioni Elettorali Nazionali e per via telematica.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy