Berlusconi: "Si respira un’aria avvelenata". Di Pietro: "Il premier ha paura di noi"

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che è intervenuto al Sa Raffaele di Milano alla festa per i 90 anni di don Luigi Verzé, si è dichiarato contento perché è stata una mattinata “lontana dall'atmosfera avvelenata di questi giorni”, riferendosi all’inchiesta di Trani dove è indagato per concussione per le pressioni fatte sul commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi, al quale il premier ha chiesto la chiusura di AnnoZero e l’allontanamento dalla Tv di stato di Di Pietro.

“E' inutile dire – ha detto Berlusconi – che questa mattinata è stata bellissima anche per me perché siamo usciti, siamo stati lontani dall'atmosfera avvelenata in cui siamo stati costretti a stare soprattutto in questi ultimi giorni”. “Questa mattina – ha proseguito – abbiamo sentito solo parole positive e buoni sentimenti. E' stata una mattinata splendida”. Berlusconi per descrivere la mattinata ha ricordato una frase napoletana: “A Napoli si dice 'tengo o' core into ò zuccherò. Questa mattina ho il cuore che è uno zucchero che più zucchero non si può”.Di Pietro: Berlusconi mi teme – “E' comprensibile che Berlusconi mi tema, perché vede in me e nell'Italia dei Valori una spina nel fianco”. Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta così le presunte affermazioni nei suoi confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intercettate nell'inchiesta di Trani.
“Per anni – sostiene l'ex magistrato nel corso di un incontro elettorale in provincia di Torino – siamo stati l'unica opposizione chiara nei contenuti e determinata nell'azione.
Finalmente, come ha dimostrato la manifestazione di ieri a Roma, anche i cittadini e gli altri partiti politici hanno capito che prima ci liberiamo del nefasto Berlusconi prima possiamo parlare di economia, di lavoro, di tutela dell'ambiente e del territorio”.
Il premier esalta la figura di Don Verzè – Il presidente del Consiglio, Silvio parlando del progetto di estendere la vita media delle persone a 120 anni, si è rivolto al sacerdote per augurargli non solo molti anni di più di vita ma l'eternità. “Se mi chiedessero qual è la caratteristica di don Luigi, senza esitazione direi la bontà. Lui pensa sempre agli altri e, pensate che quando mi confessa mi dà l'assoluzione senza neppure sentire i miei peccati perché, conoscendomi, già li conosce. Abbiamo pensato che il peccato altro non è che fare del male agli altri”. E proprio dopo aver parlato della bontà di don Verzé, Berlusconi ha aggiunto: “chissà in trent'anni cosa farai ancora. Io a don Luigi auguro l'eternità perché se c'é uno che se la merita è proprio lui”. Il presidente del Consiglio ha iniziato il suo discorso su don Verzé, ricordando il giorno in cui si sono conosciuti e il diverbio avuto in merito allo scarico delle acque del San Raffaele e del vicinissimo quartiere di Milano 2 che era in costruzione: “don Luigi mi disse che aveva Lui come alleato, io allora mi sono tirato indietro e ha vinto don Verzé”. Il premier ha quindi sottolineato di avere sempre creduto nel progetto di don Verzé: “Credo – ha spiegato – di essere stato l'unico a credere da subito che il suo non sarebbe stato solo un sogno ma che sarebbe diventato una realtà. Don Luigi è una delle poche persone che riesce a trasformare i sogni in realtà. Riesce a mobilitare eserciti di persone che credono nella sua missione”. Berlusconi ha quindi confessato di “nutrire un amore profondo per don Luigi. Non credo ci siano persone che potranno eguagliarlo per l'amore che lui dà agli altri e per la voglia che ha di fare stare bene tutti non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello spirituale”

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