Considerata la paralisi dei negoziati per la stipula di accordi bilaterali di sicurezza sociale con i Paesi di provenienza degli immigrati in Italia, l’On. Gino Bucchino ha presentato un’interrogazione ai Ministri degli Affari Esteri, del Lavoro e dell’Interno per chiedere le ragioni dell’inattività e per sollecitare le autorità competenti ad attivarsi.
Il parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero per il Centro e Nord America, il quale ha svolto in Parlamento un’intensa attività politica e legislativa a favore della tutela dei diritti socio-previdenziali dei lavoratori migranti ritiene ingiusti e ingiustificati i ritardi nell’attività dello Stato italiano per la ripresa dei negoziati con i Paesi degli immigrati.
Bucchino sostiene nella sua interrogazione che la regolare presenza in Italia di milioni di lavoratori extracomunitari impone allo Stato italiano l’obbligo di tutelare adeguatamente i loro diritti previdenziali, con i criteri e le modalità con i quali tutela gli italiani residenti nel territorio della Repubblica e i lavoratori italiani emigrati.
Secondo il parlamentare i diritti previdenziali dei lavoratori extracomunitari immigrati in Italia possono essere adeguatamente tutelati tramite la paritaria applicazione delle normativa nazionale in materia di sicurezza sociale, ma anche e soprattutto con la stipula di accordi bilaterali di sicurezza sociale con i Paesi di provenienza per consentire ai lavoratori migranti di non perdere la contribuzione già versata in tali Paesi e di mantenere diritti già acquisiti o da acquisire e che a causa dell’emigrazione andrebbero persi;
La stipula di tali accordi bilaterali di sicurezza sociale potrebbe inoltre consentire ai lavoratori immigrati in Italia che per varie ragioni al compimento dell’età pensionabile non siano in grado di perfezionare un diritto autonomo per insufficienza contributiva, di attivare il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati nei Paesi contraenti ai fini del perfezionamento del diritto ad un pro-rata e del proficuo utilizzo di contributi che altrimenti diventerebbero “silenti”.
Bucchino evidenzia che gli accordi non rappresentano un onere per le casse dello Stato giacché in virtù di quanto disposto da tutti gli accordi di sicurezza sociale stipulati dall’Italia, la ripartizione dei costi è proporzionale ai contributi versati in ciascun Paese contraente che se ne assume l’onere in base alla propria legislazione.
E’ noto che con la stipula di numerose convenzioni multilaterali e bilaterali di sicurezza sociale lo Stato italiano ha garantito nel tempo un buon livello di tutela previdenziale ai nostri lavoratori emigrati all’estero.
Tuttavia, evidenzia il parlamentare, lo Stato italiano ha ratificato ad oggi solo due convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con i Paesi di immigrazione, e cioè con Tunisia e Capoverde (sono altresì in vigore accordi con i Paesi della ex-Jugoslavia) e che invece sono stati firmati da anni ma non ancora ratificati gli accordi con le Filippine e il Marocco mentre sono stati avviati ma mai conclusi i negoziati con altri Paesi originari dei principali flussi migratori come l'Egitto.
L’On. Gino Bucchino quindi chiede, tra l’altro, nella sua interrogazione quale sia la politica del Governo italiano in relazione alla tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori extra-comunitari con regolare permesso o carta di soggiorno e quali siano i motivi per cui gli accordi bilaterali di sicurezza sociale con Paesi di forte immigrazione in Italia non sono attualmente in programmazione e quelli già firmati o in corso di stipula non sono stati ancora approvati.