Giu’ le mani dall’Articolo 18

Giu' le mani dall'Articolo 18

Autore Maurizio Zipponi

L’affermazione di Brunetta, Ministro ex socialista dell’attuale Governo Berlusconi che chiedeva di abolire l’articolo 1 della nostra Costituzione, trasformandola da Repubblica fondata sul lavoro a Repubblica fondata sull’arbitrio dei potenti trova in questo disegno di legge sul lavoro piena e concreta applicazione.

E’ falso e sono bugiardi coloro che affermano che il lavoratore sia libero di scegliere tra l’arbitro ed il giudice in quanto verrà chiesto all’atto dell’assunzione, generalmente precaria o a tempo determinato, se il lavoratore intende avvalersi di un arbitro condiviso dall’azienda oppure da un “pericoloso” giudice.

Mi chiedo e chiedo chi mai in queste condizioni è libero di scegliere?

I principi liberali su cui si basa anche la nostra Costituzione stabiliscono che la funzione della legge e di chi la deve applicare, il giudice, servono a bilanciare l’impari forza tra soggetti deboli e forti. In questo caso si torna semplicemente al Medioevo, chi è debole non può appellarsi allo Stato per fare rispettare i propri diritti.

Riporto una lettera di un operaio, Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori in una realtà aziendale del fiorentino.

Testo della lettera

Ci risiamo, dopo che il Governo Berlusconi ci aveva già provato nel 2002 a cancellare l'art 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300 del 20 maggio 1970), ma non ci era riuscito, ma solo grazie alla ferma opposizione della Cgil (c'ero anche io al Circo Massimo, quando la Cgil organizzò la più grande manifestazione in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, portando in piazza 3 milioni di persone), adesso ci riprova con il Ddl lavoro, introducendo l'arbitrato nelle controversie di lavoro.
L'unico sindacato che sta facendo ferma opposizione contro l'aggiramento dell'articolo 18 (come fece nel 2002) è la Cgil. Cisl e Uil stanno a guardare, non facendo nessuna barricata.
Angeletti ha detto: Per la Uil un ricorso all’arbitrato in alternativa al giudice per la risoluzione dei rapporti di lavoro è “un’alternativa ragionevole”. Mentre Bonanni ha detto: “Il lavoratore può tranquillamente continuare ad andare dal giudice del lavoro come ha sempre fatto.
“Lo statuto dei lavoratori non è stato toccato e l'articolo 18 sta lì”.
E come potevano fare diversamente, quando nel 2002 (sono in pochi che se lo ricordano), Cisl e Uil firmarono con l'allora Governo Berlusconi il “Patto per L'Italia”, che sospendeva l'articolo 18 per ben tre anni (leggi l'articolo).
Il ddl Lavoro è stato approvato definitivamente dal Senato con 151 voti favorevoli, 83 contrari e 5 astenuti. Un “arbitro” al posto del giudice: lo prevede l’articolo 31 del Ddl lavoro.
Con l’articolo 31 cambiano le modalità di dirimere le controversie sul lavoro, e da oggi invece del giudice può intervenire una nuova figura, l’arbitro.
L’articolo 18 stabilisce che il giudice reintegri il lavoratore che sia stato licenziato senza giusta causa. Con la nuova norma – invece – sarà il lavoratore a decidere a chi affidarsi, se al giudice (come prima), o l’arbitro.
In questo modo l'articolo 18 diventa un optional!!!
E chiaro a chiunque che l'articolo 31 del Ddl è incostituzionale, solo una persona non l'ha ancora capito, cioè il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, tanto che in una nota dell'agenzia Adnkronos, Sacconi dice: Pd e Cgil facciano pure ricorso, “non temo per nulla l'incostituzionalità della norma sull'arbitrato per i licenziamenti”.
Su Facebook è ieri è stato aperto un gruppo dal titolo “Giù le mani dall'art 18” (iscriviti al gruppo) che ieri, nel giro di poche ore aveva raccolto 3 mila adesioni. Oggi le adesioni sono salite a 10792. Invito tutti ad aderire.
Marco Bazzoni, Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

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