Il trucco

Da Palazzo Chigi un decreto “ad listas” per Lazio e Lombardia: firme valide anche senza timbri, 24 ore di tempo per correggere gli errori e il Quirinale firma. Bersani attacca: “Usano il decreto interpretativo per aggiustare il loro pasticcio; ma il trucco c'è e si vede, è ridicolo”

No al condono elettorale
No al condono elettorale. Si al rispetto delle regole. Oggi pomeriggio saremo in tanti a Genova dove il Partito Democratico aprirà la campagna elettorale e dove tutti i democratici faranno sentire con forza le proprie ragioni contro un provvedimento che si può definire solo un trucco.” Pier Luigi Bersani. Segui la diretta dalle ore 17 su Youdem.tv (sky 813) e su www.partitodemocratico.it e www.youdem.tv
Le forze del centrosinistra danno appuntamento oggi a Roma, alle 16,30 al Pantheon, a Milano, alle 17 in via Dante, e in altre città italiane e promuovono una manifestazione nazionale a Roma, che si svolgerà sabato prossimo nel pomeriggio.

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto interpretativo per risolvere il pasticciaccio delle liste a sostegno di Renata Polverini e Roberto Formigoni rimaste escluse in vista delle prossime elezioni regionali. Per Palazzo Chigi basta arrivare nell'edificio dove hanno sede gli uffici dove presentare le liste entro l'ora di consegna e non all'ufficio elettorale! Un principio pe ril quale qualsiasi cittadino escluso d aun concorso o multato ora potrebbe chiedere la decretazione d'urgenza tanto che il segretario del PD Pier Luigi Bersani attacca: “C'è una parola in questo paese che bisogna affermare e ripristinare: si chiama regole. Se vogliono governare bene, altrimenti si riposino e vadano a casa perchè chi governa risponde per Paese e non per le regole di una lista. E' evidente che si vuole arrivare comunque al risultato che gli serve per aggiustare il loro pasticcio, ma il trucco c'è e si vede, in alcuni casi fino al ridicolo. Non si deve entrare nell'ufficio competente, ma basta entrare nel palazzo grosso per far valere le firme…. Se decidono così potranno aspettarsi solo una nostra ferma opposizione”.

L'aiutino al TAR! – La nota di Palazzo Chigi (Berlusocni mand ain slaa stampa solo il minitrod ell'Interno, Roberto Maroni) afferma che il decreto “mira a consentire lo svolgimento regolare delle consultazioni elettorali regionali e a garantire coesione sociale”. Maroni, ha spiegato che non è stata effettuata alcuna modifica alla legge elettorale e che “non c'è stata alcuna riapertura dei termini: abbiamo dato un'interpretazione per consentire al Tar di dare applicazione alla legge in modo corretto”. Insomma hannos cambiato il tribunale amministrativo regionale per un telequiz, con la telefonata a casa.

Bersani prima che fosse noto il testo della vera e propria sanatoria per le numerose irregolarità commesse dal Pdl in sede di presentazione delle candidature, già nel pomeriggio attaccava: “Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotti e a scaricare il problema, abbia l'umiltà di riconoscere che questo pasticcio non gli deriva da incuria ma da loro divisioni. Non raccontiamoci che gli asini volano: diciamoci che il partito del predellino alla prima curva si è ribaltato. Per loro fare un partito è un dopolavoro mentre noi facciamo dibattiti, riunioni, stiamo lì le nottate a discutere”.

E lapidario scriveva sulla sua pagina facebook: il governo si occupi di cose serie o se ne vada a casa.

Gli faceva eco il presidente della provincia di Roma, Zingaretti: “Esprimo la mia solidarietà a chi rispetta le regole, a chi paga le multe, a chi versa correttamente le tasse, a chi si ferma al rosso. Insomma esprimo la mia solidarietà alle persone perbene”.

Sull’impossibilità di un accordo sulla questione si è espresso anche Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, affermando che “le parole del segretario sono le parole di tutto il partito: le leggi e le regole vanno rispettate da tutti”.

Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del PD prima ancora della pubblicazione del testo avvisava: “
Quando si contrappone la forma alla sostanza, soprattutto in materia di regole elettorali, si minano le fondamenta della vita democratica.
Se il testo del decreto legge sulle elezioni regionali è quello anticipato dalle agenzie di stampa siamo di fronte a norme non interpretative ma modificative e con profili di incostituzionalità. La Corte Costituzionale potrebbe quindi dichiarare l’incostituzionalità del provvedimento e tra un
anno si tornerebbe a votare. Questo accade perché in Italia ci sono un governo e una maggioranza che continuano a umiliare le regole, la Costituzione e la sovranità popolare”.

“Ci ritroviamo adesso con un 'decreto lista' incredibile che è chiaramente incostituzionale e pone rimedio, si fa per dire, ai due casi di Lazio e Lombardia”. Lo ha detto la candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino, intervistata da Radio Radicale. “Ieri – ha aggiunto – abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio non solo per rappresentargli la situazione complessiva ma per presentare una proposta erga omnes che fosse accettabile e che riguardasse l'intero territorio nazionale, ma niente”.

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