Da molti inverni oramai è arrivata in Italia un’influenza, molto più aggressiva e contagiosa di altre più discusse, che spesso ci infetta senza che ce ne accorgiamo: parlo della rabbia. E si.. oggi è difficile contagiare gli altri con la gioia: c’è subito scetticismo, freddezza.. vorrà vendermi qualcosa? si pensa, oppure.. forse è pazzo!.. e così via.. l’arrabbiatura invece si attacca subito, infatti è un attimo parlar male della cassiera o dell’impiegato che non fa scorrere la fila, o le classiche discussioni fiume contro il politico di turno, su questo o quello, responsabili dei mali del mondo. E come in tutti i circoli viziosi che si autoalimentano intanto.. la rabbia cresce.
Un esempio recente: le maestre di Pistoia. Hanno fatto una cosa molto brutta, vero. Picchiare dei bambini indifesi. Ma provate ad andare ad esempio sulla WEBTV sui due filmati dell’asilo più visitati.. si parla a tutti gli effetti di “mandare a morte” le due maestre attraverso una serie di “torture minuziosamente descritte”.. migliaia di commenti molto seri e lucidi che lasciano sgomenti tanto quanto i filmati.. idem sugli altri network.
YOUTUBE, NEWSGROUP, FACEBOOK, FORUM, CHAT, ..sono molto di più che il semplice specchio della società, sono lo specchio della psiche. Ciò che siamo dentro, senza veli, senza ipocrisie. Si può imparare molto osservando Internet. Su Internet le persone si esprimono libere, lasciano andare gli istinti, ciò che pensano, le ideologie, sfogano le repressioni. Ciò che viene fuori è uno spaccato di grande frustrazione, compressione, rabbia, infelicità: non compresi dai genitori, dai figli, dal capo, dal partner, dagli amici o presunti tali, dal mondo che ci circonda. C’è tanto odio a giro e l’occasione di una persona che pubblicamente sbaglia (come le maestre di Pistoia, o il malcapitato di turno) sono come una porta che si apre e sulla rete tracimano fiumi in piena di odio, sarcasmo, antagonismo.. tutti in coro ad inneggiare alla morte come poteva essere nelle arene dell’antica Roma.
Si tratta in fondo di una cosa in psicologia molto semplice. La proiezione. Proietto e scarico su altri i miei problemi, le mie ansie. Si perché dietro tutto questo c’è spesso una unica grande ansia e frustrazione: non avere uno scopo nella vita, non sentire il senso. La compressione di voler esprimere una vita che non si riesce a vivere come si vuole perché non si sa in fondo cosa dovremmo volere. Ma non avere una direzione e girare in tondo, o a caso, è frustrante. La via semplice, quella della critica all’altro, al diverso, l’antagonismo verso tutto, sfoga però solo temporaneamente l’insoddisfazione di non avere certezze, passioni, desideri, genuini, autentici, soddisfacenti.
Anche io come tanti ho avuto questi problemi: la cosa più importante è innanzi tutto ammettere che così non va bene, è difficile lo so.. perché accorgersi di vivere una vita senza vero amore provoca dolore straziante e senso di sconfitta.. ma è da li che bisogna ripartire. D’altronde non ci sono scorciatoie, c’è solo la strada di restare con se stessi e prendersi la responsabilità della propria vita.
i migliori saluti
FABIO BARZAGLI
responsabile etico portale nazionale
paternità, infanzia e adolescenza
www.paternita.info