TELEFONO ANTIPLAGIO

Il secondo procedimento penale avviato nel 2003 da Antonio Ricci e RTI, assistiti dall'avvocato Salvatore Pino, contro Giovanni Panunzio e Alfredo Barrago, animatori di Telefono Antiplagio, difesi dall'avvocato Stefania Farnetani, è stato archiviato dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta del Pubblico Ministero, d.ssa Elisa Francesca Moretti, con la seguente motivazione:
“L'azione penale in ordine al reato ipotizzato risulta non procedibile per intervenuta prescrizione e quindi per l'infondatezza della notizia di reato, in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l'accusa in giudizio”.
Il primo procedimento, avviato nel 2002, era stato archiviato dal Tribunale di Cagliari il 25/9/08 per nullità della querela.
La seconda denuncia di Antonio Ricci e RTI faceva riferimento ad una frase riportata nel sito antiplagio.org – che aveva monitorato tre mesi di “Striscia la notizia” per evidenziare che anche i suoi autori e conduttori prendono qualche granchio – che diceva:
“15/11/02 – Greggio invece critica il TG5, sia perché durante un servizio sul rientro dei Savoia in Italia viene mostrato, per intero, uno spot pubblicitario interpretato dal principe Emanuele Filiberto, sia perché il primo spot che va in onda dopo il servizio del TG5 è proprio quello “incriminato”. Ma anche su “Striscia” il primo spot che va in onda (dopo un paio di minuti) è quello interpretato da Emanuele Filiberto! Con questo articolato “passaggio per la tangente”, Antonio Ricci manda in onda 4 volte lo stesso spot; il committente, però, ne paga solo uno: a meno che non ci sia lo zampino di Publitalia o Publisavoia!”.
Secondo Antonio Ricci e RTI, i responsabili di Telefono Antiplagio li avevano diffamati:
“alludendo al pagamento di “tangenti” per la cessione di spazi pubblicitari occulti… insinuando altresì surrettizie violazioni dei limiti degli affollamenti pubblicitari televisivi, nonché degli obblighi di riconoscibilità dei messaggi pubblicitari”.
Secondo Telefono Antiplagio invece era diritto di critica, accompagnato da ironia e giochi di parole, né più né meno come fa “Striscia”, che sostiene di non aver mai querelato nessuno. A quanto pare l'unica eccezione è rappresentata da Telefono Antiplagio: il tg umoristico di Canale 5, infatti, l'ha citato cinque volte in sede penale ed una volta in sede civile. A Milano, a dirimere la questione, ci ha pensato il PM iniziale dr. Edi Pinatto che, come raccontano le cronache, è stato definito “giudice lumaca”, per aver impiegato 8 anni a depositare la sentenza di un processo per mafia, e che il 10 marzo 2009 è stato rimosso dall'ordine giudiziario e sostituito dalla d.ssa Moretti. Questa volta Giovanni Panunzio e Alfredo Barrago – che hanno dovuto attendere nuovamente 7 anni per non arrivare neanche al giudizio di primo grado – chiederanno, in base alla legge Pinto, un risarcimento al Ministro della Giustizia. Suggeriscono ad Antonio Ricci e RTI di fare altrettanto, prima della scadenza dei 6 mesi previsti dalla conclusione del procedimento, per recuperare almeno le spese legali.

Ufficio stampa Antiplagio
Tel. +39.3333665000
Cagliari, 25/2/10

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