“Le intercettazioni non sono prove”
Le intercettazioni sono strumenti d'indagine, non prove. Purtroppo, però, la loro pubblicazione porta ad una “condanna mediatica”: “Può accadere anche a Bertolaso”.
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è intervenuto, durante l'edizione delle 20, con un editoriale sull'inchiesta sul G8 che ha coinvolto anche il capo della Protezione civile. “Tutto finirà il giorno dopo il voto, ma intanto – ha detto Minzolini – l'intero Paese subirà un altro colpo”.
“Le intercettazioni – ha spiegato Minzolini – sono strumenti di indagine, non sono prove, e lo sanno bene anche i magistrati. Al telefono si usa un linguaggio diverso rispetto a quello che si userebbe davanti a un pubblico ufficiale, ma non si può condannare una persona per un aggettivo se non c'è una prova”. Eppure, siamo di fronte ad “una sorta di condanna mediatica che deriva dalla pubblicazione delle intercettazioni. E il condannato mediatico, se pure dimostra la sua innocenza davanti a un tribunale, la sua pena la sconta già davanti alla società. Cosa che può accadere anche a Bertolaso”.
Ciò accade, secondo il direttore del Tg1, perchè “siamo in campagna elettorale e puntualmente le inchieste giudiziarie sostituiscono la campagna elettorale: è successo l'anno scorso con la vicenda delle escort, mentre quest'anno il primo giorno della par condicio siamo stati sommersi dalla pubblicazione di un mare di intercettazioni”.