“Sognare… forse”. Con “Ali” calato il sipario sul segmento Teatro Scuola

di Nino Bellinvia

Con la rassegna “Sognare… forse” (segmento Teatro Scuola) sono stati portati a teatro gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. Ad organizzarla è stata la Cooperativa “Teatro Le Forche”, con il contributo dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dell’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Massafra.
L’ottavo spettacolo, che ha concluso la rassegna teatrale, è stato “Ali”, andato in scena il 19 febbraio 2010 al Teatro Spadaro di Massafra (spettatori i liceali del “De Ruggieri”).
La rappresentazione teatrale è stata una coproduzione del Teatro Le Forche e del Teatro dell’Altopiano. Il “Teatro le Forche” opera a Massafra dal 1994 offrendo manifestazioni artistiche, in particolare produzioni teatrali, ponendo particolare attenzione alle iniziative di elevato profilo culturale ed educativo in senso pedagogico, al fine di contribuire al contenimento del disagio socio-culturale e promuovendo il patrimonio culturale ed artistico. Svolge, inoltre, attività di organizzazione di eventi culturali e di formazione quali: attività formative di comunicazione teatrale e per organizzatori-operatori di spettacolo; attività di formazione. Il Teatro dell'Altopiano è nato, invece, nel 2005 dall'incontro di Nica Accettura, Espedito Chionna, Renzo De Cesare e Giuseppe Ciciriello diretti dal regista Carlo Formigoni. Tra gli spettacoli messi in scena ricordiamo “Storie da terzo mondo”, “Bìlora”, “Antigone” di Sofocle.
Ma torniamo allo spettacolo. Liberamente ispirato all’omonimo racconto di Yukio Mishima, ha visto alternarsi sul palco i bravi attori Lisa Serio (Yoko), Salvatore Laghezza (Sugio), Angelica Schiavone (Damina) e Paola Riascos (nonna).
La regia è stata di Carlo Formigoni, con la collaborazione di Francesca Cavallo. Le musiche, dal vivo, di Giuseppe Ciciriello, i costumi e l’oggettistica di Lisa Serio, la scenografia di Sandrino Crescenza.
Lo scrittore giapponese Yukio Mishima (1925-1970), nella prefazione al suo scritto sottolinea, con disperazione, che “Ali” non è un racconto di fantasia, bensì una confessione autobiografica. Al comportamento del personaggio letterario, infatti, l’autore farà corrispondere il proprio, suicidandosi secondo l’antico rituale del “seppuku”, in seguito ad un tentativo di colpo di Stato, fallito.
«La coincidenza del fatto letterario con il comportamento dell’autore (come ha spiegato il regista Carlo Formigoni alla collega Francesca Piccolo) ci ha indicato il percorso drammaturgico per la costruzione del nostro spettacolo: la metamorfosi di un giovane di raffinate doti artistiche in un militare aggressivo».
Questo sogno di predominio su altri popoli si rivelerà in tutta la sua drammaticità con lo scoppio della seconda guerra mondiale.

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