FILTRI INTERNET: A CIASCUNO I SUOI “GUSTI”

Bipolarismo made in USA? Mentre Obama, sconfitto nelle elezioni del Massachussets e sulla riforma sanitaria, rilancia con un attacco alle Banche cui Wall Street reagisce con il crollo dei titoli, il suo ministro degli esteri, Hillary Rodham Clinton, difende Google dai “filtri” del governo cinese. Che replica: “Le imprese straniere devono rispettare le leggi cinesi”. Principio generale sacrosanto, che dovrebbe essere seguito da tutti i paesi, perché il colosso totalitario Google non ha alcun titolo per dettare leggi di democrazia e di corretta informazione né alla Cina né a nessun altro paese del mondo. Anche Google ha i suoi filtri, i suoi “gusti” secondo la stessa autoregolamentazione del motore di ricerca inventato da Page e Brin che disinvoltamente e con censure arbitrarie vengono applicate in tutto il pianeta, in barba alle sensibilità degli utenti e ai codici dei paesi “invasi” dal colosso USA. Sul contenzioso Google-Cina, posto un articolo tre giorni fa, cambiato solo nel titolo


LA CINA E’ VICINA: LA LEZIONE
DEL CASO GOOGLE-PECHINO
PER IL “POPOLO DI INTERNET”

di Claudio Moffa

sul sito www. claudiomoffa. it

Radiografia dei colossi internet:

il rischio dell’omologazione dei “gusti”

(http://www.fourwinds10.com/siterun_data/media/internet/news.php?q=1262024557)

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