QUALCOSA SI MUOVE

Tanto tuonò che….piovve! Il Deputato IdV Antonio Razzi, eletto nella Circoscrizione Estero, ha presentato una proposta di legge che avrebbe la finalità d’introdurre anche nel nostro Paese il voto elettronico. Sistema, per la verità, non del tutto innovativo perché già validamente sperimentato in altri Paesi del Mondo. Bene: una proposta del P.I.E. sarà, pur se con tempi biblici, discussa in Parlamento. Finalmente, ci si è resi conto che questa metodologia di voto non solo implica spese di gestione in sostanza nulle, ma che anche garantisce la segretezza del voto, politico e referendario, premessa esenziale per un corretto uso della Democrazia. Ma non solo. Il voto elettronico consentirebbe l’immediato inserimento dei dati votati presso il Ministero dell’Interno; come già accade per quelli dei residenti nel territorio della Repubblica. Un sistema, quindi, comodo, economico e sicuro. Una trilogia, questa, che ci offre altri spunti per una franca riflessione. Premesso che l’iter normativo in questione avrà, ma già lo abbiamo significato, tempi lunghi, e non solo sotto il profilo burocratico, una volta approvato, dopo tante promesse disattese, potranno votare anche gli aventi diritto che non lo hanno mai potuto fare. Ci riferiamo ai lavoratori del mare e dell’aria presenti su tratte internazionali nei giorni delle consultazioni. Col voto elettronico, magari tramite impronta digitale, tutto sarà possibile. Dovunque l’elettore si trovi. Unica necessità un computer. L’informatica, quindi, può esserci d’aiuto anche sotto questo profilo squisitamente democratico. Basta volerlo. Ma volerlo concretamente. Secondo noi, il voto elettronico, però, non rappresenta che il primo passo per una più sostanziosa riforma del meccanismo elettorale, attivo e passivo, che interessa i Connazionali nel mondo. Noi siamo per il voto aperto anche per candidati residenti nella penisola. Insomma, i nostri Connazionali oltre frontiera dovrebbero essere posti nelle condizioni ( basta modificare una normativa ordinaria) d’esprimere la loro volontà pure al di fuori della Circoscrizione Elettorale Estero che, di fatto, limita la scelta nei confronti dei politici meritevoli inseriti nelle Circoscrizioni italiane. Del resto, il varo della Circoscrizione Estero, nella formula canonica “18”, ripartita tra i vari partiti nazionali di maggioranza e d’opposizione, ha dimostrato di non poter incidere concretamente per la tutela dei (pochi) diritti dei Connazionali all’estero. Così, ci auguriamo che, nel momento della discussione in aula del voto elettronico, sia presentato anche un emendamento sullo spirito delle Circoscrizioni per consentire a tutti i candidati, fuori e dentro i confini nazionali, d’aspirare all’identico trattamento politico. Il concetto di residenza anagrafica, nel caso specifico, lo vediamo ampiamente superato proprio sul piano politico. Quando si vota, gli italiani esprimono le proprie preferenze per il futuro della Patria e non solo per loro particolari esigenze; in ogni caso indipendenti dal Paese ospite. Tornando al voto elettronico, là dove già è stato adottato, si è rivelato un mezzo assai sicuro sia per la riservatezza, che per l’immediatezza della volontà dell’elettore. Il meccanismo consentirebbe, tra l’altro, anche il voto in “diretta” in quei Paesi che non hanno siglato un accordo sul meccanismo del voto postale. A parer nostro, i tempi dell’immobilismo, degli opportunismi di cordata, sono destinati ad estinguersi. Ora c’è una prima premessa, che non sarà l’unica, per garantire a tutti gli elettori italiani gli stessi diritti per più comuni destini.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy