Interrogazione degli on.li Narducci (PD) e Di Biagio (PDL) sulla chiusura del Consolato generale di Amburgo

Gli on.li Narducci e Di Biagio hanno presentato una interrogazione al Ministro degli Affari Esteri nella quale chiedono se, nell’ambito del previsto piano di razionalizzazione della rete consolare, “si intende analizzare la particolare questione del Consolato Generale di Amburgo” e quindi contestualmente “quali iniziative si intende predisporre al fine di evitare la chiusura della struttura consolare e garantire il mantenimento dei servizi di supporto e di coordinamento amministrativo, istituzionale ed economico che il Consolato svolge”.

La richiesta di approfondimento del “caso Amburgo” avanzata da Di Biagio e Narducci è fortemente motivata da ragioni oggettive e strategiche tanto che, come scrivono i parlamentari, “la paventata chiusura del Consolato generale di Amburgo in Germania rappresenterebbe un pesante limite alla tenuta e alla implementazione delle relazioni e dei progetti economici italiani in una città dall’elevato valore strategico nel comparto navale e sul versante della ricerca e dell’industria”.

Inoltre il valore di una presenza consolare italiana è stata sottolineato recentemente, oltre che dai connazionali riuniti nel “Comitato salviamo Amburgo”, anche da una delegazione, composta da parlamentari del Land di Amburgo e presieduta dal Presidente Berndt Roeder, che, il 13 e 14 gennaio 2010, “ha inteso incontrare i referenti istituzionali italiani della Camera, del Senato e del Ministero degli Affari Esteri al fine di evidenziare le criticità che un eventuale ritiro istituzionale del nostro Paese dalla città di Amburgo potrebbe condizionare”.

“Il coinvolgimento e il sentito interessamento della 4° carica istituzionale tedesca, supportata da una nutrita delegazione di parlamentari tedeschi bipartisan – fanno notare i due parlamentari italiani – lascia emergere il carattere critico e soprattutto poco coerente e condiviso che una scelta organizzativa – come quella progettata dal MAE – potrebbe lasciar emergere soprattutto nei rapporti tra Berlino e Roma”.

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