A Rosarno la politica dello scaricabarile

Rosy Bindi: “E' una vergogna che dovrebbe consigliare una riflessione seria sul fallimento della Bossi Fini”. Il ministro Maroni, in stato confusionale, non sa a chi dare le colpe

Il 2009 è finito con le affermazioni del premier ferito: noi siamo il partito dell'amore. Ma nel 2010 dell'amore promesso non rimane nulla. A Rosarno, i problemi di ordine pubblico e di carattere umanitario sono un pretesto per un'azione confusa da parte del governo. E in testa alla politica dello “scaricabarile”, il ministro Maroni, con la stella sul petto dello sceriffo integerrimo, cavalca il qualunquismo più becero e nasconde il fallimento della legge Bossi-Fini.

Affrontata l'emergenza per l'ordine pubblico, e l'orrore della violenza, che va condannata a prescindere dalla provenienza, restano aperti molti interrogativi su come sia stata trattata la vicenda e su come si debba evitare una possibile ripetizione.

Quello che non è assolutamente tollerabile è il fatto che questo governo si dimentica, ogni volta che c'è un problema con la presenza di immigrati in Italia, che questi sono prima che lavoratori, clandestini, criminali e/o vittime sono Persone. Sono assolutamente fatti di carne e ossa come noi e, come noi, hanno gli stessi diritti. Tutte le considerazioni di carattere politico o di ordine pubblico vengono ad uno step successivo. Non che quello della sicurezza sia un problema secondario, anzi. Ma nell'affrontare e nel risolvere questioni come quella dei flussi migratori in Italia, si deve tener conto di condizioni prioritarie come quella umanitaria.

Quindi perché andare alla ricerca del clandestino da espellere senza ricercare i colpevoli della caccia notturna di KKK memoria contro i negri? Perché non ricordare lo sfruttamento in termini di ore lavoro/salario, di caporalato e di possibile sparizione nel nulla di origine mafiosa? Perché non ricordare la distinzione tra comunitario ed extracomunitario all'indomani dell'entrata della Bulgaria e della Romania nell'Unione europea? Perché non dire che la stragrande maggioranza degli immigrati di Rosarno sono lavoratori stagionali che fanno quello che gli autoctoni si rifiutano di fare perché lo considerano un lavoro degradante in base alle nuove norme di condotta introdotte dal berlusconismo?

Domande che per il governo si risolvono con fatti e parole assurde. Per il ministro leghista Zaia il problema è solo meridionale. Per lui esistono i negri del Nord e quelli del Sud. Per il ministro Gelmini basta limitare l'accesso all'istruzione per gli stranieri al 30%, gli altri si arrangino trovando nuove scuole o nuove sistemazioni. Per il ministro Maroni, lo stesso che venne condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale nel 1996 per i “fatti di via Bellerio”, la soluzione sta nel pugno duro abbattendo gli alloggi/baracche degli immigrati che sono stati deportati nei Cie. E il leader del partito dell'amore come la pensa? Qualcuno gli ha riferito cosa è successo o il pensiero di vincere nuove elezioni con lo spot di “meno tasse per tutti” e quello di immunizzarsi di nuovo lo hanno reso sordo e cieco?

Per Rosy Bindi, presidente del Pd, “la vergogna di Rosarno dovrebbe consigliare una riflessione seria sul fallimento della Bossi Fini. Continua invece da parte del governo un penoso scaricabarile. Gelmini e Maroni non possono cambiare le carte in tavola attribuendo a tutti – dai magistrati agli enti locali alla sinistra – tranne che a se stessi la responsabilità di una tragedia che nasce dalla negazione dei diritti elementari di chi viene a lavorare in Italia. Il trasferimento coatto dei lavoratori extracomunitari, che somiglia molto ai respingimenti in mare, ne ha umiliato ancora una volta la dignità. Anziché liberare il territorio dalla presa di chi sfruttava questi uomini, anziché affermare la
legalità e il rispetto della legge, si è scelto di spostare altrove il problema. Centinaia di uomini sono stati portati via senza le loro cose, le loro misere paghe, con la prospettiva di essere espulsi. Abbiamo sentito il richiamo del Papa, la voce autorevole del Presidente della Repubblica ma non una parola del Presidente del Consiglio. Il nuovo anno era iniziato con il battesimo del partito dell’Amore. Ma alla prova dei fatti, non se ne vede traccia”.

Dello stesso parere anche Livia Turco secondo cui “a Rosarno ci siamo trovati di fronte ad una situazione drammatica ed eccezionale per la gravità dei fatti verificatisi e per il comportamento del ministro degli Interni che, da giorni, prosegue in un inaccettabile tentativo di sottrarsi alle sue responsabilità. Sono stati colpiti cittadini perbene e immigrati inermi e solo grazie all’ottimo lavoro delle forze dell’ordine si è evitato che il bilancio fosse ancora peggiore. Quanto accaduto dimostra ancora una volta il fallimento della Bossi-Fini. Una legge che impedisce una vera quanto indispensabile opera di integrazione e lascia spazio alla malavita organizzata che si avvantaggia della condizione di illegalità in cui sono costretti moltissimi immigrati.
Il ministro Maroni continua a giocare a rimpiattino con la verità: noi sfidiamo lui ed il ministro Sacconi a presentare un programma nazionale per l’integrazione e per il lavoro regolare. Affrontiamo con misure serie il caporalato, garantiamo la sicurezza sul lavoro. Il governo ha fatto
purtroppo il contrario voltando le spalle agli enti locali. Non solo ha cancellato il fondo per l’integrazione ma ha colpito la scuola, da cui si deve partire per fare vera integrazione, piegata da tagli pesantissimi e dissennati”.

Per Marco Minniti “il ministro Maroni reitera nelle sue dichiarazioni e ciò è molto grave perché così facendo evita di vedere la realtà dei fatti. E’ vero infatti il contrario di quanto dice: è una legge come la Bossi-Fini che ha prodotto una crescita senza precedenti della clandestinità, inchiodando gli immigrati al ruolo di fuorilegge e rendendoli di fatto ricattabili. E’ la mancata integrazione prodotta da questa legge che crea le condizioni per un inferno quale quello di Rosarno. E in questa situazione, Maroni e a dispetto delle tante persone di buon senso che nella maggioranza cercano di guardare al dramma in atto preferisce le scorciatoie demagogiche scegliendo gli immigrati come capro espiatorio. Così si riesce solo a non vedere quale sia il ruolo decisivo della n’drangheta nell’intera vicenda, spingendo sempre più all’inferno dei disperati oggi privi anche della speranza”.

“La violenza a cui stiamo assistendo in queste ore non può essere tollerata, va fermata e le dichiarazioni del ministro Maroni non fanno altro che gettare benzina sul fuoco”. Lo ha dichiarato il senatore del PD Ignazio Marino commentando la gambizzazione di due immigrati in Calabria. “Il fallimento della legge voluta dalla destra, la Bossi-Fini- continua Marino – è sotto gli occhi di tutti da mesi e l'incendio di Rosarno non è che la punta dell'iceberg. E' necessario prima di tutto riportare la calma nel paese e poi avviare in Parlamento una revisione seria e non ideologica della legislazione vigente. Non possiamo negare la realtà dell'immigrazione nel nostro paese, un paese nei fatti multi etnico che necessita di strumenti che aiutino chi vuole lavorare regolarmente in Italia e impediscano con mezzi adeguati e severi l'ingresso dei clandestini”.

A.Dra

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