Ricorso amministrativo. Contro errori e arroganze della Pubblica Amministrazione. Nuova scheda pratica
Comunicato 29 dicembre 2009 9:45
Ogni cittadino puo' opporsi agli atti della Pubblica Amministrazione non solo con la loro impugnazione avanti alla giustizia amministrativa (Tar, Consiglio di Stato) ma anche con ricorsi non giurisdizionali rivolti alla stessa amministrazione. E' il ricorso amministrativo, un tentativo “amichevole” (stragiudiziale) di ottenere la riesamina degli atti, con loro annullamento o modifica.
I motivi di impugnazione possono riguardare vizi di legittimita' dell'atto (per eccesso di potere o incompetenza dell'organo che ha emanato l'atto o per qualsiasi altra violazione di legge), oppure vizi di merito (inoppurtunita' dell'atto relativamente ad un fatto specifico).
Una metodo di rivalsa che esiste da tempo e che fa capire meglio l'inutilita', nonche' il lancio ad esclusivo uso mediatico, di quella che e' stata chiamata la class action contro la pubblica amministrazione del ministro Renato Brunetta. Entrambe -ricorso amministrativo e class action PA- non contemplano il rimborso del danno subito.
Vediamo le differenze:
– la class action PA -macchinosa da avviare- potra' riguardare solo grandi e palesi disfunzioni: abbastanza rare, se non per motivi insiti a leggi e norme in se' che, comunque, per essere modificate necessitano dell'intervento legislativo e/o circolari interpretative dei ministeri;
– il ricorso amministrativo riguarda la quotidianita' dei rapporti del cittadino con la PA: casi singoli, di singoli intoppi e difficolta' interpretative, nonche' arroganze istituzionali, facilmente e direttamente impugnabili.
La scheda pratica aggiornata che da oggi e' pubblicata sul sito Internet dell'associazione, e' curata da Rita Sabelli, responsabile Aduc per l'aggiornamento normativo.
Questo il suo indice:
– atti definitivi e atti non definitivi;
– ricorso gerarchico
– ricorso in opposizione
– ricorso straordinario al capo dello Stato
– la via giurisdizionale: il Tar