DOCUMENTO CONFINDUSTRIA PUGLIA

Confindustria Puglia continua ad esprimere la sua più viva preoccupazione per l’andamento dell’economia regionale.
I segnali di ripresa – che pure si sono avvertiti nel terzo trimestre dell’anno anche nel nostro sistema produttivo, sia pure con differenze settoriali e territoriali, e che abbiamo segnalato con il nostro Centro Studi nel convegno di Taranto del 18 novembre – non si stanno purtroppo intensificando.
La ripresa, dunque, appare sinora lenta e temiamo che tale resterà anche nella prima metà del 2010.
L’impatto di tale lentezza sui livelli occupazionali non sarà positivo, ed anche se le imprese sono impegnate almeno a conservare il loro personale – pur con il passaggio ormai prevalente alla cassa integrazione straordinaria – tuttavia manifestiamo il timore che l’occupazione complessiva difficilmente potrà crescere.
La Finanziaria in via di approvazione da parte del Parlamento, pur contenendo alcune misure utili per l’economia, appare tuttavia segnata in prevalenza dalla preoccupazione di contenere la spesa e il debito pubblico.
Preoccupazione sicuramente fondate in termini macroeconomici, ma non confortate – nel dispositivo della Finanziaria stessa – da un vero, forte, drastico, taglio strutturale della spesa pubblica improduttiva. Alcune misure vanno nella misura giusta, ma sono troppo timide, molto parziali, e appaiono più annunci che risparmi effettivi.
I Fondi FAS non vengono ancora erogati alla Puglia – e su questo esprimiamo la più viva preoccupazione del mondo imprenditoriale – ma non possiamo e vogliamo neppure tacere una eguale preoccupazione per la ancora debole capacità di spesa in Puglia dei precedenti Fondi Fas e dei Fondi comunitari, con l’eccezione di quelli destinati al finanziamento alle imprese.
Non è solo la Regione che spende lentamente, ma anche l’intero sistema delle Autonomia locali, sia pure con alcune eccezioni.
E se è vero che molti Comuni e Province sono ai limiti di spesa delle soglie fissate dal Patto di stabilità interno, è anche vero che si stanno accumulando da tempo ritardi ormai insostenibili nella definizione dei piani di spesa di risorse, come ad esempio quelle destinati alle 10 AREE VASTE della Puglia.
Occorre un cambio di passo nella politica della spesa per investimenti da parte della Regione e del sistema delle autonomie locali in Puglia.
Ma allora, proprio per i ritardi ormai gravi nella definizione e nell’avvio dei programmi di spesa dei finanziamenti comunitari, sarebbe stato auspicabile che Regione ed Enti locali almeno non ostacolassero i programmi di investimenti di grandi imprese italiane ed estere che da anni vogliono investire per creare e potenziare impianti industriali e grandi centri di servizi nel nostro territorio e che invece devono subire una sistematica e irriducibile opposizione di alcune Amministrazioni e di associazioni, preoccupate solo di fare ostruzionismo.

Ci si riferisce alle rinnovate opposizioni minacciate in relazione alle autorizzazioni per il nuovo rigassificatore di Brindisi, alla riconversione della centrale nella raffineria dell’Eni a Taranto e all’opposizione alla realizzazione del grande master plan della SFIR nell’area industriale di Foggia.
Confindustria Puglia condivide gli investimenti su Brindisi e Taranto perché validati secondo le normative vigenti dai Nuclei tecnici delle competenti Autorità ministeriali e perché finalizzati a ridurre – come nel caso della riconversione della Centrale dell’Eni nella raffineria di Taranto – le emissioni nocive in atmosfera.
Ancora una volta Confindustra Puglia deve ribadire con chiarezza – ove pure ve ne fosse bisogno – che approviamo tutti quegli investimenti volti a contenere l’impatto sugli ecosistemi circostanti di impianti industriali perché non ci sentiamo secondi a nessuno nella difesa dell’ambiente che deve essere realizzata con l’impiego di tecnologie e procedure di conduzione impiantistica avanzate, e non bloccando investimenti che – oltretutto – sono autofinanziati e creano occupazione diretta e indotta.
Per questa stessa ragione, esprimiamo forte preoccupazione per i gravi ritardi della Regione Puglia in materia di energie rinnovabili.
Confindustria Puglia – proprio perché aveva condiviso la scelta di puntare sul potenziamento delle rinnovabili sul nostro territorio – deve lamentare ad oggi la lentezza con cui vengono approvati i vari piani presentati per investimenti nell’eolico, nel fotovoltaico e nelle centrali a biomasse.
In particolare, per quel che concerne l’eolico dobbiamo registrare con vivo sconcerto differenze di direttive fra singoli Assessorati della Regione, e a volte all’interno dello stesso Assessorato, quasi che ora si tema da parte qualcuno di portare a compimento un disegno di potenziamento dell’eolico i cui impianti – tutti autofinanziati dai proponenti – sono già stati dichiarati ammissibili a finanziamento dalle banche, con il rischio che se non vengono autorizzati dalla Regione, si vedano revocare dagli Istituti di credito la possibile ammissione al finanziamento.
Questo è un altro terreno di preoccupazione di Confindustria Puglia nei confronti della Regione, la stessa preoccupazione di metodo e di merito che abbiamo espresso in Commissione bilancio sulla bozza presentataci dall’Esecutivo.
Anche sull’iter di approvazione dei programmi operativi dei Distretti dobbiamo dire con chiarezza che – dopo aver impegnato come Confindustria Puglia non poco tempo ed energie per aggregare imprese, istituzioni, centri di ricerca, sindacati ed altri soggetti – oggi corriamo il rischio di veder rallentato da parte della Regione l’avvio della concreta operatività dei Distretti stessi.
Per taluni distretti infatti – al di là di quanto richiesto per alcuni adempimenti formali sicuramente da recepire – si sono sollecitate analisi di contesto e revisione dei programmi presentati.
Tale revisione che dovrà stabilire le priorità degli interventi, non tiene conto, a parere di Confindustria Puglia e delle aziende aderenti ai distretti – che all'interno degli stessi le esigenze delle imprese sono oltremodo diversificate e, pertanto, possono essere soddisfatte solo con programmi ampi in cui si incontrino le esigenze delle società trainanti con quelle che rivestono pesi e ruolo diversi.
L'orientamento di Confindustria Puglia, pertanto, è quello di sollecitare alla Regione una rapida approvazione dei programmi presentati, eventualmente trasformando in prescrizioni e suggerimenti gli orientamenti e le analisi che si intendessero proporre dal Nucleo di valutazione.
Altro elemento su cui Confindustria Puglia intende richiamare con forza l’attenzione della Regione è quello del riconoscimento da pare sua dei crediti che tante aziende vantano nei confronti dell’Ente, ai fini della loro più rapida bancabilità.
In caso contrario, v’è il rischio concreto – in un momento di estrema difficoltà finanziaria delle aziende – che i crediti pur vantati nei confronti dell’Ente non possano essere scontati in banca, in assenza di un loro riconoscimento da parte della Regione, richiesta invece con insistenza dagli Istituti di credito.

Anche in materia di nuovi indirizzi della Regione per la grande distribuzione, Confindustria Puglia – che associa anche grandi gruppi del settore – chiede di poter partecipare alla definizione di quegli assetti, anche se qualcuno e qualche associazione fanno ostruzionismo.
A fronte in ogni caso di un quadro complessivo dell’economia pugliese che ci preoccupa molto e di comportamenti dell’intero sistema istituzionale e di chi lo governa che non sembrano ancora avvertire sino in fondo i rischi cui l’apparato produttivo regionale sta andando incontro, Confindustria Puglia intende partecipare attivamente – per quanto di sua competenza territoriale – al Progetto Italia 2015 che Confindustria nazionale sta mettendo a punto secondo quanto annunciato dalla Presidente Marcegaglia.
Se non delineamo un orizzonte credibile per il Paese a medio termine, c’è il rischio concreto che esso affondi in un lungo periodo di stagnazione, con progressiva distruzione di molta della ricchezza che abbiamo creato negli ultimi anni.

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