OSSERVAZIONI DI CONFINDUSTRIA PUGLIA SUL BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE PUGLIA PER IL 2010

Premessa

La manovra di bilancio impostata dalla Giunta in carica merita osservazioni di metodo e di merito.
Per quel che concerne le osservazioni di metodo, è opportuno rilevare che ci si trova dinanzi ad un documento la cui impostazione avrebbe richiesto una serie di incontri preventivi con le organizzazioni del partenariato sociale per giungere alla definizione delle varie poste del bilancio stesso.
Un’esigenza, questa, tanto più avvertita quanto più questo bilancio giunge al termine di un anno durissimo per l’economia pugliese e prefigura una manovra triennale, per un arco temporale cioè che dovrebbe auspicabilmente segnare il rilancio dell’economia italiana e in essa di quella pugliese.
La Giunta, invece, licenzia un documento che solo ora viene discusso con il partenariato sociale che, peraltro, viene convocato dalla competente Commissione del Consiglio regionale.
Se si fosse attivata da tempo la Conferenza permanente dell’economia prevista dallo Statuto regionale, il partenariato sociale sarebbe stato chiamato ad esprimersi preventivamente – prima cioè che il documento fosse licenziato dalla Giunta – su linee di indirizzo che pure sono di competenza della stessa Giunta regionale.
Questo, purtroppo, non è avvenuto e Confindustria Puglia – che pure ringrazia questa Commissione e il suo Presidente per la cortesia istituzionale usatale – non può mancare di rilevarlo con vivo e formale disappunto.

La concertazione con il partenariato sociale da parte della Giunta regionale, in altri termini, è stata confinata ad incontri su specifiche tematiche pure rilevanti, ma sul bilancio regionale – che è l’atto complessivo che tutto riassume e indirizza – ci si limita ad audizioni di cortesia in Commissione, ma non ad un confronto di merito preventivo, ferma restando poi la competenza della Giunta di trarre le conclusioni e le decisioni che si ritenessero più opportune alla luce degli orientamenti della Giunta stessa.

Altra osservazione di metodo riguarda la mancanza – accanto al bilancio contabile – del bilancio sociale della Regione Puglia. In cinque anni di legislatura è mancata la valutazione sull’impatto sociale delle varie poste contabili e dei loro effettivi flussi di spesa sull’economia reale della Puglia.
L’Ente Regione – per la rilevante massa di risorse che muove – è il più grande operatore finanziario operante nel territorio, ma ad oggi nessuno è a conoscenza di quale impatto effettivo la manovra annuale di bilancio abbia sull’economia regionale, così come non abbiamo alcuna conoscenza sinora di quale sia stato l’impatto dell’impiego dei fondi comunitari 2000-2006 sul tessuto produttivo pugliese, peraltro previsto dalla stessa Unione Europea.
Allora l’invito che Confindustria Puglia rivolge alla Giunta, alla maggioranza e all’intero Consiglio regionale è quello di approvare una mozione di indirizzo con la quale si invita l’Esecutivo regionale a varare dal prossimo anno, insieme al documento contabile per il nuovo anno, il bilancio sociale dell’anno trascorso.
Le risorse professionali per questo specifico lavoro non mancano in Puglia. A cominciare dall’IPRES, peraltro richiamata in Bilancio, che ha già lavorato in passato ad un bilancio sociale del Comune di Bari, ma anche numerosi altri centri economici operanti in Puglia come l’Osservatorio Banche Imprese di economia e Finanza, il Nucleo di ricerca economica della BANCA D’ITALIA di Bari, il Centro Studi di Confindustria Puglia e la Svimez, della quale a noi non risulta che la Regione utilizzi la possibile collaborazione.

Un’osservazione, questa, che rimanda ad un’altra considerazione critica che riteniamo di dover avanzare in questa sede e che riprende una richiesta già da tempo avanzata da Confindustria Puglia alla Regione e sinora disattesa dalla Giunta regionale.
Ci si riferisce alla mancanza presso l’Ente Regione – a tutt’oggi – di un Centro permanente di analisi della congiuntura che ne faccia un monitoraggio sistematico quasi in tempo reale, collaborando con le attività di ricerca di una pluralità di soggetti presenti sul territorio.
Mentre altre Regioni italiane sono dotate da anni di loro Istituti e Centri di ricerca che affiancano gli Organismi di governo e del partenariato sociale nel monitoraggio costante della congiuntura sui rispettivi territori, la Regione Puglia si è rivelata sinora disattenta ad ogni sollecitazione avanzata da tempo da Confindustria Puglia e da altri interlocutori e non dispone ad oggi di una cabina di monitoraggio permanente dell’andamento economico regionale.
E lo stesso Comitato per il monitoraggio del sistema economico pugliese e delle aree di crisi – più nota come task force per l’occupazione – si occupa peraltro meritoriamente solo di vertenze aziendali, ma non anche – come pure potrebbe, avendone al suo interno anche le professionalità – di analisi congiunturali e strutturali.
Pertanto rivolgiamo ancora una volta un fermo invito alla Giunta regionale e al Consiglio perché vogliano provvedere a colmare una lacuna organizzativa che, francamente, sta diventando sempre più evidente.
Intanto, Confindustria Puglia il 18 novembre ha organizzato a Taranto un seminario di presentazione di un nostro contributo di analisi della congiuntura industriale regionale, incontro cui ha partecipato in videoconferenza anche il Prof. Paolazzi, responsabile del nostro Centro Studi nazionale. Il nostro incontro di Taranto si è svolto all’indomani della presentazione del Rapporto della Banca d’Italia di Bari sull’andamento del primo semestre 2009.

Nel merito

Venendo ora alle indicazioni di merito, Confindustria Puglia esprime forte perplessità sulla manovra fiscale contenuta nel documento contabile.
Ci saremmo aspettati che con l’extragettito dell’Iva non sanitaria, si desse un segnale anche alle imprese con la riduzione, anche frazionale, ma significativa dell’IRAP.
Questo non è accaduto e si invita, al riguardo, questa Commissione ad apportare una modifica in tal senso che dia un segnale al mondo delle imprese che sono in forte difficoltà per le vicende legate alla crisi.
Sulla sanità e sulla sua spesa, crediamo che si sia detto tutto quello che si sarebbe potuto sottolineare.
Data l’incidenza della stessa sul bilancio regionale si ritiene comunque opportuno concentrare su questo capitolo alcune considerazioni e proposte.
Una spesa del settore ormai pericolosamente fuori controllo per carenza, sinora, di rigorosi controlli di gestione, perseguibili con metodologie di impostazione budgetarie, in grado di definire gli obiettivi di spesa e di monitorarne e governarne poi con assoluto rigore gli andamenti e gli scostamenti in termini di competenza e di cassa.
L’auspicio, anzi l’invito fermo e risoluto che rivolgiamo al Governo regionale e all’intero Consiglio è, allora, quello dedicare una specifica sessione di lavori dell’Assemblea regionale – preceduta da un serrato confronto di merito tecnico con il partenariato sociale – perché si avvii finalmente un percorso di risanamento, ma ancora prima di sistemazione di una griglia analitica sull’andamento della spesa, che in cinque anni ha accumulato il deficit di un miliardo che bisognerà ripianare e che non può essere ascritto sempre e soltanto ad una sistematica sottostima dei trasferimenti dallo Stato e dal suo Fondo per la sanità alla Regione.
Non vorremmo credere che la sanità pugliese sia alla soglia del crollo finanziario, ma incominciamo a temerlo, per cui riteniamo di suggerire vere e proprie terapie d’urto per il risanamento che prescindano totalmente da logiche di schieramenti e da scadenze elettorali.
Sul ruolo delle Agenzie regionali (ARES, ARTI, Puglia sviluppo e Innova Puglia), si rende indispensabile una verifica sui rispettivi ruoli, funzioni e costi per la messa in rete degli stessi con l’eventualità di opportune ed adeguate fusioni, atteso che la regione vanta ben 5 Università con i loro Dipartimenti di ricerca, Centri del CNR ed altre strutture pubbliche e private come ad esempio il Cetma e il Centro Laser.
Per le stesse motivazioni su addotte, si condivide l’istituzione dell’Agenzia per la promozione turistica, con relativa dotazione finanziaria, che consenta di accompagnare tempestivamente lo sviluppo del settore in modo strutturato e nel quadro di una visione più ampia.
In riferimento alle attività di Apulia Film Commission, pur utile e preziosa per lo sviluppo in Puglia di tutto quanto attiene alla cinematografia, si rende necessario un monitoraggio dei budget di spesa preventivi e consuntivi.
Un controllo rigoroso merita il capitolo dei consulenti economici e legali i cui costi appaiono significativi.
A tal proposito, a seguito della difficile situazione economica generale, val la pena ricordare che ogni impresa ha dovuto analizzare accuratamente i propri costi per contenerli evitando ogni forma di spreco e questo a maggior ragione dovrebbe essere un dovere degli Enti pubblici.

Un’ultima considerazione.

L’indebitamento dell’Ente permane alto per una debitoria che riviene dal passato, ma ci si chiede se non si possa almeno ridurlo, intervenendo con alcune dismissioni là dove possibile.
Anche sotto questo profilo Confindustria Puglia ritiene che il bilancio della Regione debba essere sottoposto ad una vera e propria due diligence che ne accerti con rigore analitico quelle ne sono le poste effettive, gli attivi e passivi dello stato patrimoniale e del conto economico, al fine di acquisire una esatta conoscenza delle loro dimensioni e apprestare sistemi di monitoraggio effettivo del suo andamento.

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