Nessuno avrebbe immaginato che la rabbia di uno “sconsiderato” potesse sfociare in un atto così inconsulto e grave.
Colpire il Presidente del Consiglio significa lanciare macigni sull’intero Paese e costringere a divulgare anche all’estero immagini di un’Italia carica di conflitti e di odi. Altro che “bel Paese!”.
Dopo lo smarrimento e il dolore, ognuno è chiamato alle proprie responsabilità. Mi sembrerebbe troppo facile pensare che tutto possa concludersi addossando le responsabilità ad uno “psicolabile”.
In qualsiasi Paese democratico la contrapposizione politica è sicuramente lecita, ma la considerazione dell’avversario quale nemico, non è sintomo di civiltà. L’abbattimento di un nemico comporta odio, rancore e conflitto.
Si possono occupare politicamente posizioni opposte, si possono non condividere scelte o comportamenti, ma il sale della democrazia non può che derivare da un confronto leale, a viso aperto, senza ipocrisia alcuna.
A Milano negli ultimi due giorni sono accaduti episodi gravissimi: i fischi ai familiari delle vittime di piazza Fontana e la violenza sul premier Berlusconi. Episodi sintomatici di un clima per nulla sereno che, purtroppo, sta investendo in modo preoccupante tutta l’Italia e che trova terreno fertile in coloro che, privi di valori, si nutrono di odio, vendetta e sangue.
Tutti abbiamo il dovere di aiutare a spegnere il fuoco che qualcuno sta facendo covare sotto la cenere; è un dovere che deve pervadere chi ama l’Italia e chi ne ha a cuore le sorti.
On. Angela Napoli