Le Temps CH. Votazioni di sabato 21 novembre 2009. Minareti: no all’irreparabile offesa

Di Jean-Jacques Roth

(traduzione dal francese di José F. Padova)

Siamo pronti a ferire le nostre libertà fondamentali per evitare un pericolo ampiamente immaginario?
I musulmani della Svizzera si fidano innanzitutto dello Stato di diritto

Bisogna dire no. Un no categorico, vibrante, indignato. L’iniziativa che vuole vietare la costruzione di minareti è soprattutto inutile: i minareti in Svizzera (quattro!) non disturbano alcuno e nessuno progetta di costruirne una marea. Le leggi attuali sono sufficienti per proscriverli là dove non li si vuole e i muezzin non sono ammessi. Si tratta dunque di una cattiva risposta a un problema che non si pone.

Ma non è ai minareti che una forte proporzione di cittadini si appresta a dire «alt», come li invitano a fare manifesti minacciosi. Dietro queste torri virtuali spingono motivi d’inquietudine: le mire della quinta colonna terrorista, la sharia che un giorno o l’altro vorrebbe mettere il velo alle nostre donne e proibire il Natale, la sottomissione religiosa invece del rispetto per la laicità repubblicana. No ad Hamas, no al burqa! E se non si mette oggi questo limite, domani sarà troppo tardi…

Che sia d’ispirazione politica, culturale o laica, questa vigilanza è legittima. E quale occasione migliore del minareto per esprimersi? Trattandosi di un elemento simbolico agli occhi stessi dei musulmani, dal momento che non mette in gioco la pratica della loro religione, perché non approfittarne per esprimere simbolicamente la nostra ostilità di fronte all’islam estremista?

Tale è la trappola.

Perché il vantaggio della campagna, se pur ve n’è uno, sarà stato quello di mostrare fino a che punto la realtà dei 400.000 musulmani in Svizzera è lontana da queste rappresentazioni. Le pratiche e le osservanze vi presentano la medesima diversità che si constata nelle altre confessioni. Rimangono rare le tensioni fra comunità, segno di una integrazione ben riuscita. La maggior parte dei fedeli, provenienti da un’immigrazione recente, si riferisce in misura preponderante alla propria nazione d’origine, ai propri costumi e cultura, piuttosto che a una religione e vissuta come fattore d’identità molto relativo.

Allora, di certo, è giusto dire che la proibizione dei minareti provocherebbe, come ultimo fuoco d’artificio di un «annus horribilis», la collera del mondo musulmano, che provocherebbe una nuova macchia sull’immagine all’estero della Svizzera e che nuocerebbe alla sua economia.

Sono in gioco gli interessi del Paese, è evidente, ma per prima cosa sono i nostri valori che ci giochiamo in questa votazione. Il «no» al fanatismo, che si penserà di esprimere, diverrà per chi ne sarà toccato un «no» alla sua dignità. Sarebbe un’offesa irreparabile fatta ai musulmani della Svizzera e quindi a una parte di noi stessi. Siamo pronti a intaccare le nostre libertà fondamentali per evitare un pericolo largamente immaginario?

Testo originale:

Votations samedi21 novembre 2009
Minarets: non à l’offense irréparable!
Jean-Jacques Roth
http://www.letemps.ch/

Sommes-nous prêts à blesser nos libertés fondamentales pour parer un danger largement imaginaire?
Les musulmans de Suisse font d’abord confiance à l’Etat de droit

Il faut dire non. Un non catégorique, vibrant, indigné. L’initiative qui veut interdire la construction de minarets est tout d’abord inutile: les minarets de Suisse (quatre!) ne dérangent personne, et nul ne projette d’en construire une marée. Les lois actuelles suffisent à les proscrire là où on ne les veut pas, et les muezzins ne sont pas tolérés. C’est donc une mauvaise réponse à une question qui ne se pose pas.

Mais ce n’est pas aux minarets qu’une forte proportion de citoyens s’apprête à dire «stop», comme les y invitent des affiches menaçantes. Derrière ces tours virtuelles, les motifs d’inquiétude se bousculent: les visées de la cinquième colonne terroriste, la charia qui voudra un jour voiler nos femmes et interdire Noël, l’allégeance religieuse plutôt que le respect de la laïcité républicaine. Non au Hamas, non à la burqa! Et si l’on ne pose pas cette limite aujourd’hui, demain sera trop tard…

Qu’elle soit d’inspiration politique, culturelle ou laïque, cette vigilance est légitime. Et quelle meilleure occasion de l’exprimer que le minaret? S’agissant d’un élément symbolique aux yeux mêmes des musulmans, puisqu’il ne met pas en jeu la pratique de leur religion, pourquoi ne pas en profiter pour une expression symbolique de notre hostilité vis-à-vis de l’islam extrémiste?
Tel est le piège.

Car le bénéfice de la campagne, s’il en est un, aura été de montrer à quel point la réalité des 400 000 musulmans de Suisse est éloignée de ces représentations. Les pratiques et les obédiences y présentent la même diversité que dans les autres confessions. Les crispations communautaires restent rares, signe d’une intégration réussie. La plupart des fidèles, issus d’une immigration récente, se rattachent davantage à leur nation d’origine, à ses mœurs et sa culture, plutôt qu’à une religion vécue comme un facteur d’identité très relatif.

Alors, bien sûr, il est juste de dire que l’interdiction des minarets provoquerait, en bouquet final d’un «annus horribilis», la colère du monde arabo-musulman, qu’elle ferait une nouvelle tache sur l’image de la Suisse à l’étranger et qu’elle nuirait à son économie.
Les intérêts du pays sont en jeu, c’est l’évidence, mais c’est d’abord nos valeurs que nous jouons dans cette votation. Le «non» au fanatisme que l’on pensera exprimer deviendra, pour qui en serait touché, un «non» à sa dignité. Ce serait une offense irréparable faite aux musulmans de Suisse, et donc à une part de nous-mêmes. Sommes-nous prêts à blesser nos libertés fondamentales pour parer un danger largement imaginaire?

http://www.letemps.ch

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy