VOLERE PER NECESSITA’

E’ dall’inverno scorso che, con alterne fortune, tentiamo di dare un nostro parere sulle vicende politiche nazionali. Le nostre sono sempre state riflessioni senza commento di parte e di ciò siamo particolarmente orgogliosi. Così, anche ora, desideriamo restare coerenti alla linea dei nostri principi d’informazione. Al di là dei tanti segnali in negativo, dopo un anno che è stato la croce dei partiti, il fronte politico nazionale ha toccato il fondo. Travolto dalla voglia d’onestà, sin troppo disattesa, che ha pervaso il Popolo italiano. Nonostante tutto, si può tornare a sperare nella ripresa. Ovviamente economica. Il 2010, pur con molto ottimismo, dovrebbe registrare un PIL positivo intorno all’1%. Meglio che niente. Quindi il rilancio ci sarà; ma sarà stentato. Meglio che niente. I mesi dei dubbi sono alle nostre spalle. Spalle forti che di “fardelli” ne hanno portati tanti. La meta ultima resta l’integrale ripresa dei cicli produttivi nazionali. Già dalla prossima primavera, se la Legge Finanziaria non sarà stravolta, tutti i politici dovrebbero cambiare le loro tattiche. Ci potrebbero essere, infatti, quelle novità che tutti abbiamo caldeggiato. Anche oltre gli attuali schieramenti di Governo e d’Opposizione. Il compito di concretizzare tutto questo resta, però, parlamentare. E’ il Potere Legislativo che dovrebbe avere la forza di pronunciarsi. Senza polemiche e per la ripresa del Paese. Le logiche di potere, che sono state caratteristiche di questa fine autunno, dovrebbero esaurirsi. Il futuro d’Italia ci sembra assai più importante degli scontri formali a destra ed a sinistra degli schieramenti parlamentari. Tutti hanno l’obbligo morale d’offrire un loro contributo. Nessuno escluso. La risalita, che tutti vogliamo, ha da trovare una convergenza politica che, almeno sino ad oggi, non siamo stati in grado di recepire. Negarlo è inutile. Per la verità, non ci attendiamo miracoli, né li auspichiamo. Sollecitiamo, invece, coerenza per alcuni obiettivi sul fronte economico/fiscale che si dovrebbero conseguire non oltre la prossima primavera. A questo punto, non ci sono alternative. E’inutile promettere, o presentare, progetti faraonici per uscire effettivamente dalla crisi. Un Governo “forte”, del resto, non servirebbe a garantire lo scopo. Restare fuori del potere non significa, quindi, rinunciare ai rapporti di collaborazione che, soprattutto, il PdL continua a lanciare al PD e possibili alleati di cordata. Ripartire da “zero” non è più possibile. Siamo in Unione Europea (UE) e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Sino in fondo. Insomma: chi ha la maggioranza deve essere posto nelle condizioni di governare. Chi è all’opposizione può controllare chi ci governa, ma senza i soliti “catenacci” parlamentari. La Seconda Repubblica deve trovare nuovi termini di raffronto organizzativi. Senza polemiche, chi è oggettivamente delegittimato, per il bene del Paese, dovrebbe farsi più in là.

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