Legge contro l’omofobia uguale per tutti

Sul settimanale Tempi (n. 48), in un articoletto irrisorio intitolato “L'avevamo tanto amata”, Marco Invernizzi scrive: “Perché il ministro Mara Carfagna si è innamorata dell'agenda glbt e insiste nel volere ripresentare una legge contro l'omofobia?…L'obiettivo della legge è un altro. Si tratta di ripetere quello che avviene nella grande maggioranza dei paesi europei, dove gay, lesbiche…beneficiano di una giurisdizione speciale che li tutela non come persone ma appunto come categorie a parte”. Intanto Invernizzi potrebbe cominciare a chiedersi per quale motivo una legge che mira a estirpare un atteggiamento profondamente immorale, gli procuri tanto fastidio. E poi sembra ignorare che la legge in questione, per quanto riguarda la pena, sarebbe necessariamente uguale per tutti, giacché punirebbe indistintamente tutte le persone colpevoli di reati la cui unica ragione è l'omofobia. Ma se riflettesse, si renderebbe conto che anche per quanto riguarda la tutela, la legge sarebbe in qualche modo uguale per tutti, giacché proteggerebbe indistintamente tutte le vittime dell'omofobia, a prescindere dal genere cui appartengono. Il giudice, infatti, non dovrebbe appurare l'identità di genere della persona aggredita, bensì se l'aggressore è stato spinto da pregiudizi contro l'omosessualità. Un esempio: Marco Invernizzi, pur non essendo omosessuale, per qualsiasi motivo entra in un locale frequentato da omosessuali, all'uscita viene scambiato per gay, e aggredito. Bene, in questo caso la legge lo tutelerebbe.

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