Domande ingenue. Ma come fanno i media a sapere dell’arresto di un cittadino e sempre in tempo utile per poterne, con telecamere e taccuini, registrare la scena? Non si continua a esagerare con la giustizia spettacolo? E a chi giova tutto questo? A una società di teledipendenti e di lettori di giornali in cerca di notizie forti?
Domande che chissà quante volte ci siamo poste e di cui conosciamo le risposte. E se le riproponiamo è perché sono per noi italiani di stringente attualità.
Domande che negli anni di tangentopoli furono oggetto di pubblica discussione: al punto da convenire sulla necessità di porre un freno alla gogna mediatica: una pena che il cittadino inquisito sconta, drammaticamente, ancora prima del giudizio. E quando poi il giudizio fosse di non colpevolezza, chi lo ripaga del danno ricevuto? Nessuno più cancellerà l’immagine della sua caduta dalla mente di chi ha visto la scena, di chi ha letto la prima cronaca dei fatti.
E d’altra parte i media (parlo dei media in generale, e cioè dei “vizi” dell’informazione, per non creare fraintendimenti) ci hanno abituato ai grandi titoli per raccontare arresti e condanne, soprattutto quando si tratta di personaggi pubblici, e alle notizie di scarcerazione e di assoluzione relegate nelle pagine interne.
L’arresto e la condanna fanno clamore. La scarcerazione e l’assoluzione quasi passano inosservate. Non dovrebbe essere così. Non deve essere così. Il nostro è il paese di Verri di Beccaria e altri. Tangentopoli non ci ha insegnato niente. Né sul piano della pubblica moralità (anche in questo caso parlo in generale) né sul piano della tutela delle garanzie del cittadino. Che è innocente – giova ricordarlo – sino al terzo grado di giudizio e andrebbe maggiormente tutelato nell’immagine e nell’onore.
Cosa voglio dire con questo: che l’informazione non deve fare la sua parte? Me ne guarderei bene. La notizia è sacra. Ma l’uso del mezzo che la diffonde deve essere moderato e responsabile. Quando si arresta un cittadino, e non solo cittadini che ricoprono cariche pubbliche importanti – rivolgo questa domanda a chi di dovere e a chi ne sa più di me in fatto di tutela delle garanzie individuali – non sarebbe più opportuno farlo nel massimo riserbo e darne poi comunicazione con una conferenza stampa, questa sì davanti alle telecamere? In conclusione, segua la giustizia il suo corso. Ma evitiamo, nei limiti del possibile, lo spettacolo.
Rosario Cambiano
Colonia