di Filippo Giannini
E’ probabile che alcuni concetti di questo articolo siano già apparsi in altri miei pubblicati in precedenza. In questo caso mi scuso.
Un amico lettore mi ha inviato una mail dalla quale riporto le parti più salienti: <(…). Da quali fonti, me le citi, ha appreso che dopo la promulgazione della legislazione razziale (1938), macchia d’infamia per la nostra nazione, gli ebrei a migliaia e migliaia si rifugiarono in Italia. Sia più preciso sui numeri e mi citi i documenti in suo possesso. Se fecero la loro scelta fu evidentemente assai poco felice, forse furono ingannati dalle chiacchiere del Mussolini pre-svolta razziale quando assicurava amicizia e sostegno agli ebrei. A me risulta invece che nella sola Roma, il 16 ottobre del 1943 furono catturati dai nazisti, con la complicità dei fascisti (sic), 1022 ebrei, compresi 200 bambini, inviati nei campi di concentramento nazisti. Di questi ben pochi hanno fatto ritorno nelle loro case (…)>.
Antonio Pantano nel suo libro “Ezra Pound” nelle pagine 110-111 ha scritto:
E veniamo ai fatti, ai nomi, alle date; non prima però di invitare il valido interlocutore di consultare il mio volume “Mussolini, il Fascismo e gli Ebrei” se desidera realmente una più completa documentazione che, in questa sede – come è comprensibile – non è possibile presentare. Il volume in questione è composto di 349 pagine delle quali 124 sono documenti di origine prevalentemente ebraica e per l’elaborazione di questo lavoro ho impiegato più di venti anni di ricerche, non davvero facili.
Nel 1943/44 ero uno scolare, ma ricordo chiaramente quelle giornate e posso testimoniare: 1) a quell’età e in quegli anni frequentavo la scuola elementare Grazioli Lante della Rovere a Roma e nella mia classe c’era un alunno, se ricordo bene il nome, Pozzi, ebreo; ha frequentato con noi, insieme a noi e tra noi sino alla quinta elementare. 2) Io allora abitavo a Roma in Via Po. All’angolo con Via Simeto, c’era un negozio di abbigliamento a quattro o cinque vetrine, il cui proprietario, Piperno (ebreo), svolse la sua attività senza problemi alcuno. Ricordo che chiuse solo per poche settimane dopo l’8 settembre 1943 (quando non c’era più Mussolini) ma riaprì appena il Duce riuscì a recuperare un minimo di autorità con la nascita della Rsi. 3) Di fronte al mio portone, sempre in Via Po, c’era un negozio di ottica, Astrologo, ebreo; poco più avanti Ginori, ebreo, che gestiva un negozio di vasellame. 4) Il mio pediatra, dottor Ventura, ebreo, aveva lo studio in Piazza Adriana. Il dottor Ventura svolse normalmente la sua attività: visitava i suoi piccoli clienti (come chi scrive queste note) in studio e a domicilio. E tutto questo nel pieno delle leggi razziali.
Le Leggi razziali furono certamente infami, se non avessero una motivazione e se fossero state attuate con crudeltà. Ma così non fu. E allora: perché furono concepite le Leggi Razziali? Per una risposta esauriente dovremmo riportarci agli anni ’30; ma questo non è possibile in questa sede. Allora vediamo di sintetizzare. Bernard Shaw nel 1937 aveva profetizzato:
Mussolini cercò in ogni modo – e questa è storia e posso dimostrarlo con documentazione – di evitare all’Europa e al mondo un nuovo e più catastrofico conflitto, ma l’interesse dei centri del potere del mondo si sentirono seriamente minacciati da quelle idee, che una volta ancora partivano dall’Italia e che si stavano espandendo in tutto il mondo.
Le offerte di Berlino per un’alleanza militare erano continuamente rigettate da Mussolini, il quale, pur riconoscendo valide le ragioni del Governo tedesco, diffidava del personaggio Hitler, e anche questa è storia e facilmente dimostrabile. E, come aveva ben visto Bernard Shaw, le grandi democrazie, seguendo un piano politico ben determinato, spingevano l’Italia verso quell’alleanza, grazie all’isolamento e ad una serie di gravi provocazioni nella quale il nostro Paese si venne a trovare. A marzo del 1938 Hitler, con l’entusiastico consenso degli austriaci, concretizzò l’Anschluss senza che il mondo muovesse un dito per impedirlo, ma con questa operazione la Germania si affacciava al Brennero. Tutto ciò ha fatto scrivere a Winston Churchill (La Seconda Guerra Mondiale, 1° Volume, pag. 209):
Come furono applicate le (certamente) odiose leggi razziali? Per avere un’idea di ciò, sarebbe sufficiente ricordare che decine di migliaia di ebrei che fuggivano dalla Germania e dai Paesi caduti sotto l’occupazione tedesca, si rifugiavano in Italia; eppure qui vigevano le leggi razziali, e perché non nei Paesi democratici? Perché la Svizzera li respingeva, l’Inghilterra minacciava di silurare le navi cariche di esuli, Roosevelt fece intervenire la sua Navy per respingere i fuggiaschi. Il mio interlocutore desidera, giustamente, dati e nomi; certo! Allora cito quanto ha scritto Daniele Vicini su L’Indipendente del 20 luglio 1993:
Avrei tanto da aggiungere, ma tanto. E tanti sono gli storici israeliani (onesti e riconoscenti) che attestano l’esistenza di uno “Scudo Protettore” (termine usato dallo storico ebreo Léon Poliakov nel volume Il Nazismo e lo sterminio degli Ebrei) fatto innalzare da Benito Mussolini per sottrarre gli ebrei dai campi di concentramento tedeschi.
Desidero, prima di concludere, soffermarmi sulla frase:
Come il mio interlocutore può vedere, ho citato autori e testimonianze non fasciste; però mi si conceda una deroga; Giorgio Pisanò ha scritto (Noi fascisti e gli Ebrei, pag. 19):
Quindi ricapitolando e per terminare: ho presentato lo scritto di Antonio Pantano che accusa le Potenze vincitrici del Secondo Conflitto mondiale di aver sottratto documenti per creare “una storia artefatta”; abbiamo le testimonianze di Winston Churchill e Trevelyan che accusano la politica inglese di aver costretto l’Italia di Mussolini ad allearsi con Hitler; a seguito di ciò, Renzo De Felice attesta che l’Italia “non poteva non avere le sue leggi razziali”, il giornalista Daniele Vicini che scrive che centinaia di esuli ebrei (e non solo ebrei) si rifugiarono in Italia nel periodo delle Leggi Razziali; abbiamo la testimonianza di due gemelle ebree che hanno attestato che Ferdinando Natoni, fascista, salvò loro ed altri ebrei dall’arresto da parte dei tedeschi e, non davvero ultima, la dichiarazione di Giorgio Pisanò (ma essendo fascista è da prendere con le pinze). Chi scrive queste note afferma di aver raccolto centinaia di documenti che attestano quanto sopra scritto e che, in questa sede è impossibile riportare. Dall’altra parte abbiamo un interlocutore che afferma esattamente il contrario di quanto sin qui detto. Evidentemente deve essere in possesso di documenti a me, a Pantano, a Pisanò sconosciuti. In questo caso lo invito a presentarli per farmi uscire dall’equivoco. E di questo lo ringrazierò.
E se concludessi accusando il primo Governo antifascista (per intenderci, Badoglio) a seguito della sua fuga il 9 settembre 1943, di aver di fatto consegnato ai tedeschi gli ebrei sino ad allora protetti dal Male assoluto, di quanto sarei in errore?