L’Italia è davanti agli altri. La ricetta-Berlusconi ha funzionato

Il Popolo della Libertà
BRUXELLES

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Il Sole 24 Ore

OCSE: CONFERMATI I SEGNALI DI RIPRESA

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L’Italia è davanti agli altri. La ricetta-Berlusconi ha funzionato

Buone notizie per l’Italia la cui crescita economica batte la media di Eurolandia. Non sono parole nostre ma de Il Sole 24 Ore, il quotidiano che fa capo a Confindustria. I dati riportati dall’Ocse ci riferiscono che l’Italia ha fatto segnare un rialzo del Prodotto interno lordo, quel Pil che misura la ricchezza dei Paesi, dello 0,6 per cento nello scorso trimestre rispetto ai 3 mesi precedenti. Basta pensare che la media europea del + 0,2 per cento per capire quanto stia andando forte in questo momento il nostro Paese. Ancora una volta aveva ragione il Presidente Berlusconi, quando diceva di scorgere quei segnali di ripresa in fondo al tunnel che l’opposizione e tutti i commentatori di quotidiani e periodici si rifiutavano assolutamente di scorgere. I dati dell’Ocse confermano il buon momento dell’Italia, soprattutto confermano il fatto che il nostro Paese è riuscito ad affrontare meglio degli altri la crisi finanziaria ed economica globale. Se guardiamo anche il sondaggio sulle aziende, vediamo che il 45 per cento delle nostre imprese prevede un 2010 migliore dell’anno che sta finendo. Il sondaggio in sostanza ribadisce l’intonazione verso l’ottimismo per il futuro prossimo. Soltanto il quadro relativo all’occupazione non migliora ma il rapporto di Business International rileva che il 55 per cento delle aziende, quindi la maggioranza, prevede di mantenere invariati i livelli dell’occupazione. In testa a ciò che chiedono le aziende, rimangono la diminuzione delle tasse e la riapertura dei rubinetti del credito. Tasse e credito, sono questi i punti sui quali si sta battendo il Governo, visto che già sono stati ridotti gli acconti sull’Irpef, di quasi 20 punti, e visto anche che il ministro Tremonti si sta dando da fare per indurre le banche a mantenere aperto il rubinetto dei finanziamenti alle imprese, poiché più finanziamenti significa più investimenti e a sua volta equivale a dire più posti di lavoro ovvero il mantenimento di quelli già esistenti. La conferma dei segnali di ripresa è una buona notizia per il nostro Paese perché sfata tutte le lamentele di una opposizione incapace di fare una sola proposta operativa e concreta. E sfata anche, questo conferma la notizia in arrivo dall’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, tutte le critiche di quei malintenzionati poteri forti che dalla critica al Governo traggono l’unico alimento alla loro momentanea e apparente forza.

Il Pil italiano leader europeo

Come ampiamente dimostrato da altri indicatori, l’Italia è tra i Paesi che meglio stanno reagendo alla crisi. Al punto che la crescita del prodotto interno lordo nel terzo trimestre è del 50% più veloce della media di Eurolandia, e del triplo più rapida se come termine di paragone viene presa la crescita dell’Unione europea.
Nel terzo trimestre di quest’anno, secondo i dati Ocse, la ricchezza italiana è cresciuta dello 0,6%, rispetto ad uno 0,4% dei paesi Euro e dello 0,2% della Ue. Vale a dire che l’andamento della dinamica del pil è stata di poco inferiore alla media dei tutti i paesi fotografati dall’Ocse (i più industrializzati): 0,8%; risultato, questo, trainato dalla forte spinta del Giappone (in un trimestre è cresciuto dell’1,2%) e degli Stati Uniti (0,9%). Di riflesso, ad “appesantire” la media del pil dell’Unione europea è il dato della Gran Bretagna, che anche nel terzo trimestre dell’anno ha segnato un -0,4%. Viene dunque confermato un elemento che ha portato a dire a Trichet, presidente della Banca centrale europea, che l’Italia uscirà prima e meglio di altri dalla crisi. E, forse, a fine anno (se le due economie proseguono l’attuale tendenza: una a crescere, l’altra a calare) , anche a superare la Gran Bretagna come valore complessivo del prodotto interno lordo.
Alla base di questa rapidità di reazione dell’economia interna, le scelte del governo al servizio della vitalità del nostro sistema imprenditoriale. Molte aziende italiane hanno avviato per tempo una profonda ristrutturazione volta a conquistare quote di mercato, agevolate in questa operazione dalle misure messe in atto dal governo. Una su tutte: la detassazione degli investimenti.
Con la propria politica economica, il governo ha quindi favorito l’uscita dalla crisi, intervenendo – in prima battuta – sulle persone, potenziando gli ammortizzatori sociali; ma, contemporaneamente, introducendo quei meccanismi utili alle imprese per agganciare i primi refoli di ripresa. Ed i risultati sono oggi testimoniati dall’Ocse. Con buona pace dell’opposizione, che oggi fa finta di non vedere quei risultati che hanno raggiunto l’economia reale ma forse non i salotti della sinistra.

Cala la pressione fiscale: merito del governo

Le entrate fiscali in Italia sono diminuite al 43,2% del Pil nel 2008 dal 43,5% del 2007. E' quanto emerge dalle stime dell'Ocse che in un rapporto evidenzia come le entrate fiscali dei Paesi aderenti all'Organizzazione si ridurranno ancora nel 2009, in seguito ai tagli delle tasse decisi dai governi per sostenere la domanda durante la crisi. Alla base del dato fotografato dall’Ocse per l’Italia nel 2008, c’è la scelta del governo di eliminare definitivamente l’Ici, e le altre misure di alleggerimento fiscale per le imprese.

Ripresa, segnali positivi

Si moltiplicano i segnali positivi del quadro economico nel nostro Paese. Gli ultimi vengono dal mondo del commercio e delle costruzioni, comparti nei quali l’indagine mensile dell’Isae segnala un recupero della fiducia da parte degli imprenditori.

Ÿ Commercio – L’indicatore Isae sale da quota 93,8 a quota 102: un forte ottimismo emerge in particolare sul volume futuro delle vendite e sono positive anche le indicazioni circa l’andamento corrente degli affari. Da Cosenza il presidente della Confcommercio conferma che “la fase acuta della crisi è alle spalle e ci sono segnali incoraggianti, sia pure timidi, di ripresa”.

Ÿ Costruzioni – In questo comparto la fiducia migliora per il terzo mese consecutivo e l’indicatore passa da quota 77,4 a quota 80,4 raggiungendo il valore più elevato da ottobre 2008.

Ÿ Occupazione – Il rapporto Isfol 2009 conferma che l’Italia regge la crisi molto meglio degli altri Paesi. Nel secondo trimestre 2009 l’occupazione si è contratta dello 0,9% a fronte di una media europea pari all’1,9%. Peggio di noi Francia, Gran Bretagna, Austria, Paesi scandinavi, per non parlare della Spagna (-7,1%). Su questo fronte gli interventi del governo sulla cassa integrazione, con l’estensione generalizzata della copertura degli ammortizzatori sociali, si sono dimostrati decisivi.

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