L’on. Amato Berardi ha accompagnato Joe Leone, un italiano di terza generazione che con la sua iniziativa è riuscito a toccare i cuori degli italo/americani che vivono negli Stati Uniti, a L’Aquila per portare un contributo alle vittime colpite dal terremoto.
Joe, sbarcato ieri mattina all’aereoporto di Roma “Leonardo da Vinci”, insieme alla sua famiglia, è venuto in Italia, terra d’origine dei suoi nonni, per una nobile missione, aiutare la popolazione d’Abruzzo colpita dal drammatico sisma del 6 Aprile 2009.
Oltre all’Onorevole Amato Berardi, Deputato al Parlamento Italiano per la Circoscrizione America Settentrionale e Centrale e rappresentante alla Camera per gli Italiani residenti negli States, erano presenti il maresciallo Giorgio Cucca ed il brigadiere Rocco Bozzo dell’Associazione Nazionale Carabinieri, reduci da Nassirja.
La delegazione ha incontrato il Gen. Fabrizio Lisi, Comandante Generale della Scuola dei Sovrintendenti della Guardia di Finanza, il quale ha illustrato ai visitatori il luogo in cui è avvenuto il G8, condividendone i contenuti.
Domani Joe Leone e il suo staff proseguirà il suo viaggio fino a Villa Oda a Salvi Marina, in provincia di Teramo, dove vivono 34 bambini e 12 suore della Casa Famiglia Immacolata Concezione delle Suore Zelatrici di San Gregorio (AQ), obbligati dopo il terremoto del 6 aprile scorso ad abbandonare l’immobile in cui vivevano. Per loro Joe, domani 26 Novembre, oltre a portare aiuti concreti, quali computers, televisori, vestiario, piccoli elettrodomestici da cucina, preparerà il pranzo del giorno del Ringraziamento, festa nazionale americana, e spiegherà loro l’importanza di questa ricorrenza negli Stati Uniti.
“La storia di questi bambini mi ha colpito molto – dice Joe – sono bambini con gravi problemi sociali familiari che sono rimasti senza una casa in cui vivere, spero, con il mio piccolo contributo di alleviare un po’ il loro disagio”.
“Non volevo solo inviare denaro e lavarmene le mani, volevo fare qualcosa di più – spiega Joe – ed è per questo che ho deciso di recarmi personalmente nelle zone terremotate per portare un po’ di aiuto e conforto”.
Come hai raccolto tutti questi aiuti che poi ha portato in Abruzzo?
“Mi sposto ogni fine settimana tra le varie ''Little Italy'' delle città degli States e dormo in una tenda allestita per strada per far capire alla gente la difficile condizione ed il disagio di chi sta vivendo in Abruzzo dopo il terremoto”.
Da cosa nasce questo impegno così forte e questa voglia di aiutare l’Abruzzo?
“Tantissimi americani di origine italiana come me, hanno avuto molto successo negli Stati Uniti e mi sono reso conto che fra tutti si poteva fare davvero qualcosa per quella gente che fa parte della nostra cultura, senza preoccuparsi di quale delle venti regioni italiane si trattasse.”
Joe ha esposto fuori dai suoi negozi grandissime bandiere americane e italiane sulle quali ogni persona, dopo aver donato una piccola o grande somma, può scrivere il proprio nome e la zona di origine in Italia.