Un progetto senza uno straccio di programma riformatore non può stare in piedi
di Luca Bagatin
“Alleanza ics l”Italia”. Che roba sia, ancora non sappiamo, anche se l”aspetto – già di primo acchito – sa un tantinello di vecchio e di stantio a parte quella “goliardica” ics o per che dir si voglia – un po” verde e un po” rossa – posta fra le parole “Alleanza” e “l”Italia”. Sarà che chi ha fondato questo nuovo raggruppamento è in primis Francesco Rutelli, noto per la sua incoerentissima storia politica: dall”antimilitarismo radicale, laico ed ambientalista al clericalismo cattocomunista sino al centrismo filo-casiniano. Con questi cambi di casacca, in quest”Italia ove ormai l”indistinzione e la mancanza di identità, storia e cultura politica la fanno da padrone, è riuscito anche a farsi eleggere Sindaco di Roma per due mandati e pure a farsi candidare a premier dell”Ulivo nel 2001.
Ad ogni modo e comunque, l”unica cosa che sappiamo di questa “Alleanza”, promossa anche dall”ex Udc Bruno Tabacci ed alla quale hanno aderito anche Paolo Guzzanti e Giorgio La Malfa, è proprio il rapporto privilegiato che avrà con l”Udc di Pierferdinando Casini. Per il resto di programmi e di temi centrali ancora non se ne parla. Almeno sino all”assemblea nazionale del movimento, che si terrà a Parma l”11 ed il 12 dicembre prossimi.
Anticipazioni pare non ve ne siano a parte il contestare questo bipolarismo basato su una “destra” populista imperniata sull”asse Berlusconi-Lega e su una “sinistra” giustizialista ed illiberale. Sì, va bene, siamo d”accordo e lo siamo da anni però…..però non vediamo come quest”alleanza indistinta, non dissimile dai minestroni Pd e PdL, possa rappresentare qualche cosa di alternativo.
A me, personalmente, ricorda moltissimo l”UdR fondata e poi subito dopo distrutta dall”ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel 1999. Un partito nel quale confluirono anche sparutissimi esponenti laici, che si dissolse subito – appunto – per volontà stessa del suo fondatore e che soprattutto era completamente priva di una base programmatica (dall”UdR nacque unicamente l”Udeur di Mastella, a dirla tutta).
Un progetto già visto, dunque. Ma un progetto senza uno straccio di programma riformatore non può stare in piedi e soprattutto senza una classe dirigente rinnovata ed identitaria.
Il dialogo fra laici e cattolici può anche star bene e giovare al Paese, così come avvenne negli anni “50 e “60 della Prima Repubblica, ma su pochi e condivisi punti di riforma che prevedano quantomeno: una drastica riduzione della spesa pubblica improduttiva; abolizione delle Province e comunità montane; separazione delle carriere dei magistrati e spoliticizzazione del CSM; riduzione progressiva delle imposte; introduzione di ammortizzatori sociali dignitosi a chi ne ha realmente bisogno; innalzamento dell”età pensionabile; privatizzazione della Rai.
Pochi punti sui quali i cittadini possano essere d”accordo all”80 e/o 90 %, evitando finalmente di dare ascolto alle lobby burocratiche del nostro Paese che mai ci permetteranno di uscire dalla crisi che – invero – viviamo da decenni. Non sono certo gli incentivi statali all”automobile, alle banche o alla grande industria che ci possono rendere un Paese finalmente responsabile, bensì una vera e propria rivoluzione liberale che parta dalla razionalizzazione della spesa pubblica.
Quest”Alleanza per l”Italia vorrà farsi carico di un programma come questo, che al momento stanno auspicando solamente certi settori dell”attuale maggioranza di governo (Francesco Nucara, Antonio Martino, Renato Brunetta, solo per citarne alcuni)? Ne dubitiamo, ma se ad ogni modo ci stiamo sbagliando: ben venga!
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it