Celebrazione del 4 novembre a Ginevra, 1° novembre 2009

di Carmelo Vaccaro

Anche quest’anno l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Italiani ( A.N.C.R.I. ), Sezione di Ginevra ha organizzato la ricorrenza del 4 Novembre. Una celebrazione che tutti gli anni non passa inosservata e che, anche quest’anno, svoltasi il 1mo novembre ha assunto una particolare importanza perché ricorre il 61° anniversario dell’Unità d’Italia, nel comune impegno ad operare per l’unità del Paese e per l’affermazione dei valori di giustizia, libertà e solidarietà tra tutti i popoli. Il programma della manifestazione è stato ricco di emozioni, già dalle 10.30 quando il Presidente dell’A.N.C.R.I., Comm. Nunzio Crusi, il Console Generale d’Italia, Alberto Colella, l’Addetto Militare, Col. Luciano Repetto hanno preso posto nella Cappella del Cimitero di S. Georges. Ad accompagnarli diverse personalità quali: Manuel Tornare e Vera Figurek, rispettivamente Consigliere Amministrativo e Presidente del Consiglio Comunale della Città di Ginevra, Dominique Louis, Capo del Protocollo Aggiunto del Cantone di Ginevra, Eric Stauffer Deputato al Gran Consiglio, il Capo della Polizia Ginevrina, Monica Bonfanti, il Direttore della “Italian Motor Village Suisse”, Stéphane Borloz, il Vice Console Francesco Cacciatore, il Presidente del Com.It.Es, Francesco Celia, nonché alcuni Consoli Generali di nazioni europee.

Molti Presidenti di Associazioni regionali, italiani e Associazioni combattentistiche di diversi paesi europei erano presenti con le bandiere di appartenenza e, anche in questa occasione, il Comitato Assistenza Educativa (CAE) e le insegnanti dei Corsi di lingua e cultura italiana hanno partecipato con alcuni alunni per recitare due poesie di Giuseppe Ungaretti, mentre gli alunni più piccoli sventolavano festosi le loro bandierine tricolore.
Dopo la messa, celebrata da Mons. Massimo De Gregori, un corteo con in testa la Banda della Polizia di Ginevra si è avviato verso il Monumento dei Caduti per la deposizione della corona di alloro.
Emozionanti i discorsi del Comm. Nunzio Crusi e del Console Generale Alberto Colella, di cui vi proponiamo alcuni frammenti.

Comm. Nunzio Crusi:
Carissimi amici connazionali. In rispetto di una patriottica tradizione siamo qui riuniti per celebrare anche se da lontano, una delle più importanti feste nazionali d’Italia: il IV Novembre.
Quest’anno ricorre il 91mo anniversario della fine del primo conflitto mondiale che riporta nella nostra memoria il ricordo di tutti i fratelli Caduti che, con il loro sacrificio, hanno consolidato l’Unità d’Italia.
Questa unità consacrata anche nella nostra Costituzione definendo l’Italia Repubblica democratica una ed indivisibile, è la decisa risposta che dobbiamo dare a quanti pensano di spezzettare questa unità, cancellando i vincoli di sangue che l’hanno cementata mettendo tutti insieme sotto il simbolo del tricolore gli italiani del nord, del centro e del sud.
Riconfermo anche la nostra solidarietà alle Forze Armate ed in modo particolare ai reparti che, lontani d’Italia, al servizio dell’ONU e della NATO, operano in zone molto pericolose per il mantenimento della pace e della democrazia.
E’ recente una vile imboscata che nella città di Kabul ha fatto registrare l’eroica morte di sei paracadutisti della Folgore impegnati in quella zona per dare sicurezza a quei cittadini contro ogni tentativo terroristico.
L’Italia ha pianto quei figli le cui bare, avvolte nel Tricolore hanno commosso tutti.
Il nostro impegno non sarà annullato, perché la lotta al terrorismo, ovunque si svolga é una lotta per la libertà anche del nostro paese. Sono questi i sentimenti che ci animano in questa giornata di sacrifici e di gloria che, che vogliamo auguraci, non sarà mai dimenticata perché in essa rivive la nostra democrazia con tutte le libertà costituzionali.
E’ questa la linea della nostra Associazione ed in Suo nome rivolgo a tutti un cordiale ringraziamento per la partecipazione. Viva l’Italia

Alberto Colella:

Cari amici della comunità italiana di Ginevra,

Celebriamo qui anche quest'anno la triplice ricorrenza del 4 novembre: l'anniversario di una Vittoria che segnò il conclusivo ricongiungimento con l'Italia di ogni sua parte, il giorno dell'Unità nazionale così pienamente conseguita e consolidata, e la Festa delle Forze Armate, che sono state protagoniste del formarsi dell'Italia unita e ne presidiano oggi le conquiste storiche e il nuovo ruolo nel mondo.

91 anni fa, il 4 novembre 1918, si concludeva vittoriosamente per l’Italia la Prima Guerra Mondiale. Si completava quel giorno, con l'unione al nostro Paese di territori, di lingua, di tradizione e cultura italiana, quel processo avviato quasi cent'anni prima dai combattenti del Risorgimento. I nobili ideali di un ristretto gruppo di patrioti erano diventati patrimonio di tutto un popolo, una coscienza nazionale cementata sui fronti e nelle trincee, dove persone provenienti da ogni regione, di diversa tradizione e cultura, di differente estrazione sociale, si trovarono a combattere assieme, uniti senza distinzione nello sforzo di difendere la patria comune, l'Italia.

L'unità nazionale uscì rafforzata dal conflitto, ma a grave prezzo in termini di sofferenze e di perdite umane: 600.000 morti, oltre a decine di migliaia di feriti e invalidi.

Oggi noi siamo qui riuniti anche per ricordare e onorare la memoria di questi caduti così come dei caduti italiani di tutte le altre guerre e di coloro che in tutto il mondo, al di là della loro divisa, hanno dato la loro vita al servizio del proprio Paese.

Non è dunque formale la celebrazione che promuoviamo, che sentiamo come necessaria e giusta, del novantunesimo anniversario di quella grande, luminosa giornata del 1918. E' una celebrazione che vediamo innanzitutto come occasione di rinnovato omaggio alla memoria degli italiani che caddero, bruciati in quella spaventosa fornace bellica: verso di essi la nazione italiana ha un debito inestinguibile, che dobbiamo continuare a onorare.
Nello stesso tempo, forte è il senso dell'occasione da cogliere per riflettere ancora sulla prova che diedero di sé, in condizioni così dure, il nostro paese e il nostro popolo, su come ne uscirono cambiati, su quali effetti e sviluppi positivi si sarebbe potuto contare nel futuro, al di là delle convulse vicende che seguirono e che segnarono per oltre un ventennio la società italiana.

Di qui una straordinaria risposta, fino alla vittoria che fu conseguita insieme dai soldati e dai cittadini, dalle crocerossine al fronte e da figure umili ed eroiche come le portatrici di Carnia. Una vittoria resa possibile, anche, da uno sforzo senza precedenti di mobilitazione industriale, che ebbe per protagonista una moltitudine di operai. Né si può dimenticare il prezioso sostegno che alla patria in guerra venne dalle donne rimaste a presidio delle famiglie. L'Italia uscì in questo senso dalla prova del 1915-18 cambiata moralmente, forte di un'acquisita comunanza di destino, riunita – con la liberazione di Trento e Trieste – entro i confini sognati dai patrioti del Risorgimento.

Celebrare questo storico risultato non significa dimenticare o tacere errori, responsabilità politiche e militari, cui si debbono far risalire costi umani e rischi estremi imposti al paese. Celebrare la vittoria del 4 novembre ed esaltare i sacrifici e gli eroismi che la prepararono e la forgiarono, non significa nemmeno edulcorare le atrocità della guerra, le sofferenze subìte, l'immenso prezzo di vite umane pagato dal popolo italiano. Appartengo alla generazione i cui nonni combatterono per anni nelle trincee della prima guerra mondiale: essi hanno trasmesso a ciascuno di noi una testimonianza incancellabile di orrore per la guerra e di volontà di resistervi, di vivere e di far vivere la Patria italiana.

Gli obbiettivi e i valori dell'unità nazionale e dell'indipendenza hanno rappresentato il filo conduttore delle fondamentali esperienze vissute dal nostro popolo in un periodo più che secolare: dal Risorgimento alla Grande Guerra, dalla Liberazione alla Ricostruzione. Fu necessario, oltre sessant'anni fa, uno sforzo straordinario per riscattare l'Italia da una impresa bellica sfociata nella disfatta e da una nuova occupazione straniera, riconquistando alla patria indipendenza, dignità e libertà e scongiurando possibili lacerazioni del tessuto unitario. Oggi, deve sempre considerarsi bene prezioso e imperativo supremo, l'unità nazionale, che va preservata dall'insidia di contrapposizioni spesso fuorvianti.

E' solo rafforzando la comune identità e l'effettiva coesione del paese, che l'Italia può mettere a frutto le sue potenzialità e far valere – nel nuovo contesto globale – il suo contributo di nazione indipendente e pienamente partecipe del concerto delle nazioni europee.

E' significativo che questa data celebri la vittoria nella Grande Guerra e sia anche la Festa delle Forze Armate. Come ieri al sacrificio dei nostri soldati si dovette il completamento dell'unità nazionale, un uguale debito di riconoscenza ci lega oggi alle forze armate che costantemente operano per garantire a tutti noi la pace e la sicurezza, condizioni indispensabili per il godimento, per tutti i cittadini, della libertà e della democrazia. Un uguale sentimento di gratitudine va alle forze dell’ordine ed al personale della protezione civile.

Un cenno infine sul ruolo nuovo ed essenziale delle nostre Forze Armate, che fin dai primi anni novanta del secolo scorso hanno concorso a importanti missioni, sotto l'egida delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e della Nato. La loro capacità operativa, l’umanità dei suoi membri, e lo spirito che anima le nostre forze armate hanno guadagnato al nostro Paese la stima del mondo intero.

Consapevoli di tutto ciò, siamo qui oggi per abbracciare in un unico rispettoso, riconoscente ed affettuoso ricordo i caduti del Grappa. Dell’Isonzo, del Carso, del Piave e di Vittorio Veneto, i nostri caduti di tutte le guerre, della lotta di liberazione, e tutti coloro che, in nome della Patria e del dovere, hanno perduto la vita, in pace come in guerra, nella quotidiana lotta contro il terrorismo e la criminalità.

Notevoli sforzi vengono fatti da varie persone per realizzare al meglio questa manifestazione, molto sentita dalla comunità italiana di Ginevra. Immancabilmente quelli del Comm. Nunzio Crusi e del suo comitato, del Gruppo Alpini, che assicura il servizio d’ordine, e per la parte consolare da Anna Sempiana. Tutta l’organizzazione insieme ottiene la partecipazione di oltre 1000 connazionali e, come tutti gli anni, lascia nei partecipanti il ricordo piacevole di aver passato un momento di unità nel ricordo della storia della nostra Patria.

Il 4 novembre è un giorno importante per la storia d’Italia perché si celebra in questa data l’armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l’Italia e l’Austria – Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell’unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre 1.050.000 furono i mutilati e i feriti: cifre che devono far riflettere e numeri da ricordare.

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