Pensioni, fisco e lettera Agenzia delle Entrate se ne è discusso a Basilea

Nel corso di una assemblea organizzata nella sede del Circolo di Realtà Nuova a Basilea, nei cui locali, tra l'altro, è iniziata di recente una permanenza settimanale del patronato ITAL-UIL, si è discusso di previdenza sociale e di fisco. Animatori della serata il presidente dell'ITAL-UIL in Svizzera, Mariano Franzin, che ha informato i presenti sui diritti pensionistici degli italiani in Svizzera sia nei confronti del sistema previdenziale elvetico che italiano, e Dino Nardi, coordinatore della UIM in Europa nonché membro del Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, il quale ha spiegato gli obblighi fiscali degli emigrati italiani che risiedono nella Confederazione alla luce della Convenzione italo-svizzera del 1976 per evitare le doppie imposizioni fiscali. Ma argomento principe della serata non poteva non essere la lettera che stanno ricevendo in Italia in queste settimane decine di migliaia di ex emigrati italiani ma anche tantissimi cittadini italiani che tuttora vivono e risiedono in Svizzera, ma non solo. A quest'ultimo proposito, Dino Nardi ha spiegato che proprio nel corso del Comitato di Presidenza del CGIE, tunutosi a Roma martedi 10 novembre, su esplicita richiesta dello stesso CGIE, è intervenuto un dirigente dell'Agenzia delle Entrate per dare gli opportuni chiarimenti in merito a questa iniziativa che sta terrorizzando migliaia di emigrati e, soprattutto, di ex emigrati. Il funzionario ha spiegato che la lettera in questione (ne sono state spedite ben 37'500) doveva essere destinata esclusivamente a cittadini italiani emigrati già iscritti all'AIRE che, nell'ultimo quinquennio, sono rientrati in Italia definitivamente, o vi hanno comunque soggiornato per un certo periodo di tempo, per poi riespatriare nuovamente. Pertanto il dirigente dell'Agenzia delle Entrate ha dichiarato che tutti coloro che sono emigrati ininterrottamente da più di cinque anni e si sono visti recapitare ugualmente la lettera dell'Agenzia sono stati coinvolti a causa di un errore dovuto a delle iscrizioni non corrette nelle anagrafi dei Comuni italiani. L'informazione di Nardi ha tranquillizzato l'uditorio, peraltro molto preoccupato da questa lettera, ed ha sollecitato tutti gli interessati a rispondere ugualmente all'Agenzia delle Entrate, anche se non dovuto, per evitare eventuali inutili complicazioni, inviando un'autocertificazione da dove risulti lo stato di residenza ininterrotta all'estero da più di cinque anni, allegandovi una fotocopia del permesso di soggiorno svizzero e del documento di identità italiano, con copia, per conoscenza, al Comune di iscrizione all'AIRE in Italia. Mariano Franzin ha ricordato poi che, pure rispetto a questo problema, gli uffici dei patronati del Ce.Pa. in Svizzera sono a disposizione per aiutare gratuitamente tutti gli interessati che lo volessero fornendo anche il facsimile dell'autocertificazione.

Zurigo, 12 novembre 2009

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