La Coppia che Non Scoppia Vola

Condivido con chi mi legge questa magnifica notizia di Giustizia che vince, di una coppia che non scoppia, assolutamente disarmata e disarmante, grazie anche all’ avvocato della difesa, Giovanni Bertoletti, che se ne intende di notizie vuote come i caricatori trovati e storie semplici semplici, come l’Aereoporto di Viterbo di cui è presidente di Comitato, nonchè assessore al comune di Viterbo, nonchè dirigente locale di Alleanza Nazionale, in dirittura di Alleanza per l’ Italia , nonchè “La famiglia è la sua vera passione: con la moglie Arianna e i suoi due figli Francesco e Luca trascorre tutto il suo tempo libero” come si legge sulla pagina del comune Città di Viterbo. Ringrazio un giornale web locale On Tuscia, di cui riporto integralmente la notizia, di avermi dato agio di iniziare la giornata serenamente, sollevata da questo caso, liberata anche io dall’incubo di un’ incriminazione ignominiosa, a carico di una meravigliosa coppia a cui auguro vita lunga e felice.Rimanendo con i piedi per terra, spero per i protagonisti, scenari immortali, mortaretti e fuochi d’artificio e tanti bum bum per i progetti commerciali e affini…L’accordo in ogni Coppia con salde radici, regge, basta che non si cambino i Principi, con o senza accento sulle i.Per Skaramanzia…pensa THINK,
pensa reggae!
PENSA!
Doriana Goracci

“Trafficanti d’armi. Terroristi. Accuse pesanti, specie se rivolte a una coppia viterbese – lui maresciallo dell’Esercito e lei commerciante in articoli militari – con un figlio in età scolare. Ieri il giudice del Tribunale di Viterbo Eugenio Turco li ha definitivamente liberati dall’incubo emettendo per entrambi la sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Salvatore Abela, militare distaccato alla Nato e sua moglie Paola Scarino avevano ricevuto, nell’aprile del 2008, la visita nella loro casa degli uomini della Questura di Viterbo, arrivati in seguito a una segnalazione, che avevano eseguito una perquisizione. In casa trovarono pistole, fucili, munizioni e alcuni caricatori (vuoti). Da qui l’ipotesi di traffico d’armi e, perfino, un possibile coinvolgimento in associazioni di tipo terroristico. Alla fine l’equivoco fu chiarito e risultò che era tutto materiale legalmente detenuto (lui è istruttore di tiro e ha fatto parte della nazionale militare, lei vendeva materiale per la difesa personale) e quindi dissequestrato. Rimaneva solo l’imputazione per la detenzione di dieci caricatori e trentasette cartucce calibro quaranta. Il difensore dei due coniugi, Giovanni Bartoletti, ieri mattina ha definitivamente provato l’innocenza dei suoi assistiti, facendo presente che – così come riportato sul sito internet della Polizia di Stato – per i caricatori non è necessaria alcuna denuncia. Da qui la sentenza del giudice di assoluzione, perché il fatto non costituisce reato.”

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video e riferimenti

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