Intervista ad Antonia Pasqua Recchia: Un “Sistema Cultura” per la digitalizzazione del patrimonio e dei servizi culturali

La Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale in seno alla nuova struttura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si propone di portare a compimento entro il 2012 la completa digitalizzazione dei servizi e delle risorse culturali per la realizzazione di un programma d’innovazione per il patrimonio culturale.

Durante le giornate del 47° Congresso Aica che quest’anno si svolgono a Roma, il Mibac, nella figura dell’Arch. Antonia Pasqua Recchia, ha presentato “Sistema Cultura”, programma di innovazione culturale che ingloba 4 differenti progetti:

– Portale della cultura
– MuseiD-Italia – Cultura per tutti
– Certificazioni e vincolistica on-line
– CulturAmica- ESPI 2

L’obiettivo comune è quello di “stare dalla parte dei cittadini” per rispondere in modo più soddisfacente ai nuovi bisogni, più complessi e diversificati di prima.
Obiettivo ambizioso se si punta lo sguardo al contesto generale: una società, quella italiana, in ritardo rispetto all’Europa sul piano della ricerca e dell’innovazione, che destina solo l’1% del suo Pil alla ricerca a dispetto del 3% medio degli altri paesi europei e che è ben lontana da quel Recovery Plan dell’era Obama destinato a salvare molti operatori del settore dell’educazione e della ricerca.
Una fase di ripiegamento e di crisi, a cui però, secondo l’Arch. Antonia Pasqua Recchia, direttore generale organizzazione, affari generali, innovazione, bilancio e personale del Mibac, si sta reagendo in maniera positiva.
“Per l’anno prossimo – afferma – abbiamo finanziamenti aggiuntivi per 4 milioni 600 mila euro che sono quelli stanziati nel protocollo Bondi-Brunetta del 19 febbraio 2009, a cui si aggiungerà un contributo di risorse ministeriali di minore entità. Altri 2 milioni saranno inoltre quelli destinati alla digitalizzazione e alla catalogazione del patrimonio artistico-architettonico”
Premessi gli obiettivi e considerati i finanziamenti, sembra che la ricerca e l’innovazione rappresentino ancora un elemento sottosviluppato e, per alcuni versi “sottovalutato” del nostro sistema.
Formazione e ricerca, finanziamenti e accordi. Per riuscire a comprendere meglio gli obiettivi e gli strumenti attraverso i quali sarà possibile intraprendere la strada dell’innovazione, Tafter ha rivolto alcune domande alla Dott.ssa Pasqua Recchia.

Arch. Pasqua Recchia, uno degli obiettivi del progetto “Sistema Cultura” è quello del rilancio del turismo culturale. A questo proposito, oltre all’apporto del Ministero per la Pubblica Amministrazione è stata prevista una collaborazione anche con il Ministero del Turismo?
Certamente. C’è un tavolo di lavoro che punta a trasferire tutte le informazioni culturali dei territori all’interno dei piani di sviluppo del turismo, soprattutto di quello culturale.
Vorrei sottolineare che non basta avere una grande quantità di patrimonio culturale nei territori, avere dei bei scorci paesaggistici per alimentare il turismo. È indispensabile investire anche su altri settori quali i trasporti, le infrastrutture, la qualità dell’accoglienza, la ricettività.
Tutti questi aspetti devono creare una sinergia: immaginiamo infatti di avere un museo di pregio e di qualità la cui fruizione è però ostacolata dal fatto che la struttura non si può raggiungere facilmente perché fuori dai circuiti turistici.
La collaborazione con il Ministero del Turismo deve quindi aumentare: noi faremo del tutto per trasferire informazioni, cosa che stiamo già facendo a livello di portali web tra Culturaitalia e Italia.it, il sito che il Ministero ha deciso di rilanciare dopo il fallimento di qualche anno fa.
Credo però che ribaltare su tutte le iniziative culturali il fallimento di quel portale, un fallimento di metodo, di procedure, di mancata condivisione di base non sia giusto.

archivioAll’interno del progetto è prevista anche una stretta collaborazione con le amministrazioni periferiche. In che modo avverrà la collaborazione e come verrà coordinata?
Le nostre Sovrintendenze hanno, per ragioni istituzionali, grandi rapporti con tutti gli enti locali nazionali.
Molto spesso questi rapporti sono turbolenti perché l’istituzione centrale viene vista come il cosiddetto “Signor No”. Questo è un aspetto che dovrà sicuramente essere ammorbidito affinchè ci sia una maggiore comprensione da entrambe le parti.
Per quanto concerne l’ICT, abbiamo cominciato a portare avanti dei progetti con gli enti locali.
Non da ultimo il fatto di aver costruito una cabina di regia nel portale della cultura in cui figurano i rappresentanti delle singole regioni, i rappresentanti dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani e dell’UPI, Unione Province Italiane. Questa cabina di regia dovrà governare anche l’orientamento dei flussi finanziari, che speriamo aumentino nel corso degli anni, sull’ICT dei beni culturali, vedendo quindi protagonisti attivi tutti i livelli di governo.

Si è parlato molto di formazione, di come i giovani oggi non trovino nei beni culturali un settore fertile per la loro esperienza professionale. Come tenterete di ovviare a tutto ciò?
Nel nostro piccolo abbiamo cercato di costruire dei progetti in cui la partecipazione dei giovani sia primaria: a livello di catalogazione, di indagine sul territorio, di ricerca informativa. I giovani sono il nostro futuro e se noi non facciamo qualcosa per evitare che le loro aspettative vengano deluse, avremo giovani frustrati, senza speranza che non potranno dare nulla a sé stessi e a noi. Il patrimonio culturale, unito naturalmente agli investimenti che si devono fare per proteggerlo, può essere un campo in cui i giovani possono realizzare la loro professionalità e i progetti nell’ambito dell’ICT tentano di essere un’opportunità concreta per le future generazione. Se pensiamo che più della metà degli italiani non accedono ad internet, immaginare di non coinvolgere i giovani in progetti simili sarebbe un’assurdità.

di Laterza Chiara
su www.tafter.it

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