Mafia: un grande problema per l’Europa

di Leoluca Orlando

Riporto una mia intervista rilasciata al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, di venerdi 6 novembre, dove spiego come la politica di Berlusconi favorisca la mafia e metta in pericolo anche le imprese tedesche.

Sueddeutsche Zeitung: On. Orlando, lei è spesso all’estero. Si sente a disagio quando si parla del suo presidente del Consiglio?
Leoluca Orlando: Oramai il tempo di parlare dell’immagine di Berlusconi è superato. Tutti sanno chi è. Spero soltanto che non si dimentichi che esiste un’altra Italia.

Sueddeutsche Zeitung: Il Capo del Governo si comporta come se incarnasse lo stato. Per questo dire ”Viva Berlusconi”, per lui equivale a dire “Viva l’Italia!”. Nel frattempo, si può dire che il suo paese sia diventato una sorta di Demokratur (dittatura della democrazia)?
Leoluca Orlando: È un fatto. Una dittatura nel 2009 è del tutto diversa dalla dittatura di Mussolini o di Hitler. Abbiamo nuovi mezzi di comunicazione, una nuova mafia e una nuova dittatura, ma tutto appare con le sembianze della democrazia, e Berlusconi ne è un simbolo.

Sueddeutsche Zeitung: Può fare altri esempi?
Leoluca Orlando: In Italia non c’è più differenza tra ciò che privato, ciò che è pubblico e ciò che è politico. Normalmente, a noi non interessa cosa succede in camera da letto. Tuttavia per Berlusconi è normale incontrare Putin nello stesso posto dove tiene sedute del Consiglio dei Ministri e dove organizza feste private con escort che vengono portate da aerei di Stato. Si tratta di una questione etica, non giuridica, nel senso di penalmente rilevante. Il presidente del consiglio non dovrebbe agire in questo modo.

Sueddeutsche Zeitung: Nonostante questo, molti italiani lo votano, ritenendo che sia accettabile che egli da singolo sfidi lo Stato.
Leoluca Orlando: Una tale convinzione rende la situazione ancora più pericolosa. Berlusconi è un cattivo esempio per tutti. Coltiva valori negativi. Egli si trova in perenne conflitto di interessi, essendo al tempo stesso un potente imprenditore della comunicazione e il Presidente del Consiglio. E ciò produce ulteriori conseguenze. Nel frattempo, il nostro problema è che crescono tanti piccoli Berlusconi che spadroneggiano nei quartieri e nei territori, politicamente tanto di destra e di sinistra. E’ diventato normale che un politico contemporaneamente sia anche un privato imprenditore. Comportamenti simili alimentano una cultura altra rispetto a quella democratica.

Sueddeutsche Zeitung: Con quali conseguenze?
Leoluca Orlando: Non c’è più nessuna normale competizione. Si tratta di una corruzione etica della democrazia. Berlusconi controlla i media, domina nelle inchieste e soprattutto dà al popolo ciò che il popolo vuole avere. E’ come Ponzio Pilato che ha sacrificato Gesù, pur magari convinto della sua innocenza. Ma non vi può essere in alcun modo una democrazia da Ponzio Pilato. Non si può approfittare del consenso dei cittadini e con questo governare contro il diritto. Un politico deve avere una visione del bene.

Sueddeutsche Zeitung: La visione di Berlusconi è che lo Stato sia simile ad una azienda privata guidata da un amministratore carismatico.
Leoluca Orlando: Sì, ma in realtà così ha pervertito il ruolo del premier, utilizzando la televisione per dare alla gente ciò che vuole, e al tempo stesso illudendola. E intanto controlla la televisione privata e pubblica.

Sueddeutsche Zeitung: Lo scorso anno lei avrebbe dovuto guidare la Presidenza della Commissione di vigilanza dei servizi radio televisivi, che si occupa della libertà di informazione e della RAI. Per quale motivo non è stato possibile?
Leoluca Orlando: Glielo voglio chiarire: questo incarico spetta ad un membro dell’opposizione ed io ero il candidato designato per diventarlo. Questa è la regola. I partiti dell’opposizione erano tutti d’accordo che io dovessi essere il Presidente della commissione. Due volte al giorno, per sei mesi sono andato in Parlamento giornalmente per essere eletto, ma questo non avveniva mai. Poi a settembre il Presidente del Senato mi ha consigliato di parlare confidenzialmente con Berlusconi. Vi era un veto sul mio nome, ma con quell’incontro tutti i problemi avrebbero potuto risolversi.

Sueddeutsche Zeitung: Cosa le propose Berlusconi?
Leoluca Orlando: Avrei dovuto vederlo ma mi sono rifiutato. Poi voleva telefonarmi, mi sono anche in quel caso rifiutato. Le mie motivazioni? Non può essere possibile che un capo di Governo decida di una questione che spetta esclusivamente al Parlamento, che decida cioè di un incarico parlamentare. Non può essere possibile, peraltro, che il più potente imprenditore della comunicazione decida di utilizzare il suo incarico politico per controllare la sua impresa e l’impresa pubblica televisiva concorrente. Com’è noto, a causa del mio rifiuto di scendere a compromessi non sono diventato Presidente della Commissione di vigilanza Rai.

Sueddeutsche Zeitung: La politica di Berlusconi è fare provvedimenti che possano giovargli. Così si è giunti alla legge sull’immunità che lo difende dall’essere perseguito e che gli assicura protezione dalla prosecuzione di processi in corso. Ma questa legge recentemente è stata annullata dai vostri giudici costituzionali.
Leoluca Orlando: Accanto all’Europa la nostra seconda speranza è la Corte Costituzionale. Senza quei giudici la democrazia morirebbe.

Sueddeutsche Zeitung: Berlusconi insulta i giudici definendoli “comunisti”, affermando che non sarebbero indipendenti.
Leoluca Orlando: Simili esternazioni sono ciò che la criminalità e la mafia culturalmente richiedono, che così cioè parli un presidente del consiglio. È una polemica senza senso. Invece vorrei ricordare che il vero problema in Italia non è il diritto, ma le leggi ad personam. Anche la Germania e l’Europa ne pagheranno le conseguenze.

Sueddeutsche Zeitung: Cosa intende con questa affermazione?
Leoluca Orlando: Una di queste leggi prevede che i capitali criminali vengano rimpatriati per essere riutilizzati se il possessore paga il cinque per cento di tasse per il rientro, con il diritto all’anonimato. È un premio all’illegalità. Insomma, chi ha portato illegalmente soldi all’estero adesso viene anche premiato! I normali lavoratori devono pagare, invece, dal trenta al quaranta per cento di tasse. Pensate che cosa accadrà adesso. Il denaro illegale è fuggito all’estero in lire ed è rientrato in euro. Questo denaro finirà con l’essere investito a Parigi, Londra, Monaco. Posso soltanto dire: Buona fortuna! Finirà per comprare l’Europa, grazie al sostegno di Berlusconi. Questo è un grande problema per l’Europa intera.

Sueddeutsche Zeitung: Non è troppo pessimista?
Leoluca Orlando: Aspettiamo sei mesi e poi si vedrà come molte imprese tedesche saranno acquistate dagli italiani col denaro sporco fatto rientrare. La guardia di Finanza valuta la somma di denaro nero che potrà rientrare nei termini di trecento miliardi di euro.

Sueddeutsche Zeitung: Anche il patrimonio di Berlusconi ne trarrà beneficio?
Leoluca Orlando: Non mi meraviglierebbe se approfittasse di questa legge.

Sueddeutsche Zeitung: Con la politica di governo di Berlusconi l’Italia è ritornata a combattere la mafia ?
Leoluca Orlando: La mafia ha bisogno di Berlusconi. La lotta contro quest’organizzazione è condotta dalla polizia e dai procuratori. L’attuale governo, al contrario, non promuove più soltanto la cultura della vecchia mafia, ma finisce con il sostenere la cultura della nuova criminalità. Come lei sa, la vecchia mafia pervertiva valori tradizionali come l’onore, la famiglia o l’amicizia.

Sueddeutsche Zeitung: E la nuova?
Leoluca Orlando: La nuova mafia perverte valori moderni non strettamente locali e regionali, come libertà o competizione. Il dramma è che non vi è separazione, ma vi è un ponte tra vecchia e nuova mafia. La mafia agisce infatti tanto localmente tanto globalmente.

Sueddeutsche Zeitung: Così come a Duisburg nel 2007, dove comandi criminali di alta professionalità della mafia hanno ucciso sei persone.
Leoluca Orlando: I mafiosi uccidono in maniera moderna ormai, con semplicità ed efficienza, ma in modo comunque brutale. Così come un tempo i terroristi della Baader-Meinhof o le Brigate rosse. La nuova mafia non ha bisogno di persone che si chiamino Pietro o Francesco ma Peter, Wolfang e Jurgen. Dopo la strage di Duisburg, i tedeschi hanno capito che non è più possibile confinare la mafia all’interno della gastronomia italiana. In un locale italiano, ormai si rischia prevalentemente soltanto di mangiare una pessima pizza. Ma gli interessi di questa mafia sono diventati così grandi che una pizza è troppo piccola.

Sueddeutsche Zeitung: Dove sarà attiva la nuova mafia a suo avviso?
Leoluca Orlando: Nella borsa di Francoforte, nelle banche, nel settore immobiliare. E molti hanno risolto i loro problemi di liquidità grazie a questa nuova legge di garanzia per il denaro sporco (cosiddetto scudo fiscale).

Sueddeutsche Zeitung: Cosa può fare l’Unione europea contro tali comportamenti?
Leoluca Orlando: Bruxelles deve chiaramente difendere le regole di competizione che dovrebbero valere anche per l’Italia. Pensi cosa è accaduto con l’Alitalia. Questa compagnia aerea era in una grave crisi e dopo una gara avrebbe dovuto essere acquistata da Air France. Ma sono arrivate le elezioni del 2008, Berlusconi ha vinto e i suoi ricchi amici hanno fondato una società attraverso la quale hanno comprato Alitalia. Sostanzialmente non pagando nulla. Tutti i debiti sono stati caricati e sopportati dallo stato e dai contribuenti. Anche gli amici che sono politicamente di destra si vergognano di questa perversione della cultura liberale. Il sogno di tanti italiani è quello di poter vivere in uno stato di diritto e magari fare una buona opposizione.

Sueddeutsche Zeitung: L’unione europea ha la possibilità di fare qualcosa se Berlusconi insiste?
Leoluca Orlando: Sicuramente l’Europa non è ancora abbastanza forte ma per noi è una garanzia; senza l’integrazione europea la situazione da noi sarebbe catastrofica, ci troveremmo a vivere come in un paese latinoamericano con strutture democratiche deboli o inesistenti. Non prendiamoci in giro. Se l’Italia non fosse già da tempo parte dell’Europa, con questo deficit di legalità, democrazia e legalità rischierebbe di non poter essere ammessa nell’Unione. La realtà è anche però che l’opposizione in Italia opera contro Berlusconi in modo incerto e debole.

Sueddeutsche Zeitung: La vostra opposizione è debole e litigiosa.
Leoluca Orlando: Il mio partito, l’Italia dei valori, viene considerato la più intransigente forza di opposizione. Anzi, questa intransigenza diventa anzi spesso un’accusa. Ma il nostro partito può contare soltanto sull’8 per cento. Il più grande partito di opposizione, il Pd ha perso molto tempo per capire quanto fosse pericoloso Berlusconi. Gli esponenti di quel partito hanno creduto che Berlusconi facesse incredibili errori, e alla fine finisse col farsi fuori da solo. Non è stato così.

Sueddeutsche Zeitung: Una valutazione sbagliata. Qual è allora la vostra proposta per arginare Berlusconi?
Leoluca Orlando: Noi dell’Italia dei valori non ci stanchiamo di ribadire che il governo di Berlusconi è sostanzialmente antidemocratico. È una realtà che viene percepita da un numero crescente di italiani. E quando ci si mobilita si ottiene un consenso crescente. In quale paese europeo, d’altro canto, protesterebbero quattrocentomila persone per difendere la libertà di stampa?

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