DA BUFALA A BUFALA (E INSISTONO!). Mussolini “coureur de jupon”? E anche « espion »?

di Filippo Giannini

Dopo il mio precedente articolo: “Bufale, Bufalone” non avrei voluto tornare sull’argomento ma, visto il persistere di alcuni organi d’informazione, molti dei quali stranieri, anche se a malincuore, riprendo la penna.
Prendiamo ad esempio il giornale svizzero “Tribune de Geneve” il quale, in un articolo a firma di Yannik Van Der Schueren, senza alcun ritegno titola: “Benito Mussolini, un espion à la solde des Britanniques”, oppure “Il Sole 24 Ore”: “Mussolini spia degli inglesi per 100 sterline alla settimana”. Certo che per molti editorialisti le parole non hanno più un senso, questo per un giornalista onesto ma ignorante; per quelli il cui senso delle parole hanno ancora un valore, l’accusa è più grave: provocatori o calunniatori. O entrambi le cose. Andiamo ad aprire il “Dizionario Fondamentale della Lingua Italiana” e vediamo quale senso reale dare al sostantivo “Spia” e leggiamo: .
Ed ora mi rivolgo alle persone oneste e a coloro che ancora riconoscono il valore della parole: Mussolini è stato una spia?
Riporto alcuni cenni di Maurizio Barozzi, concetti che condivido a pieno: .
Il 5 dicembre 1912 al ventinovenne Mussolini venne affidata la direzione dell’Avanti! Il dinamismo dimostrato dal giovane direttore creò gelosie e preoccupazioni nella direzione del partito stesso. Queste si accrebbero ancor più a seguito di un discorso tenuto al teatro Banci di Cesena, nel quale Mussolini puntualizzò la netta distinzione esistente fra il partito socialista e il socialismo. E’ una distinzione di valenza storica nella quale già si nota l’evoluzione del pensiero mussoliniano. Ecco il passo più interessante: . Già da queste poche parole, si può intravedere il motivo di tanto rancore, da parte delle consorterie finanziarie, verso quell’uomo.
1914, è l’inizio del grande conflitto che poi diverrà mondiale. Il 1° agosto l’Italia dichiara la propria neutralità.
La posizione di Mussolini era chiara: >Abbasso la guerra!>, come titolava a tutta pagina su l’Avanti! Nello stesso tempo Mussolini prendeva coscienza che i partiti dell’Internazionale socialista si sfaldavano e si schieravano, da una parte e dall’altra delle trincee, con i governi dei propri Paesi in guerra. Questo si rivelerà un passaggio fondamentale nell’azione rivoluzionaria di Mussolini, coerente al pensiero mazziniano quale “grande prova di popolo”. Mussolini intuì, come altri pensatori socialisti, che la vera evoluzione delle masse proletarie poteva avvenire con la forza di rivoluzionarie trasformazioni nell’ambito di ogni singola nazione. E la strada era la guerra e verso quella strada dirigerà la sua azione. Così, se il 1° agosto aveva scritto “Abbasso la guerra!”, il 18 ottobre scrisse un articolo dirompente: “Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva e operante”.
A seguito di questa svolta politica, il 20 ottobre, durante una riunione del PSI, Mussolini fu costretto a dimettersi dalla direzione del giornale.
Le correnti interventiste divenivano sempre più agguerrite e ricche di personalità autorevoli. Fra queste troviamo, oltre al futurista Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D’Annunzio, i repubblicani Eugenio Chiesa, Luigi De Andreis e i socialisti Leonida Bissolati e Gaetano Salvemini.
Domenica 15 novembre 1914, vide la luce il primo numero de “Il Popolo d’Italia – Quotidiano socialista”, nel quale il futuro Duce chiariva i motivi della sua scelta: l’interventismo. E da questa linea non ha più derogato, avendo preso atto del fallimento dei partiti socialisti europei e la guerra, come abbiamo visto, aveva reso l’Internazionale una parola senza più contenuti. A conferma di ciò è sufficiente leggere tutti gli scritti di Mussolini, ognuno di questi è una campagna per la continuazione della guerra a fianco degli alleati; e questo anche, e ancor più, dopo il disastro di Caporetto. Quindi quale motivo aveva Sua Maestà Britannica a finanziare un giornale che tanto bene sosteneva la volontà di proseguire la lotta? Questo è solo uno dei motivi (perché ce ne sono ben altri, che in questa sede non è possibile esaminare) per cui ritengo che il documento di Peter Mortland è un falso. D’altra parte che tutta questa storia sia una bufala, è data dal fatto che l’intento degli estensori era di diffamare quanto più possibile quel morto appeso per i piedi a Piazzale Loreto. A controprova propongo quanto ha scritto l’articolista de Tribune de Geneve, il quale con malcelata, sciocca ironia e senza prove, ha scritto: . Evidentemente l’articolista, o il signor Peter Mortland, ha trovato le ricevute delle marchette rilasciate dalle maitresses a Mussolini, per ogni prestazione sessuale fornita.
Al giornalista svizzero Yannick Van Der Schueren contrappongo quanto scrisse il ben più noto e ritenuto il miglior giornalista di quel Paese, Paul Gentizon: .

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