Bari: in mostra il dipinto di Alessandro Turchi, detto l’Orbetto, raffigurante i Santi Cosma e Damiano

Con l’esposizione del prezioso altarolo di avorio di manifattura parigina (fine sec.XIII), commissionato da Carlo d’Angiò in occasione della morte del giovane figlio Filippo e donato al clero di Trani, recentemente restaurato a cura dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, la Galleria Nazionale della Puglia “Rosaria e Girolamo De Vanna”, inaugurata nell’aprile 2009 e collocata nella prestigiosa sede del cinquecentesco Palazzo Sylos Calò di Bitonto (BA), ha dato inizio ad un ciclo di iniziative miranti ad informare il grande pubblico e gli addetti ai lavori sulle diverse attività della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia.

Il prossimo appuntamento, fissato per il 16 ottobre alle ore 17,30, è dedicato alla presentazione di un dipinto raffigurante I Santi Cosma e Damiano, il cui restauro è stato appena completato presso il laboratorio della Soprintendenza.
L’opera sarà presentata dallo storico dell’arte Massimo Pulini, che nel 1996 ne ha avanzato l’attribuzione al pittore Alessandro Turchi, detto l’Orbetto (Verona 1578- Roma 22 gennaio 1649), datandolo intorno ai primi anni ’30 del XVII secolo.

Per l’occasione è stata pubblicata una brochure che illustra la storia e il restauro del dipinto, contenente le presentazioni di Ruggero Martines, Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, e di Fabrizio Vona, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, i testi degli storici dell’arte Nuccia Barbone, Antonella Di Marzo, Rosa Lorusso Romito, Massimo Pulini e delle restauratrici Angela Laterza e Anna Scagliarini.

La presentazione del dipinto coincide con i festeggiamenti in onore dei Santi Cosma e Damiano (terza domenica di ottobre), il cui culto è documentato a Bitonto sin dal XIV secolo.
Sarà possibile ammirare il pregevole dipinto sino al 25 ottobre 2009.

Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria De Vanna”
Palazzo Sylos Calò
via G. Rogadeo 14 Bitonto (BA)
Mercoledì chiuso; Orario: 9,30 – 20,00
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura
Ingresso libero
Info: tel. +39 080 3716184
Visite guidate: per gruppi

Alla fine della mostra il dipinto tornerà nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Conversano.

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Conversano
Largo San Cosma, 1
Conversano (BA)
È possibile prenotare una visita alla chiesa telefonando al numero +39 080 4951139

Altri monumenti da visitare a Conversano:

Castello e Pinacoteca
Piazza Castello, 70014 Conversano (BA)
Orario di apertura:
dal martedì al venerdì: ore 10,00 – 12,30 / 17,30 – 20,00
sabato e domenica: ore 10,00 – 12,30 / 18,30 – 21,00
Lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Informazioni e prenotazioni:
tel. +39 080 4956517 iat@comune.conversano.ba.it

Storia del dipinto
La tela (cm 200 x 148) proviene dall’altare maggiore della chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Conversano, prezioso scrigno di opere di Paolo Finoglio (Orta di Atella o Napoli 1585 ca.– Conversano 1645), alacre rappresentante della pittura napoletana, il quale, morendo nella stessa cittadina pugliese, feudo del potente conte Giangirolamo Acquaviva d’Aragona nonché committente dell’edificio sacro, non poté condurre a termine l’impresa decorativa del soffitto della chiesa, proseguita dai suoi allievi, da Nicola Gliri .e da Cesare Fracanzano. A quest’ultimo artista la tradizione riferiva la pala dell’altare maggiore per i caratteri classicisti in essa riscontrabili, datandola intorno al 1650, anno della documentata presenza di Cesare a Conversano. Tale proposta apparve vacillante dopo che il restauro degli anni Sessanta mise in luce le qualità precipue del dipinto, sicché l’opera rimase ancora a lungo nell’anonimato sino a quando nel 1996 Massimo Pulini ne propose l’attribuzione ad Alessandro Turchi, sulla scorta di confronti con la produzione del pittore veronese, anticipandone la datazione agli inizi degli anni Trenta del Seicento. Una cronologia che coincide con la permanenza di Giangirolamo II Acquaviva a Roma, dove il conte avrebbe commissionato l’opera all’Orbetto che nella città papale aveva la sua bottega e dove, nello stesso torno d’anni, risiedeva il futuro arcivescovo di Napoli, Ascanio Filomarino, curatore, con un orientamento spiccatamente classicista, delle collezioni artistiche dei Barberini, nonché zio di Isabella Filomarino, sposa di Giangirolamo II.

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