Creditori Gm in coda per i rimborsi

di Matteo Piergiovanni

Il 5 ottobre si sono riuniti a New York i creditori di General Motors che adesso dovranno provvedere alla registrazione dei propri crediti per non perdere ogni diritto al rimborso.
Ricordiamo che Gm nel 2003 aveva lanciato in Europa quattro emissioni obbligazionarie, due in euro con scadenza 2013 e 2033 per complessivi 2,5 miliardi, due per complessivi 600 milioni di sterline con scadenza 2015 e 2023. In tutto quindi oltre 3 miliardi di euro, somma limitata rispetto agli oltre 30 miliardi di dollari di Lehman, ma comunque importante, somma che vede coinvolti numerosi risparmiatori italiani.
Questi dunque i codici isin interessati
XS0171942757 scadenza 2013 in euro
XS0171943649 scadenza 2033 in euro
XS0171922643 scadenza 2015 in sterline
XS0171908063 scadenza 2023 in sterline
I titolari di questi bond dovranno registrare i crediti entro e non oltre il prossimo 30 Novembre. Si può procedere in prima persona all’iscrizione del credito, anche se forse sarebbe meglio, per evitare errori di compilazione che potrebbero far rigettare la registrazione, farsi assistere da un legale.
Il modulo per registrare la “proof of claim” che va compilato in lingua inglese e spedito via posta, è scaricabile all’indirizzo internet www.motorsliquidationdocket.com, cliccando sull’icona “bar date materials” dove sono scaricabili anche le modalità di compilazione.
Le banche italiane, invece, non si insinueranno al passivo per conto dei clienti.
La nuova Gm potrebbe essere quotata in Borsa già dal 2010 e i creditori insinuati al passivo potranno essere pagati in azioni equivalenti al 10% del capitale della nuova società; quel 10% può salire fino al 12% qualora la registrazione dei crediti facciano emergere rivendicazioni superiori ai 35 miliardi di dollari.
A disposizione dei creditori, inoltre, c’è un altro 15% del capitale sottoforma di warrant, opzioni per l’acquisto di titoli che scatteranno, rispettivamente, se le azioni della nuova Gm in Borsa raggiungeranno, in termini di capitalizzazione, due diverse soglie: 15 miliardi di dollari e 30 miliardi di dollari.

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