di Dario Ghezzi
…credevo in lei sin dal primo momento del famoso predellino quando il concepimento era appena appena avvenuto e molti forzisti rimasero a bocca aperta in procinto invece di bestemmiare.
Lei ha scritto una lettera al direttore (senza firmarla mentre io lo faccio) di politicamente corretto lamentandosi per quello che avevo detto la volta scorsa. Non è vero che erano cose dell’altro mondo. Solo osservazioni, come dire, opinioni personali. Niente di più. Non ho la pietra filosofale, non saprei neanche come affrontare l’intera faccenda, ma una cosa la so e me ne rendo conto che l’amore, le fatiche profuse, la disponibilità personale, la fiducia per lei, sono oramai un ricordo. Tradito nei sentimenti ed offeso anche dalle parole inutili, da promesse che non potranno essere mantenute mai oggettivamente parlando, sono addivenuto ad una conclusione definitiva: non succederà nulla. E chi ne risponderà al mondo di emigrati, un giorno, sarà lei, signor Popolo della Libertà che oggi governa e governerà ancora a lungo. In realtà, lei ha in mano il pallino del gioco e non sta giocando, ecco tutto. Trovo che la sua assenza nel tema sia molto pesante assenza che non fa che aggravare la mia delusione ed il mio dispiacere.
Lei sa, a questo punto meglio di me e di chiunque, che gli italiani all’estero sono ormai solo un pretesto ai quali si notificano sconfitte e detrazioni oppure chiacchiere e discorsi, discorsi e discorsi. Da questo momento in poi, dato che ora ho paura le chiedo: potrò continuare ad esprimere il mio pensiero? Se no me lo dica chiaro e tondo e smetterò di farlo. Lo considererò un ennesimo dispiacere alla faccia della Libertà.
Con oservanza
Dario Ghezzi
