Annozero, Giulietti: Scajola si dimetta

“E' stata una puntata vergognosa e pruriginosa, adesso basta, convocherò i vertici della Rai…”, chi ha detto queste parole? Un prete scandalizzato dalle ultime prodezze di Berlusconi? Il presidente dell'autorità di garanzia per una volta turbato dalla cerimonia del bacio della pantofola trasmessa dalla Rai a reti unificate in occasione della consegna ai terremotati da parte di Berlusconi delle case costruite dalla provincia di Trento, al cui presidente è stato riservato qualche svogliato istante nei tg e non in tutti? O forse sono parole del direttore generale della Rai, Mauro Masi, dopo aver assistito alle penose esibizioni dal palcoscenico di Miss Italia, trasmese in prima serata sulla rete ammiraglia?

Nulla di tutto questo, sono invece le parole del ministro Scajola, quello che diede simpaticamente del rompic. a Marco Biagi poco prima che venisse ammazzato dai terroristi.

Questa volta il ministro che gestì brillantemente gli incidenti di Genova ha pensato bene di intimare alla Rai di presentarsi a capo chino e di fornire spiegazioni a lui medesimo.

Ci sarebbe da sghignazzare, ma purtroppo è tutto vero.

Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente autonomo, anzi appena autonomo, dovrebbe solo stracciare la lettera, e non degnare della minima risposta il ministro.

Scajola, infatti, sulle materie relative al pluralismo editoriale, non ha competenza alcuna.

Dal 1976 la Corte Costituzionale, con una sentenza storica, ha decretato il taglio, almeno formale, del cordone ombelicale tra la Rai e il governo.

Le competenze furono trasferite alla Commissione di Vigilanza per sottrarre l'azienda al diretto controllo dei governi. Ogni eventuale discussione deve avvenire in quella sede.

In caso di violazione del contratto di servizio le competenze possono riguardare anche la autorità di garanzia delle comunicazioni, ma il governo non ha alcuna competenza.

In realtà Scajola ha voluto mandare un messaggio preciso a Masi e al servizio d'ordine di Berlusconi che siede nel consiglio di amministrazione e cioè: cercate di ricordare che siete stati messi lì per tagliare le teste, per chiudere i programmi sgraditi, per cacciare quelli che il ministro considera dei rompic… per usare una espressione a lui cara.

Per quello che ha detto questo ministro dovrebbe andarsene, ma se a qualche dirigente della Rai dovesse venire in mente di andare a inginocchiarsi sarà bene reclamare le immediate dimissioni, senza guardare in faccia a nessuno, amici o presunti compagni che siano.

Dalla Rai, anzi, e dal suo direttore generale ci attendiamo un caldo e affettuoso ringraziamento a Santoro, a Ruotolo, a Travaglio, a tutti i loro collaboratori, e magari anche a quei sei milioni di italiani che hanno scelto di vedere il programma, facendogli raggiungere ascolti record.

Qualsiasi altra impresa, dopo questi risultati, si sarebbe leccata i baffi, nel polo Raiset, invece, si stanno stracciando le vesti. In questo modo infatti Santoro e i suoi hanno mancato due volte di rispetto al sovrano: la prima osando raccontare i fatti, la seconda danneggiando le sue aziende.

Non c'è dubbio come avrebbe ridetto il ministro Scajola questi di Annozero debbono proprio finirla di rompere i c…

Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, sarà davvero il caso di disdire tutti gli impegni per il prossimo tre ottobre e di ritrovarsi tutti in piazza del Popolo per la manifestazione sulla libertà di informazione, o meglio su quello che ancora resta, indetta dalla Federazione della Stampa.

Giuseppe Giulietti

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