di Fabio Evangelisti
Ma davvero tutti sanno chi è il Ministro Brunetta? Non ci sono dubbi sulla sua popolarità sia tra quelli che lo hanno apprezzato fin dall’inizio della sua (solo) dichiarata guerra ai fannulloni della Pubblica Amministrazione, sia tra i dipendenti pubblici che da lui si sono sentiti colpiti e minacciati (ora giustamente, tal’altra meno) nella loro professionalità e anche in qualche indubbio privilegio rispetto a chi lavora in fabbrica o in un ufficio professionale, in un negozio anziché in un supermercato. Resta il fatto, però, che in ogni ufficio pubblico ho sentito più d’uno inveire contro la furia moralizzatrice di questo Ministro, mentre a Cortina Incontra, così come al caffè della Versiliana, si sono uditi solo peana e visti molti suoi estimatori in solluchero ogni volta che ne sparava una delle sue.
Forse non tutti, però, sanno che questo campione dei ‘doveri per tutti’ non è poi così coerente nella sua attività politica e ministeriale. Ad esempio, su proposta del Ministro dell'interno, il Governo avrebbe da tempo dovuto sciogliere il comune di Fondi (in provincia di Latina) per infiltrazioni mafiose. Chi vi si è opposto? Il Ministro Brunetta, insieme ai suoi colleghi Matteoli e Meloni. Il fatto è di una assoluta gravità per chi perora – a questo punto si può dire, strumentalmente e ipocritamente – la causa dell'amministrazione pubblica efficiente e trasparente. Per questo motivo, ho presentato un’interrogazione parlamentare, per sapere se sono peggiori quelli che lui chiama 'fannulloni' oppure i mafiosi. Ma non è finita qui. A parte gli insulti di quando si è augurato che la sinistra “vada a morì ammazzata” (salvo adombrarsi quando lo definiscono ‘energumeno tascabile’), a Venezia ( dove si è fatto allestire un sontuoso ufficio sul Canal Grande a spese del contribuente) ha attaccato i lavoratori dello spettacolo presenti al Festival del cinema e insultato un bravo attore e regista come Michele Placido e altri che, come lui, portano alta la bandiera della cultura italiana nel mondo.
La perla, però, è quella rivelata dal Corriere della sera, del 23 settembre 2009, dal quale si è appreso che, al costo per il contribuente di 40 mila euro annui, il Ministro Brunetta ha inserito tra i suoi collaboratori Gianni De Michelis, ex ministro craxiano ed ex parlamentare che gode già di un vitalizio di diverse migliaia di euro al mese.
Insomma, se si è fannulloni o parassiti o invece qualificati grand commis da strapagare dipende soltanto dalle soggettive valutazioni del ministro. Se si è parte della sinistra si deve “andare a morire ammazzati” mentre se si è parte degli ambienti malavitosi del Basso Lazio si è degni della pubblica Amministrazione moralizzata che il ministro immagina nel glorioso futuro del nostro Paese; se si è Gianni De Michelis si può ottenere il doppio stipendio e se si è amici dei Sindaci (com’è successo nella Palermo di Cammarata) del partito di Brunetta si ottiene un posto senza concorso.
Questo è davvero il ministro Brunetta.