VENEZIA ALL’AQUILA CON LA 66. MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA

Tre giorni di anteprime, presenti gli artisti, pensando al futuro dell’Accademia dell’Immagine

L’AQUILA – Non s’interrompe la catena di eventi culturali di Campi Sonori – prologo della rinascita. Ancora permane l’atmosfera magica del concerto diretto da Riccardo Muti, il 6 settembre scorso, alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e di ben settemila spettatori, nel grande piazzale della Scuola della Guardia di Finanza dell’Aquila dove cinque mesi prima, in un doloroso Venerdì Santo, si tenne la cerimonia funebre delle vittime del sisma. Eppure già si aggiungono tre giorni d’emozioni con Venezia che approda all’Aquila per l’anteprima di cinque film italiani presentati alla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: “Tris di donne e abiti nuziali” di Vincenzo Terracciano, “Il grande sogno” di Michele Placido, “Lo spazio bianco” di Francesca Comencini, “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi e “Baarìa” di Giuseppe Tornatore. L’iniziativa conclude la stagione Campi Sonori promossa dal Dipartimento della Protezione Civile e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, d’intesa con le istituzioni culturali aquilane, nel corso della quale oltre cinquanta eventi – musica, teatro, danza e cinema – si sono dispiegati con la presenza di artisti di caratura internazionale che vi hanno aderito a titolo gratuito: da Gilberto Gil a Vinicio Capossela, da Stefano Bollani a Renzo Arbore, da Roberto Benigni a Carlo Verdone, fino a Riccardo Muti. “La collaborazione tra tutte le realtà coinvolte – ha dichiarato il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi – ha permesso di concludere la serie di eventi e manifestazioni organizzata per l’estate 2009 all’Aquila con un’iniziativa di assoluta eccellenza. I cittadini aquilani, che hanno risposto con vitalità e partecipazione ai tanti artisti che in questi mesi hanno voluto dimostrare la propria solidarietà alla popolazione permettendo la programmazione di un cartellone di grande prestigio, possono vedere in anteprima i film che in questi giorni hanno animato la critica cinematografica nazionale, emozionandosi con immagini, storie e narrazioni suggestive”.
La rassegna è stata presentata alla stampa il 16 settembre scorso all’Aquila con la partecipazione del capo Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, del direttore generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Gaetano Blandini, del presidente della Fondazione Biennale di Venezia, Paolo Baratta, del direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia, Marcello Foti, del presidente onorario dell’Accademia dell’Immagine, Gabriele Lucci, e della giornalista Laura Delli Colli, per il Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani, che ha coordinato la conferenza. Gaetano Blandini, per il Ministero, ha tenuto a sottolineare la rilevanza d’un evento eccezionale che vede Venezia, uno dei più importanti Festival del Cinema nel mondo insieme a Cannes e Berlino, aprire una vetrina all’Aquila a qualche giorno dalla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Non avviene a caso, perché L’Aquila vanta una tradizione di prestigio ed istituzioni come l’Accademia dell’Immagine (www.accademiaimmagine.org), scuola d’alta formazione nel campo della settima arte, una struttura d’eccellenza. Il Ministero, dopo il 6 aprile, si è subito attivato per dare un sostegno all’Accademia e all’Istituto Cinematografico dell’Aquila per le prime necessità seguite all’inagibilità del Palazzo dell’Immagine, sede delle due istituzioni e di Abruzzo Film Commission, gravemente danneggiato dal terremoto, per salvaguardare l’ingente patrimonio della cineteca e degli archivi, e sopra tutto per garantire agli studenti dell’Accademia la prosecuzione dei corsi in strutture dello stesso Ministero o presso il Centro Sperimentale. Sarà certo necessario ricostruire presto la sede, come previsto nel decreto terremoto, ma – ha concluso Blandini – “l’obiettivo è quello di fare dell’Accademia uno dei poli d’eccellenza della cultura cinematografica in Italia”.
“Con tali iniziative – ha affermato il presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta – si dà un’estensione al concetto di solidarietà verso una comunità che deve ritrovarsi, verso una città come L’Aquila che ha sempre puntato sull’eccellenza, nelle tecnologie e nelle attività culturali. L’Accademia dell’Immagine è qualcosa di geniale per aver pensato a tutto l’universo di arti e mestieri del settore cinematografico, utile all’Aquila ed all’Italia. Bisogna dare una mano alla città che ha questo primato. Dunque un “matrimonio” tra Leone e Aquila, questo immaginavo venendo qui, una forte intesa culturale tra le due città”. Quindi, tornando ai film in rassegna all’Aquila, il presidente Baratta ha sottolineato la qualità delle opere, a cominciare da “Baarìa” di Giuseppe Tornatore, che ha avuto l’onore di aprire la Mostra dopo molti anni che non si inaugurava con un film italiano. I cinque film in rassegna sono di grande spessore. Si coglie, a giudizio di Baratta, un rinnovato interesse della cinematografia per la storia, passata e presente. Due di essi sono proprio in presa diretta con la storia. Grande apertura verso l’Accademia dell’Immagine da parte di Marcello Foti, direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia, ente statale che si occupa di formazione e conservazione. Abruzzese di Santo Stefano di Sessanio, a dispetto del cognome siciliano, Foti ha sottolineato come le missioni dell’Accademia e del Centro Sperimentale siano molto affini, anche riguardo ad insigni docenti che nelle due scuole hanno insegnato, come Vittorio Storaro, Giuseppe Rotunno e Roberto Perpignani. Dunque non solo è possibile, ma auspicabile, una stretta sinergia con l’Accademia, ha concluso Foti, ringraziando la Biennale di Venezia, Rai Cinema e Studio Universal sponsor tecnici dell’iniziativa. Laura Delli Colli, annunciando l’intervento di Gabriele Lucci, ha osservato come dell’Accademia dell’Immagine, la cui fama supera i confini nazionali, in Italia si sia parlato molto di più dopo il terremoto del 6 aprile, peraltro con un corale impegno di solidarietà di tutto il mondo dello spettacolo, con l’iniziativa d’un live show il 21 aprile nell’Auditorium della Conciliazione a Roma e di altri successivi, per raccogliere aiuti per ricostruire il Palazzo dell’Immagine.
Gabriele Lucci, fondatore delle strutture cinematografiche aquilane, si è detto onorato per il sostegno e la presenza all’Aquila di tante prestigiose istituzioni, egli che dopo il sisma si preoccupava che tanto patrimonio non andasse disperso. A maggior ragione s’è sentito rinfrancato dalla vicinanza del Ministero e del direttore generale Blandini, come pure dalla solidarietà subito approntata dal Centro Sperimentale attraverso il suo direttore Foti. L’ipotesi di joint venture tra Accademia e Centro Sperimentale è molto interessante. “E’ sperabile – ha concluso Lucci – che Regione Abruzzo ed Enti locali raccolgano questa rilevante opportunità”. Il sindaco, Massimo Cialente, che dell’Accademia dell’Immagine è presidente, ha espresso un forte ringraziamento al ministro Sandro Bondi, al suo capo di Gabinetto dr. Nastasi, al direttore generale Blandini e a Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, per l’iniziativa di Campi Sonori. Tutti spettacoli di grande livello che, a parere del sindaco, hanno reso meno dura l’estate d’una città che della cultura ha fatto una prelazione fondamentale – nella musica, nel teatro, nel cinema – persino “creando più strutture di produzione culturale di quelle che potrebbe permettersi. Del livello notevole delle istituzioni culturali se ne è colto un esempio con l’allestimento in pochi giorni d’una grande Orchestra e Coro per il concerto di Muti composti con i migliori professionisti del mondo musicale aquilano”. Il sindaco dell’Aquila ha quindi ringraziato Bertolaso per l’inserimento nel decreto terremoto della ricostruzione del Palazzo dell’Immagine, che prima del sisma s’avviava ad ospitare le massime istituzioni culturali cittadine. Questa iniziativa cinematografica, grazie alla Biennale di Venezia, “è un grande regalo per la città che ha il privilegio di occupare posizioni di vertice nella cultura e nella fruizione cinematografica – L’Aquila è al quinto posto in Italia – tanto che il Cinema Massimo, vincolato come bene storico e gestito dall’Accademia, l’anno scorso ha incrementato del 40% gli spettatori per la sua programmazione di qualità. Inserito nel Circuito Cinema, è tra le migliori sale italiane. L’Accademia – ha concluso Cialente – deve assicurare il proprio futuro perché gli allievi che forma trovano rapidamente occupazione e spesso assurgono a livelli professionali di riguardo, in Italia e all’estero”.
Guido Bertolaso, nell’intervento conclusivo, ha richiamato il pregio di Campi Sonori, “un cartellone straordinario costruito dal basso in poco tempo. All’Aquila, ogni volta che si lavora su qualcosa d’importante – visita del Papa, G8, ecc. – si teme che si spengano i riflettori. Però poi già si lavora per altre iniziative. Sarà così per un lungo periodo, per tenere alta l’attenzione, la sorveglianza e l’interesse per quello che si sta facendo”. Il grande successo degli spettacoli realizzati e lo straordinario concerto diretto da Riccardo Muti davanti a migliaia di spettatori incantati dalla forza della musica, sono segno di speranza per la rinascita. L’appendice cinematografica di Campi Sonori, con alcune opere appena presentate alla Mostra del Cinema di Venezia, consente a grandi artisti del cinema italiano, come già a Benigni, Verdone ed altri ad agosto scorso, di venire tra la gente dell’Aquila a portare un segno di solidarietà e d’ottimismo. Ora tocca agli artisti dei film presentati a Venezia. Tornatore viene all’Aquila, ma va anche a Pizzoli, dove la Regione Sicilia gestisce un campo d’accoglienza per la popolazione sfollata. C’è stata molta attesa per l’arrivo del regista. A Pizzoli i siciliani hanno preparato per l’ospite una serata speciale, anche con la gastronomia dell’isola.
Le proiezioni e gli incontri con gli artisti, con un pubblico attento e numeroso, si sono svolti alla multisala Movieplex e all’Auditorium della Guardia di Finanza. Il 17 settembre, nel pomeriggio, è toccato agli attori Sergio Castellitto ed Elena Bouryka incontrare gli spettatori all’anteprima di “Tris di donne e abiti nuziali”, di Vincenzo Terracciano. Tra il pubblico il direttore della Mostra di Venezia, Marco Muller, Gabriele Lucci e il compositore Sergio Crivelli. Castellitto, che aveva appena visitato il centro storico devastato dal sisma, prima della proiezione ha ricordato con commozione i sei militari italiani caduti a Kabul per un attentato. Poi il film. Franco Campanella (Sergio Castellitto) è un ex impiegato delle poste, sposato con Josephine, nata in Germania, e padre affettuoso di Luisa, professoressa, e di Giovanni, cameriere. Franco è un giocatore incallito. Per preparare al meglio il matrimonio della figlia si gioca tutto. E perde tutto. Si fa prestare dei soldi da amici e strozzini, gioca ancora con somme sempre più alte, fino ad affrontare e vivere con dignità la sua ultima partita…quella che ha in gioco la posta più alta…la sua stessa vita. In serata, poi, proiezione del film di Michele Placido “Il grande sogno”, alla presenza del regista e degli attori protagonisti Jasmine Trinca, che a Venezia ha ricevuto il Premio Mastroianni per la brillante interpretazione, e Luca Argentero (il terzo è Riccardo Scamarcio). Il film è ambientato nell’Italia del 1968, quando i giovani sognavano di cambiare il mondo, le regole venivano infrante, l’amore era libero e tutto sembrava possibile. Nicola, un bel giovane pugliese, è poliziotto ma sogna di recitare e si trova, invece, a dover fare l’infiltrato nel mondo studentesco in forte fermento. All’università incontra Laura, una ragazza della buona borghesia cattolica, brillante negli studi, che sogna un mondo senza ingiustizie, e Libero, studente-operaio, leader del movimento studentesco, che sogna la rivoluzione. Tra i tre nascono sentimenti e forti passioni. Laura, sedotta da entrambi, dovrà scegliere chi dei due amare. Anche Giulio ed Andrea, i fratelli minori di Laura, si sentono coinvolti nel clima di contestazione, portando lo scompiglio in famiglia. La storia si ispira all’esperienza autobiografica di Michele Placido, agente di polizia che, una volta arrivato a Roma, decise d’intraprendere la strada della recitazione. Il suo grande sogno.
Il 18 settembre, nel pomeriggio, presentazione del film “Lo spazio bianco”, presente la regista Francesca Comencini e l’attrice protagonista Margherita Buy. Il film: Napoli, ai giorni nostri. Maria è un’insegnante che viene da fuori e che, da una relazione con un uomo già padre d’un bimbo, resta incinta. Lui non vuole saperne e lei decide di portare avanti la gravidanza. La bambina nasce, prematuramente, al sesto mese e per Maria inizia il calvario dell’attesa. Se c’è una cosa che Maria non sa fare, è aspettare. I tre mesi che deve affrontare, sola, nell’attesa che sua figlia Irene esca dall’incubatrice, la colgono impreparata. Abituata a fare affidamento solo sulle sue forze e a decidere in piena autonomia della propria vita, Maria si costringe ad un’apnea passiva che esclude il mondo intero, imprigionandosi nello spazio bianco dell’attesa. Ma questo sforzo di isolamento doloroso consuma anche l’ultimo filo d’energia: la bolla di solitudine dove s’è rinchiusa alla fine esplode. E’ necessario che Maria salvi se stessa per riuscire a salvare la bambina. Non c’è che una soluzione: consentire al mondo d’irrompere nella propria esistenza e concedersi il privilegio di ritornare a vivere. E così inventarsi la forza per accompagnare Irene nella vita. Superba interpretazione di Margherita Buy nel ruolo di Maria. L’attrice riesce ad esprimere al meglio l’intima e solitaria sofferenza della protagonista della storia. In prima serata è la volta del film “La doppia ora”, un thriller opera prima di Giuseppe Capotondi, interpretato da Ksenia Rappoport, premiata a Venezia come Miglior attrice, e Filippo Timi. Presenti all’anteprima i tre sceneggiatori Alessandro Fabbri, Ludovico Rampoldi e Stefano Sardo. Il film. Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa. Si incontrano in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi, quando Guido muore, improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire. Sonia si ritrova da sola a elaborare il lutto di cui non riesce a trovare il senso. E di cui alcuni la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi irrisolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Chi è veramente Sonia? E sopra tutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere, al di là d’ogni plausibile logica? Cosa farà quando le verrà offerta una seconda occasione?
L’ultima giornata, il 19 settembre, è interamente dedicata al film “Baarìa”, di Giuseppe Tornatore, accolto nella serata inaugurale a Venezia con cinque minuti di applausi. Cast d’eccezione (Francesco Scianna, Margareth Madè, Monica Bellucci, Raoul Bova, Beppe Fiorello, Laura Chiatti, Michele Placido, Nino Frassica, Enrico Lo Verso, Leo Gullotta, Lina Sastri, Luigi Lo Cascio, Gabriele Lavia, Giorgio Faletti, Vincenzo Salemme, Ficarra e Picone, ed altri) e musiche di Ennio Morricone. Nell’anteprima all’Aquila presenti Giuseppe Tornatore, gli attori protagonisti Margareth Madè e Francesco Scianna, Beppe Fiorello e Leo Gullotta. Pubblico in visibilio. Su certe storie il regista è incomparabile, sa toccare corde profonde ed accendere emozioni. Vedremo se nelle sale il pubblico ribalterà la tiepidezza della critica verso il film. “Baarìa” è la storia d’una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro. Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un’intera comunità vissuta tra gli anni trenta e ottanta del secolo scorso nella provincia di Palermo. Negli anni del fascismo Cicco è un modesto pecoraio che trova, però, il tempo di dedicarsi al proprio mito: i libri, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nelle stagioni della fame e della seconda guerra mondiale, suo figlio Peppino s’imbatte nell’ingiustizia e scopre la passione per la politica. Nel dopoguerra, il fatale incontro con la donna della sua vita. Una relazione osteggiata da tutti perché Peppino è diventato comunista. Ma i due ragazzi riusciranno a coronare il loro sogno d’amore. “Baarìa” – ha commentato Tornatore – è un suono antico, una formula magica, una chiave. La sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde il senso del mio film più personale. Una storia divertente e malinconica, di grandi amori e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi… Ma Baarìa è anche il nome di un paese siciliano (Bagheria, ndr) dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale. Poche centinaia di metri, tutto sommato. Ma percorrendole avanti e indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti”. Il regista ha riservato parole commosse per L’Aquila e gli aquilani, dopo aver visto la città martoriata e il borgo di Onna. Si è così conclusa l’avventura di Campi Sonori, con questa splendida appendice cinematografica. In fondo quello della Biennale di Venezia verso L’Aquila, colpita dal dramma d’un devastante terremoto, è stato un gesto d’intenso valore. E’ stato pure il modo per esprimere al meglio solidarietà alle prestigiose istituzioni cinematografiche aquilane, in primis verso l’Accademia dell’Immagine ed i suoi studenti. Non solo in relazione ai gravi danni provocati dal sisma alle strutture e alle attività, ma anche per guardare con fiducia al futuro, investendo – magari con altri partner – sulla conoscenza, l’innovazione ed il progetto di grande respiro che dall’origine ha fatto dell’Accademia un centro internazionale d’eccellenza nella formazione di professionisti per la settima arte.
gopalmer@hotmail.com

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