ANCORA IL SIGNOR BALBINOT
“La menzogna in bocca ad un comunista è una verità rivoluzionaria” (Lenin)
di Filippo Giannini
Con il Signor Balbinot, pochi anni fa ebbi una serie di incontri via-mail che poi interruppi per motivi che, in questa sede, non è il caso di rinverdire. Ora ricevo la lettera che riporto integralmente dandomi così modo di scrivere un articolo.
Carissimo Sig. Filippo Giannini .
Illustro solo una piccola percentuale dei suoi criminali assassini ” legittimi combattenti “, solo perche` indossavano una divisa militare. Come in parte ho reso noto alla gentile Sig. Federica Polegri . Secondo Voi la storia della liberazione Nazionale avrebbe dovuto essere scritta da bande di famigerati criminali fascisti repubblichini che, stando al Suo articolo “UN 25 APRILE DIVERSO ” avrebbero dovuto aver preso la “diffesa delle popolazioni ” . L'otto settembre 1943 frequentavo il collegio Dante Alighieri di Vittorio Veneto , in preparazione per gli esami di settembre . Ero ospite di una mia zia che abitava in via Cavour . Qualche giorno dopo l'armistizio di Cassibile , siglato il 3 settembre e trasmesso da Pietro Badiglio tramite l'EIAR il giorno otto ; I futuri “RAGAZZI DI SALO` ” armati di ” mitra ” e in camicia nera , passano di fronte ai miei occhi , diretti verso l'entrata della grande villa adiacente all'abitazione di mia zia ; Dopo circa 30 minuti escono accompagnati dal colonnello Tommasi in divisa militare ; Un grande e valoroso combattente che durante la guerra aveva perso , in battaglia , l'intero braccio destro , insignito di medaglia al valor militare . All'uscita del viale lo hanno fatto salire sul retro di un piccolo furgoncino scoperto che ospitava altre persone . Uno di questi FUTURI RAGAZZI DI SALO` lo conoscevo bene , era il figlio di un maestro di musica : IL maestro Franco che malgrado la sua cecita` insegnava musica al collegio Dante . Verso sera si propaga la lugubre notizia ; IL Colonnello Tommasi , il pretore Boffa ed altri antifascisti sono stati fucilati alla periferia di Vittorio Veneto , localita` ” Minelle “. Ecco signori , fascisti mussoliniani i vostri ” legittimi combattenti in divisa militare” . A questa vigliaccheria si susseguono altre e altre ancora ; In un altro “brillante episodio ” offertoci da un manipolo di vigliacchi , perche` altro non sono , al comando di un certo Bernabe` requisirono , con la minaccia delle armi una caretta e un cavallo da una certa Emma Mondo in localita` Sotto Chiesa , ( Fadalto di Vittorio Veneto) che poi usufruirono per trasportare il malloppo confiscato agli abitanti dei paesi limitrofi : Pasta , farina , tessere del pane , fagioli formaggio , patate ed altri commestibili . Secondo voi , fascisti mussoliniani , questi ciarlatani erano alla ” difesa della popolazione civile “? . Gia` che ci sono voglio aprire una parentesi ad un capo manipolo delle brigate nere : Bernabe` , con qusto nome era conosciuto da tutti gli abitanti della Val Lapisina e anche dai camerati di Vittorio Veneto : Durante l'estate del 1944 con la sua squadra di fascisti repubblichini e coaudiovato da un manipolo camerattesco della caserma Gotti , compi` un rastrellamento in quel di Fadalto Alto e la borgata di Sotto Chiesa , prelevando dalle loro case sei vecchi incapacitati , inabili a qualsiasi lavoro . Ricordo il nome dei malcapitati , eccoli : Antonio Balbinot , ( cugino di mia madre ) , Balbinot Sartor , Augusto Nello , Piero Negus ( Pier ) , Andrea Nello e Santo Sartor . In fretta e furia furono schierati lungo il muro di sostegno della strada Alemagna 51 , di fronte al panificio Talamini e immediatamente fucilati . Oggi , su una placca fissata al muro dove avenne l'eccidio , trovi i nomi e le generalita` di quei cittadini che avrebbero dovuto essere protetti dai vostri ” legittimi combattentti ” . Compiuto il barbaro crimine , questi famigerati fascisti repubblichini frettolosamente si dileguano verso Basso Fadalto e Vittorio Veneto . IL Bernabe` ha sparso la voce :<
Enzo Balbinot . 16, 09, 09 .
RISPONDO
“Uccidere un fascista non è reato”
Egr. Sig. Balbinot, siamo alle solite: quel che lei ha esposto non è storia, ma favole. E mi spiego. La Storia è una scienza, ma per essere tale deve essere corredata da dati scientifici e poiché la Storia si presta alla contraffazione, cioè con la interpretazione con scopi che non hanno niente in comune con la verità. Di contro la Storia diventa scienza esatta quando, fissati i quattro cardini di base: fatti e date da una parte e cause ed effetti dall’altra, oltre quelli non ci sarà che fantasia.
Lei ha scritto che
Lei indica i “repubblichini” con aggettivi: “criminali”, “vigliacchi” ed espressioni del genere. Sono parole e solo parole, ma andiamo ai fatti. Voi siete gli epigoni di Lenin, Stalin, Togliatti, Pertini, Longo, Moscatelli, Bentivegna e altri simili eroi. Ecco, qui di seguito, come questi eroi vi preparavano e vi incitavano, e la sfido, Sig. Balbinot, a indicarmi quale fascista abbia mai usato incitamenti del genere.
E veniamo al fenomeno partigiano, ricordando, di nuovo, che essi erano considerati dei fuorilegge, non dai “nazifascisti” (bellina questa espressione), ma dalle Convenzioni Internazionali di Guerra all’epoca vigenti. Ecco quanto ha scritto il vostro Giorgio Bocca, eroico partigiano:
Ed ora vediamo perché il Sig. Balbinot è, perlomeno, inesatto nella sua esposizione dei fatti. Chi volle e scatenò la cosiddetta guerra civile? (Guerra civile? Ma quando mai! Vogliamo indicarla come la definì Mussolini? Faida nazionale). Ecco i fatti: in un agguato i GAP (Gruppi Azione Partigiana) uccisero a Roma il diciottenne Salvatore Morelli (29/9/43); 24/10/43 a Torino Domenico Giardina; 31 ottobre un ordigno esplose uccidendo due fascisti; 5 novembre, a Imola fu assassinato Fernando Baroni; 7 novembre a San Gaudenzio, con la solita tecnica dell’agguato caddero due fascisti e due carabinieri e così di seguito in Toscana (6 uccisi), a Como, a Follonica, a Varese, a Desio, a Vercelli, a Sarzana, a Venezia. A tali uccisioni non seguì alcuna rappresaglia e questo per espresso ordine di Mussolini. Purtroppo i nervi saltarono: il 13 novembre venne ucciso a Ferrara il maggiore Igino Ghibellini, il quale aveva agli occhi dei comunisti il grave torto di aver stretto un accordo con i capi antifascisti della zona per impedire spargimento di sangue tra italiani. Inutile dire che i partigiani comunisti quel sangue lo esigevano, di conseguenza sette colpi di pistola eliminarono l’incomodo Ghibellini. Ci andarono di mezzo undici antifascisti (nessuno era comunista) fucilati a Ferrara. La rappresaglia di Ferrara venne definita da Mussolini
Concludo con quanto ha scritto un ex comunista, Giampaolo Pansa, nel suo ultimo volume a pag. 197: <(…). I boia rossi che si davano da fare sopra un patibolo grande quanto l’Italia. Per troppo tempo questi boia vennero coperti, difesi o ignorati dalla sinistra. Anche in nome dell’antifascismo (…). Era una tecnica ben conosciuta. La medesima rimozione il Partitone Rosso l’aveva attuata per la guerra civile degli anni quaranta>.
Da questi demoni i “FUTURI RAGAZZI DI SALO’” dovevano difendersi, l’attacco compiuto del “mordi e fuggi”, possibilmente di notte, due colpi di pistola alla nuca e via, travestito da civile fuggire tra civili. Bella lotta, vero Signor Balbinot, soprattutto leale, coraggiosa, eroica.
Onestamente a me fa schifo!
E allora, Signor Balbinot, continui pure a cantare il suo “Bella ciao”, ma non si accorge che lei canta, ma la musica viene suonata dai vari Bush, Roosevelt e Presidenti Usa vari, su spartito concepito nel 1823 da James Monroe, per la conquista del supercapitalismo statunitense del mondo. A vostro favore, signori partigiani, avete solo un attenuante: siete stati insignificanti per la vittoria del supercapitalismo nel secondo conflitto mondiale. Ma vi siete rifatti nell’immediato dopoguerra…
Canti, canti pure “Bella ciao”.