Alla Conferenza internazionale in corso, oggi, alla camera dei deputati “Creatività e innovazione nella formazione professionale in Europa” organizzata dall’EVBB (Europäischen Verbandes Beruflicher Bildungsträger) sono intervenuti, dopo un minuto di silenzio in onore dei caduti di Kabul, oltre al Presidente dell’organizzazione Berthold Kuhn, l’on. Franco Narducci e l’on. Valentina Aprea.
Kuhn ha sottolineato che l’organizzaizone che presiede sostiene un astrategia per lo sviluppo della società che corrisponde al motto “non lasciare indietro i più deboli” aiutando anche chi si è perso nel recupero umano, sociale e professionale. Kuhn ha sottolineato che un buon lavoro nel settore dell’educazione e della formazione, associato a condizioni di vita dignitose, è la premessa per sconfiggere i radicalismi e il terrorismo.
La presidente della commissione cultura Valentina Aprea ha sottolineato che il novecento è stato il secolo della scolarizzazione di massa ma che questa “scolarizzazione di massa non è diventata ancora scuola di qualità per tutti” e per questo ha proposto di abbandonare i vecchi modelli per “cercare la personalizzazione dei piani di studio”. “Abbiamo bisogno di una cultura nuova, di un patto nuovo” ha detto l’on. Aprea sottolineando che si tratta di formare cittadini secondo l’esigenza dei territori ma in una dimensione globale” anche creando un “nuovo contesto dove si afferma la creatività”.
“Bisogna puntare sulla valutazione” dei sistemi formativi e bisogna tenere alta la motivazione dei docenti anche favorendo il ricambio generazionale e l’avanzamento delle carriere.
E sul piano organizzativo la presidente Aprea ha affermato che bisogna affidarsi alla sussidiarietà e superare l’autoreferenzialità aprendosi alla società responsabilizzandola e coinvolgendo reti e soggetti come quelli dell’EVBB per raggiungere gli obiettivi in percorsi sinergici.
Poi l’on. Franco Narducci, che ha contribuito a organizzare l’evento, ha evidenziato che “non si uscirà dalla crisi con reali prospettive per il futuro senza mettere al centro dell’attenzione lo sviluppo del capitale umano, condizione – non solo sociale e culturale, ma anche tecnica – di effettività e di sostenibilità dell’innovazione necessaria per rigenerare lo sviluppo”.
“E’ un appuntamento importante – ha sottolineato Narducci – perché in esso confluiscono l’insieme di esperienze, di ricerche, di sperimentazioni di molti Paesi europei, componendo un mosaico che ben rappresenta da una parte la complessità della nostra Europa, dall’altra la comune tensione verso un orizzonte di cittadinanza condivisa basata sul valore del lavoro, sul sapere e sulla coesione sociale”.
Dopo aver ricordato Jean Monnet Narducci ha sottolineato che “in Europa, nel corso del tempo il settore della formazione è diventato motore dello sviluppo e fattore propulsivo della riforma della politiche di coesione sociale ed ha un ruolo fondamentale per il futuro nel nuovo millennio. Abbiamo bisogno di formare l’uomo europeo ad una flessibilità culturale capace di affrontare le sfide della complessità e della globalità. Ammodernare il sistema di formazione dell’EU ed operare un’adeguata politica di vicinato è un obiettivo strategico che parte da Lisbona ma che ha bisogno del contributo di tutti per fare in modo che vi sia una crescente cooperazione politica per l’integrazione dei sistemi formativi”.
“Per realizzare la società della conoscenza – ha detto l’on. Narducci – bisogna cercare di avvicinare i sistemi di formazione, di eliminare le differenze per permettere un riconoscimento reciproco delle competenze. Occorre favorire la mobilità dei formatori e degli apprendisti e in ciò il ruolo di un network di organismi operanti nel settore della formazione professionale è fondamentale”.
“Sono convinto – ha poi aggiunto il deputato – che da questa conferenza verrà un contributo utile non solo alla politica, ma anche agli attori economici, sociali e culturali dello sviluppo socio-economico; esso sarà sicuramente un contributo prezioso, non solo per l’autorevolezza degli interventi annunciati dal programma, ma anche per la fondatezza dell’ambizione di esprimere creatività e innovazione di chi è venuto a Roma portandosi dietro la maestria propria degli operatori della formazione professionale, quel sapere sullo sviluppo umano che – derivando dalla riflessione sulle pratiche e sulle esperienze e dal confronto diretto con le grandi trasformazioni – ben si sposa con il come uscire al meglio da questa crisi, come cogliere le sfide della società e dell’economia della conoscenza e come fare dell’Europa un partner forte di tutti i Paesi che coniugano sviluppo con equità, coesione e cooperazione”.
“Le preziose caratteristiche distintive della formazione professionale devono essere coniugate dentro una società e una economia della conoscenza e ripensate alla luce di una crisi che, oltre all’etica in economia, mette alla prova anche l’intelligenza umana, per dare valore al lavoro e alle risorse umane. E’ la capacità appunto di creatività e di innovazione ad essere richiesta dalle sfide poste alla formazione professionale” ha concluso l’on. Franco Narducci, assicurando il suo impegno per valorizzare i risultati della Conferenza.