RECESSIONE?

Il tormentone politico nazionale non si smorza. Iniziato la scorsa primavera, in piena crisi economica, ha trovato nuovi focolai di rafforzamento in quest’inizio d’autunno. Le polemiche, spesso sterili, tra Maggioranza ed Opposizione non si contano. Nel centro/destra, ci si preoccupa per l’intemperanza della Lega. Nel centro/sinistra per la mancanza di un organigramma che consenta al PD d’avere buon gioco almeno nelle elezioni locali della primavera 2010. Le imminenti consultazioni “primarie”, inventate dalla sinistra, dovrebbero indicare, almeno, il nuovo leader del partito d’alternativa. Gli altri si adegueranno. Gioco forza, non esistono diverse onorevoli soluzioni. Chi rema contro, del resto, non ha mia avuto buon gioco ed ora più che per il passato. Pur osservando il deludente quadro politico dall’esterno, non troviamo nessun parametro che ci può offrire fiducia. In pratica, saranno i segretari politici a “destra” ed a “sinistra” dal “centro” a determinare gli equilibri di una bilancia che si regge su un’economia ancora assai fragile ed al momento sinistrata per gli effetti del crac internazionale. Lo abbiamo scritto, ed ora lo ripetiamo, il 2010, con la sua Legge Finanziaria articolata, dovrebbe essere l’anno di transizione. Il ponte tra il “passato” economico ed il futuro. Se il Governo riuscirà a transitare indenne dagli eventi dei prossimi dodici mesi, il 2011 potrà, senza riserve, essere l’anno della ripresa. Ma il 2010 è ancora lontano e queste settimane che ci separano da gennaio sono tutte da affrontare con la massima attenzione. I segnali che abbiamo rilevato non ci consentono facili ottimismi, né ci sentiamo d’affermare che il “peggio” sia realmente passato. La recessione è ancora forte ed il debito pubblico non accenna a rientrare in valori più fisiologici. I Buoni Ordinari del Tesoro non hanno più mercato e, nonostante un’inflazione pari a zero, il costo della vita è in costante ascesa. Sono, per ora, solo valori decimali su base mensile. Meglio, però, sciogliere le tante nostre riserve ad anno concluso. Il binomio “Lavoro e “Lavoratori” resta difficile da gestire, La disoccupazione, che rimane una delle piaghe nazionali, è sempre a livello di guardia. Nonostante le promesse e le più sfacciate assicurazioni. Se lavorare è un diritto, non sempre si è in grado d’esercitarlo. Dopo lo scudo fiscale, che salutiamo come un’iniziativa più che lodevole, c’attendiamo una più organica politica sociale. Indipendente dalle alleanze di partito e dalle strategie di cordata. Per evitare una nuova recessione, i nostri politici, e li citiamo in tutte le sigle d’appartenenza, dovrebbero far fronte alle esigenze del Bel Paese ed evitare, magari anche tanto platealmente, di condizionare il nostro futuro.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy