LE INCERTEZZE

Alla fine di quest’estate, tanto calda sia sotto il profilo meteorologico che politico, sentiamo la necessità di fare un primo punto sulla situazione socio/politica nazionale. Almeno questo è il nostro intento. Però, per la complessità dei fatti, tenteremo di mantenerci su un profilo informativo generale senza provare, come altri hanno fatto, ad entrare nei meandri politici che sono incerti per tutti. Da noi, anche se la situazione è comune in tutti i Paesi UE, il binomio tra Stato e Politica è ancora in disordinata evoluzione. I fatti pubblici, se veramente lo sono, possono essere vagliati. Quelli privati, quando sono platealmente tali, no. Questa posizione, che non ci trova isolati, ci ha sempre confortato; anche nei momenti, e ci sono stati, meno corretti per tanti uomini politici del Bel Paese. Questa sensazione è, quindi, una garanzia. E’ una tangibile prova della nostra gran democrazia. Proprio perché da noi il concetto di “tutti contro tutti” è liberamente praticabile, non sono mancate, a parer nostro, iniziative di dubbio gusto e di scarsa maturità politica. T presupposti che avrebbero consentito di fare “il passo più lungo della gamba” non sono proprio mancati. Alcuni nostri politici hanno saputo dare spettacolo, anche se non richiesto, ad una platea critica, disinformata e, qualche volta, anche prevenuta. Le vie di mezzo, che qualcuno chiama “compromessi” di percorso, non ci piacciono. Non ci sono mai piaciuti. Anche in piena Prima Repubblica quando tutto, ma proprio tutto, sembrava possibile. Per carità, questa nostra posizione non vuole essere polemica. La riteniamo, però, utile per non confondere le idee di chi ancora le ha chiare. Se i ribaltoni hanno fatto il loro tempo, in quest’atmosfera critica e sorniona, è più difficile essere obiettivi. Garantismo, buonismo, liberismo sono tutti termini che preferiamo considerare privi di reale potere. Privilegiamo credere nell’obiettività, nella fratellanza, nella comprensione. I limiti delle umane meschinità sono ora assai sfumati. Intanto, si dice, gli italiani credono a tutto. Non è vero. Questo è il peggiore errore di chi confida, o spera, di governare il Paese. I condizionamenti sono dei deboli e l’incoerenza non ha mai dato buoni frutti. Nel rispetto dell’obiettivo diritto d’informazione, preferiamo mantenere, pur con non pochi sforzi, una posizione neutrale che, però, è ben lungi dall’essere neutra. Per libera scelta, abbiamo preferito il giornalismo d’informazione. Quello d’opinione, che può generare “vinti” e “vincitori”, lo lasciamo ad altri. Intanto, chi ci legge ha le sue idee e non crediamo che le convinzioni tramontino per una o più, voci fuori del coro. Meglio, quindi, evitare le incertezze, le frasi suscitate ma non dette. Per noi ci saranno maggiori riscontri con la chiarezza e l’autentica indipendenza di pensiero. I politici lo capiranno?

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