On. Razzi: Lattera all’Ambasciatore dell’ufficio popolare della Gran Jamahiria Araba Libica Popolare Socialista

Eccellenza,

sono un parlamentare italiano eletto, già al mio secondo mandato legislativo, nella circoscrizione Estero-Europa.
Da quasi cinquant’anni, emigrato dal natio Abruzzo, ho vissuto e vivo nella Confederazione Elvetica , nel Cantone di Lucerna.
Ho avuto modo di leggere sugli organi di stampa, Eccellenza, dell’intendimento del Suo Presidente Gheddafi in occasione della prossima seduta dell’assemblea ONU il 15 settembre 2009, assemblea delle Nazioni Unite che si svolgerà sotto la direzione della Repubblica di Libia.
Gli organi di informazione riferiscono che il Presidente Gheddafi intende proporre , al consesso di N.York , lo smembramento della Confederazione Elvetica e la annessione, degli Stati così smembrati, a diversi altri Paesi, tra cui l’Italia.
La notizia, Eccellenza, è di per sé clamorosa e , non lo nascondo, desta forte preoccupazione: per la offensività che la stessa implicitamente ed esplicitamente in sé contiene, contraria ad ogni principio di diritto internazionale pubblico al quale anche il Suo Paese, Signor Ambasciatore, ha aderito all’atto della sottoscrizione delle regole fondanti l’Organizzazione delle N.U.
Dalla mia ottica di parlamentare italiano – che ha avuto anche la fortuna di vivere da molti decenni in Svizzera – non posso non manifestare il mio disappunto per la intraprendenda iniziativa: auspicando che una opportuna e necessaria riflessione determini il Suo Presidente a prendere le distanze da quanto annunciato.
Ignoro le ragioni di un tale intendimento, anche se posso intuirle: credo invece che ragioni di carattere personale e/o familiare che sarebbero (sono?) alla base della clamorosa iniziativa del Presidente Gheddafi, debbano rimanere del tutto estranee alle determinazioni di uno statista e non essere invece la causa di contegni ritorsivi nei confronti di un’altra Nazione, nella specie la Svizzera.
Gli osservatori ed analisti di tutto il mondo hanno potuto apprezzare il comportamento del Presidente della Confederazione Elvetica nel recente viaggio in Libia, mirante a rasserenare e riportare alla normalità le relazioni politiche e diplomatiche tra le due Nazioni: arrivando perfino ad un atto di scuse formali (verso la Libia) che hanno sorpreso, e non poco, il mondo intero.
Credo che tutto ciò debba avere una sua valenza e non possa determinare un Capo di Stato estero ad annunci e proclami che offendono l’intera Nazione svizzera.
Avendo trascorso tutta la mia esistenza in Svizzera, posso – per esperienza personale – assicurarLe che quel paese, quella Nazione, non merita attacchi di quelli che purtroppo si registrano in questi giorni: con orgoglio considero la Svizzera la mia seconda Patria: e come me milioni di cittadini emigrati, di tutte le nazionalità, che hanno ricevuto sul suolo elvetico accoglimento, protezione, lavoro e benessere.
Sono orgoglioso, Signor Ambasciatore, di essere cittadino italiano e di rappresentare il popolo italiano tutto in sede parlamentare: sono parimenti orgoglioso della mia vita vissuta in Svizzera e delle relazioni – soprattutto dal punto di vista umano e del rispetto delle regole di legalità – che ho potuto coltivare sul suolo elvetico.
Auspico pertanto che il Suo Presidente prenda le distanze dai proponimenti diffusi dagli organi di informazione e che la saggezza politica prevalga su sentimenti di ritorsione che sono, oggettivamente , incomprensibili: esprimendo, comunque , affetto e solidarietà al popolo svizzero.
Colgo l’occasione, Signor Ambasciatore, per porgerLe i sentimenti della mia più alta considerazione.
Roma, addì 09 settembre 2009

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