IL PRESIDENTE DELLA CAMERA RIAPRE LA QUESTIONE “ITALIANI ALL’ESTERO”

Le sue parole non mettono un Fini ad un capitolo ma riaprono la questione decennale degli italiani all’estero. Proviamo a scandire dettagliatamente le parole di Gianfranco Fini”

“Arrivo a dire che sono più italiani gli immigrati dei nipoti di quei nostri emigrati che vanno nelle ambasciate a chiedere la cittadinanza italiana” Si chiamano Rossi, Marchi, ma non parlano una parola delle nostra lingua, chiedono il passaporto non perché si sentono figli di una patria comune, ma perché con il passaporto di un paese dell'Unione per loro, è più facile dal Sud America andare negli Stati Uniti. Io sento più italiano quel ragazzino con papà del Bangladesh che però e' qui, e lo sento più italiano se penso all'Italia di domani».

Vorrei precisare che i nostri nipoti vanno ai Consolati e non alle Ambasciate per chiedere la cittadinanza. Non vogliamo mandare milioni di ragazzini figli di italiani al’estero all’Ambasciate?

1) Parole che in passato abbiamo sentito e risentito fino alla masea da parte di comunisti e Lega, certamente il presidente della Camera non ha riscoperto l’acqua calda, la cittadinanza per i nostri nipoti lo prevede la legge.

2) La questione degli italiani all’estero non e’ un compito che spetta ad un’alta carica dello Stato, questi non dovrebbe interessarsi al futuro dei nostri figli e nipoti, ma come gestore dello Stato “Italiano”, cercare di trovare una soluzione alternativa alle leggi razziali a favore del ragazzino del bangladesh, in questo momento trattato allo stesso modo se non peggio, come erano trattati decenni fa i nostri figli, ossia senza tutela alcuna da parte dello Stato “Italiano”.

3) Arrivo a dire che Gianfranco Fini una volta un “grande statista” oggi una semplice pedina nelle mani della Lega, pensando all’Italia di domani per noi cittadini italiani, i nostri figli e nipoti all’estero la questione non sarebbe memmeno piu’ il voto, ma ripensare seriamente sulla necessita’ di mantenere la cittadinanza e l’italianita’. Qualcuno si e’ chiesto dove sta Tremaglia in quest’ennesimo attacco discriminatorio, semplice, ..a Bergamo!

La questione degli italiani al’estero parimenti a quella meridionale servira’ ancora una volta ai politici come future mangiatoie elettorali.

In conclusione la questione Italiani all’Estero caro Salvatore Viglia parte da zero, bastrerebbe solo riposizionare i nostri “cannoni”

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