VOGLIA DI SICUREZZA

E’ ripresa la strategia politica per garantire al Paese, pur con differenti ottiche, anche una maggiore sicurezza interna. Dati gli eventi del recente passato, legiferare in materia, nella formula consueta,è sempre più difficile. L’Italia, a ben osservare, non è più quella degli anni’90. La voglia, impellente, di garantismo ha allentato le maglie della giustizia. Ce ne siamo accorti tutti. Anche se in tempi differenti. I cittadini chiedono, in buona sostanza, maggiore sicurezza. I politici la promettono. Poi, per questioni d’alleanza e di cobelligeranza, parecchie iniziative si perdono nei rivoli delle soluzioni impossibili o, spesso, impopolari. Le posizioni della Maggioranza, pur con qualche stonatura della Lega Nord, non sembra trovare punti di convergenza con le strategie dei DS e dei partiti disponibili a possibili apparentamenti. Le posizioni indipendenti, ormai è chiaro a tutti, sono perdenti. La Democrazia implica anche queste considerazioni che, per molti, potrebbero sembrare scontate. Resta la questione sicurezza. Quindi il rispetto delle leggi e della giustizia. Certo è che nessuno può pretendere di farsi giustizia da solo, né è concepibile dare spazi ad una sorta di giustizia “privata”. Del resto, la politica dei poli contrapposti piace sempre di meno e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Tranne di chi preferisce non vedere. Insomma, ci sembra inutile gridare “al lupo”, quando sono le “pecorelle” a farla da padrone. Intanto, la fame di sicurezza aumenta. Ora, dato che il problema ha raggiunto livelli di guardia, non si risparmiano critiche al Governo. Troppo comodo. Troppo facile. Le leggi si discutono e si approvano nelle opportune sedi. Anche perché, sino a prova contraria, gli elettori contano solo per dare l’assenso ad un determinato programma politico. Sicurezza compresa. Differente è, poi, la situazione se i programmi dei politici non sono rispettati o sono stravolti. Il problema della sicurezza non è solo italiano, ma noi unicamente di quello intendiamo interessarci. Insomma, secondo noi, per evitare errori o forzature per il futuro, basterebbe rivisitare, con molta umiltà, il nostro recente passato.

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