Sono 14, tra cui 2 sardi, i ragazzi ospiti del carcere minorile di Quartucciu che ho incontrato in occasione del ‘Ferragosto in carcere’

“Sono 14, tra cui 2 sardi, i ragazzi ospiti del carcere minorile di Quartucciu che ho incontrato in occasione del ‘Ferragosto in carcere’, iniziativa di sensibilizzazione promossa dall’On. Bernardini. Non sono nuova a visite di questo tipo ma il confronto con i minori mi è sembrato opportuno e doveroso per capire ed approfondire la situazione attuale. Con una capienza di 25 posti l’istituto di pena fortunatamente non soffre, come la maggior parte degli Istituiti italiani, della piaga del sovraffollamento. La struttura ha bisogno di una manutenzione più approfondita ma resta nel suo insieme decorosa anche per l’impegno dei giovani ospiti che mantengono le celle ordinate e pulite e per il costante lavoro degli operatori e delle guardie.

Se da un lato non ho raccolto lamentele da parte dei ragazzi sulle condizioni di vita in istituto, il problema maggiore è rappresentato invece dalla forte carenza dell’organico. Tra personale penitenziario e operatori siamo infatti sotto del 40% rispetto ai numeri necessari, il che costringe a turni massacranti di 12 ore o addirittura di 24 ore nei casi di emergenza. La fatica e lo stress cui il personale è sottoposto mette a rischio la stessa sicurezza e mina la qualità del lavoro e il rapporto di relazione che si deve necessariamente instaurare tra gli educatori, le guardie e i giovani reclusi. Altra problematica riscontrata è quella di garantire continuità ai servizi di rieducazione e formazione: i laboratori, la biblioteca, sono ad oggi in stand-by per i ritardi nell’organizzazione delle attività integrative. Attività affidate all’esterno ma per le quali i finanziamenti regionali, deliberati e inseriti in bilancio, saranno disponibili solo nel prossimo autunno.

Una buona notizia è invece l’importante servizio di lavanderia interna che si è riusciti ad attivare attraverso la cooperativa Lanterna. Un progetto sul quale si è lavorato per 2 anni e che ha portato all’inserimento di un gruppo di ragazzi, un responsabile dell’attività e cinque impiegati part-time con un contratto retribuito di tirocinio formativo. Il laboratorio riceve commissioni dalla NIVEA, lavanderia industriale per i grandi alberghi: per i ragazzi una buona occasione in vista di un prossimo reinserimento lavorativo.

A tale proposito, rivolgo un’ultima considerazione al Ministro Maroni. Nelle carceri minorili sovente i ragazzi diventano maggiorenni durante la permanenza. Grazie al decreto sicurezza e al ‘pasticcio’ delle espulsioni molti di essi, che pur avendo famiglia in Italia non possiedono un permesso di soggiorno, rischiano di essere rimpatriati a pena scontata. Tutto il lavoro di riabilitazione e reinserimento viene così reso difficile, se non del tutto vanificato, nonostante il coinvolgimento dei ragazzi. Si arriva a mortificare l’operato degli educatori e si aggrava il senso di inutilità percepito dagli ospiti nel non poter sfruttare da uomini liberi quanto imparato in carcere.

Ciò che chiedo al Ministro è dunque di recarsi negli Istituti per toccare con mano l’incongruità di una legge che noi vogliamo modificata e migliorata. Solo così si renderà conto dell’enorme impiego di risorse umane ed economiche, impegnate in attività utili e indispensabili, ma che allo stato attuale rischiano di andare sprecate e restare drammaticamente senza futuro.”

Amalia Schirru

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