AZIENDA ITALIA

L’estate ha fatto il consueto giro di boa. Da agosto, i grandi complessi hanno sospeso la produzione. Nonostante la crisi economica, il periodo “feriale” sembra non essere tramontato. Tra canicola e città semideserte, scrivere dell’attuale situazione socio/economica della penisola potrebbe sembrare stonato. Ma non lo è. Anche perché, nonostante l’ottimismo del Governo, il Paese non si trova minimamente nelle condizioni d’abbassare la guardia. Anche se l’azienda Italia, nonostante tutto, qualche segnale in positivo l’ha registrato. Però non basta. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) resta sempre insufficiente e la dinamica salariale, con l’aria che tira, è meno a favore del lavoratore. L’inflazione è di un punto superiore a quella programmata e l’autunno potrebbe ripresentare quelle amare realtà che già in primavera avevano posto in fibrillazione tutte le forze sociali. I sacrifici sono dietro la porta. Ma non saranno per tutti. Da noi, continuerà a piovere sul bagnato. Mentre i “vacanzieri” ( solo il 35% delle famiglie italiane) dilapidano migliaia d’euro per una pausa lavorativa mordi e fuggi, da settembre i tanti problemi di casa nostra torneranno, prepotentemente, alla ribalta. Pur considerando questo 2009 come un anno di transizione, alcune importanti decisioni dovranno, in ogni caso, essere prese. Il 2010, invece, sarà l’anno delle scelte impopolari. l’Esecutivo si troverà nella necessità di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Il carico fiscale, in altri termini, non sarà alleggerito ed i redditi da pensione resteranno i più penalizzati proprio per l’impossibilità d’essere adeguati alla dinamica salariale che, invece, dovrebbe riprendere quota. Senza troppa convinzione, si ripresenteranno i tempi dell’austerità. Per carenza di liquidità, i consumi torneranno a contrarsi ed i sacrifici, solo apparentemente ridimensionati, saranno uno degli argomenti all’ordine del giorno. Mentre Maggioranza e Opposizione si scontreranno sul fronte sociale, i predestinati, in ogni caso, saranno sempre gli stessi. Cioè i redditi da lavoro dipendente che subiscono il salasso fiscale alla fonte. L’estate non è stata mai stagione da permettere, però, bilanci definitivi. Il periodo consente di vivere con meno e chi non ha lasciato le città, può sempre sperare di poterlo fare nel futuro. Puntare sulla fortuna, ultima dea di un consumismo sul viale del tramonto, costa poco. Mentre il Sol Leone splende su tutta la penisola ed il costo della vita è sempre meno controllabile, l’Azienda Italia continua per la sua strada accidentata ed in progressiva salita. Il Bel Paese uscirà dalla crisi? L’interrogativo è pressante e politicamente determinante. Per ora non c’è risposta.

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