Realtà  e finzione nel falò delle illusioni

Realtà e finzione nel falò delle illusioni

di Renzo Balmelli

ILLUSIONI – Ci fu un tempo in cui appena si aprivano gli ombrelloni entravano in scena i governi balneari, bizzarro espediente escogitato dalla Dc per tacitare le crisi e non turbare le ferie. L’illusione era di breve durata. Nella fase successiva gli italiani avrebbero assisitito alla riedizione gattopardesca della medesima compagine, perpetuata dalla ricetta andreottiana per cui “il potere logora soltanto chi non ce l’ha”. Alla formula coniata dal “Divo Giulio” resta tenacemente abbarbicato il regime in salsa berlusconiana che senza ombra di pudore dirige il paese, e lo dirige male, secondo modalità che non possono mancare di sollevare giustificate inquietudini.

Se il buon giorno si vede dal mattino, i cittadini hanno di che preoccuparsi. Il premier da l’impressione di occuparsi in modo blando dei problemi piu’ vistosi, distratto dall’esigenza di allontanare da se l’ombra delle festicciole e delle escort a pagamento. A mitigare la pessima impressione c'è stato, è vero, l’innegabile successo del G8 sfruttato fino all’indigestione dagli agit-prop del PdL. Ma è stata una parentesi nel repertorio di gaffe e di cucu’ resa possibile dall’autorevole esortazione di Giorgio Napolitano.

Nell’immediato futuro è invece piu' probabile che i rumori di fondo sulla tenuta della legislatura trovino nuovo alimento. In giro c'è un clima di attesa e di tensione che non si sfoga con un paio di battute. Ormai lo vede anche un orbo che la posizione del premier , malgrado gli sforzi dei suoi cortigiani, si fa sempre meno sostenibile, esplicitata dal vistoso calo nei sondaggi, quelli veri, s’intende, non le cifre addomesticate ad usum delphini. Quanto alle istituzioni, in aula la maggioranza, che pure ha precisi doveri verso il paese, si limita ad assecondare supinamente le smanie del “papi” che confonde il mandato avuto dagli elettori con un lasciapassare per l’impunità.

Le frizioni tra governo e Fini evidenziano d’altronde in maniera chiara la deriva imposta al Parlamento, espropriato delle sue prerogative a colpi di decreti e maxi-emendamenti che sviliscono il dibattito a simulacro della democrazia. Non meno elusivo e carico di incognite è poi il comportamento del presidente del Consiglio che di giorno fa proprie le battaglie della Chiesa sulla famiglia e di notte apre il portafogli per godere delle gioie dell’alcova. Si potrà obbiettare che un politico non è un santo, e Berlusconi ammette di non esserlo. Ma se la vita privata non ha nessuna identificazione con quella pubblica è poco probabile che si possa dar prova di senso di responsabilità nella cura del paese.

Nel falo’ delle illusioni alimentato dalla retorica assolutoria e rassicurante della destra, realtà e finzione finiscono cosi’ col sovrapporsi nell’ambiguo carosello di fanciulle in fiore e di operazioni di facciata che non modificano di una sola virgola l’esistenza del cittadino medio . La fiumana di parole in libertà, di promesse mirabolanti, di giuramenti teatrali visti alla luce del sole appaiono per quello che veramente sono , un edificio costruito sulla precarietà e l’imbroglio mediatico. Quando si spengono le luci della ribalta, lascia perplessi la dispersione temporale degli impegni che nell’ambito della politica economica come in quella dell’etica pubblica mancano completamente di credibilità. Al paese si racconta una storia diversa, ma l’autunno porterà altri 500 mila disoccupati e di controbalzo tanti evasori assolti e felici che le tasse le faranno pagare ai soliti gonzi. Anziché voler chiudere “ la caverna di Ali Babà “, forse sarebbe meglio pensare a come chiudere l’harem di Arcore per non far perdere all’Italia altro prestigio internazionale. Il governo usa insomma l’arte della dissimulazione e la questione morale che investe di petto il Cavaliere, ormai prigioniero del suo reality, è il marchio di una triste stagione politica che ha avuto il suo fulcro piu’ a Palazzo Grazioli, nel “ lettone di Putin” , che a Palazzo Chigi. Dire che tutto cio’ possa essere il preludio a una resa dei conti balneare, sinceramente non è possibile. Se i costumi sono corrotti, purtroppo la debolezza dell'opposizione che ancora non trova un percorso unitario per ora pare escludere scenari di ricambio. Ma davanti a testimonianze sempre piu’ pesanti limitarsi a parlare di menzogne dei giornali “ ostili” non sembra bastare più.

PANDEMIA – Per la pandemia influenzale si evocano scenari da “day after” con chiusure eventuali delle scuole, ma la classe da tenere sotto osservazione si trova in una scuola media di Treviso, teatro di incivili manifestazioni di bullismo contro un bimbo napoletano. Episodi sconvolgenti da parte di ragazzi traviati dai cattivi maestri; fatti dolorosi che danno piu’ brividi della febbre. Dicevano che il loro compagno “puzzava” perché era “meridionale” e ispirandosi a Borghezio, il protagonista di squallide bravate come lavare i sedili occupati dagli immigrati, disinfettavano le penne che lui aveva toccate. In classe gli cantavano l'odioso coro che l'eurodeputato leghista Matteo Salvini intonava nelle feste di piazza: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Stanno arrivando i napoletani”.
Ma il vero scandalo, quello che spiega comportamenti alienanti, indegni di un paese civile, sta in primo luogo nelle leggi inique sull’immigrazione che il governo ha varato con tanta disinvoltura gabellandole per provvedimenti sulla sicurezza. Provvedimenti, scusate il bisticcio, che in questa scuola hanno fatto scuola nel peggiore dei modi, secondo uno penoso canovaccio che sfocia in episodi tristissimi come quello di cui sopra, frutto d’ignoranza e di pregiudizi xenofobi.

L’esecutivo di Berlusconi ha in questo ambito responsabilità gravissime che la storia ha già severamente condannato. Dopodiché puo’ darsi che la “suina” arrivi davvero, ma con questa destra piu’ che il virus dovremo temere la pandemia degli imbecilli la cui madre è sempre incinta!

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